Il fiore: morfologia

Per fare tutto ci vuole un fiore” cantava Sergio Endrigo. Ed effettivamente non possiamo proprio dargli torto: molte delle cose che utilizziamo quotidianamente hanno origine da un fiore o da ciò che ne deriva. Anzitutto dai fiori derivano i frutti di cui ci nutriamo e i semi da cui nascono altre piante da cui, per esempio, possiamo ricavare legno per costruire oggetti e strutture. Dai fiori derivano le essenze di molti profumi, coloranti, creme idratanti e lenitive, bevande e infusi e molto altro ancora. Se osserverete attentamente “quel mazzolin di fiori” che porterete alla vostra bella vi accorgerete che un semplice fiore poi tanto semplice non è. Diverse sono le geometrie, le colorazioni e le strutture morfo – fisiologiche che un fiore può assumere arrivando, in alcuni casi, al mimetismo.

Ma ora, bando alle ciance e vediamo insieme tutto ciò che c’è da sapere sul fiore.

Il fiore: di cosa si tratta?

Il fiore è la struttura attraverso il quale le piante, angiosperme in particolare, si riproducono. Infatti, costituisce la sede degli organi riproduttivi femminili e maschili ove vengono prodotti i gameti che daranno origine ad uno o più nuovi individui. Oltre a questa parte fertile, il fiore presenta una parte sterile, formata da elementi spesso appariscenti e profumati (petali) che, nella maggior parte dei casi, hanno funzione attrattiva nei confronti degli impollinatori, che intervengono favorendo così l’incontro tra i gameti. Ha origine da una gemma che presenta crescita determinata; ciò significa che l’organogenesi del fiore avviene nel tessuto meristematico della gemma.

Immagine 1: fiori di tulipano (photo: Beatrice Cavenago).
Immagine 1: fiori di tulipano (photo: Beatrice Cavenago).

Morfologia

In una ramificazione il fiore viene portato da un peduncolo fiorale che, nella maggior parte dei casi, presenta un allargamento definito ricettacolo. Questo costituisce la base su cui si inseriscono gli altri elementi fiorali, che spesso si distribuiscono in verticilli concentrici secondo questo schema: dalla porzione più esterna i sepali (a costituire il calice), i petali (che formano la corolla), gli stami (la parte maschile) e i pistilli (ovvero la parte femminile).

Il numero di elementi formanti i verticilli varia a seconda della tipologia di fiore. In genere, per le piante monocotiledoni sono 3 o suoi multipli. Per le dicotiledoni, invece, ogni verticillo porta 4-5 elementi o multipli.

A seconda della specie, una pianta può portare gli elementi maschili e femminile sullo stesso fiore o su fiori separati. Nel primo caso, viene denominato ermafrodita; nel secondo caso, il fiore che porta gli stami è detto staminifero o maschile, mentre quello che porta il gineceo è detto pistillifero o femminile.

Inoltre, una pianta con fiori unisessuali (staminifero e pistillifero) può presentarli entrambi sullo stesso soggetto (piante monoiche), oppure può portare solo quelli maschili o femminili (piante dioiche). Tra le piante monoiche possiamo trovare molte graminacee come mais, orzo, frumento, le querce etc. Esempi di piante dioiche sono, invece, alcune piante da frutto come actinidia, ma anche il Ginkgo biloba.

Sepali e petali

Come precedentemente descritto, i sepali costituiscono il primo verticillo del fiore e sono inseriti subito dopo il peduncolo fiorale. Costituiscono la struttura denominata calice, sottostante i petali e le componenti fertili. I petali, invece, formano una struttura denominata corolla e costituiscono una delle componenti attrattive per gli impollinatori grazie ai loro colori e forme, in molti casi vivaci particolari.

Un elemento importante per la via degli insetti impollinatori è sicuramente la simmetria fiorale. Proprio per questo motivo si è generata una vera e propria co-evoluzione tra piante e insetti. Sulla base della simmetria fiorale possiamo distinguere le seguenti tipologie:

  • Attinomorfi: presentano simmetria raggiata, con 2 o più livelli di componenti simmetriche, come nel ranuncolo;
  • Zigomorfi: mostrano simmetria bilaterale, in particolare presentano un unico livello di simmetria che consente di dividere in fiore in parti tra loro speculari, come nel caso del basilico;
  • Asimmetrici: non esiste alcun piano di simmetria, come nel caso delle orchidee.
Immagine 2: In base alla simmetria fiorale, a quale tipologia apparterrà questo fiore? (photo: Vanessa Vitali).
Immagine 2: In base alla simmetria fiorale, a quale tipologia apparterrà questo fiore? (photo: Vanessa Vitali).

Esistono, però, fiori in cui il calice e la corolla sono assenti, e perciò vengono chiamati nudi.

L’insieme di sepali e petali costituisce il perianzio. A seconda della sua costituzione, il fiore viene distinto in clamidato, se presenta almeno una delle due componenti (calice o corolla), e aclamidato, ovvero mancante di entrambe le parti (es. frassino, salice etc.).

Nel caso della tipologia clamidata, possiamo parlare di:

  • Monoclamidato: presenta un solo verticillo;
  • Diclamidato: presenta entrambi i verticilli e costituisce, così, il perianzio vero e proprio costituito da calice e corolla;
  • Omoclamidato: i due verticilli sono morfologicamente identici. In questo caso si chiama perigonio e i verticilli sono chiamati tepali. Questi consentono di distinguere il fiore in calicino, se i verticilli sono verdi, e corollino, se i verticilli sono colorati.

Nell’articolo che seguirà approfondiremo le componenti fertili del fiore: l’androceo e il gineceo. Continua a seguirci!

Fonti

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Redazione Microbiologia Italia

Saranno elencati di seguito gli articoli di alcuni contributori e di articolisti che in passato hanno collaborato con Microbiologia Italia

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