Da sempre alleati della bellezza di ogni donna, i cosmetici ricoprono un ruolo importante nel farci sentire adatte a ogni situazione. Rossetti, ciprie, creme e blush riempono le borsette di ognuna di noi, ma… ci siamo mai soffermate a pensare alle insidie che il loro scorretto utilizzo può nascondere?
Durante il loro utilizzo, i cosmetici possono infatti incorrere in livelli significativi di contaminazione microbiologica, rappresentando un potenziale rischio per la salute. Ma vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Anche i cosmetici hanno una data di scadenza
Vi ricordate quel vecchio rossetto che non utilizziamo più da tempo ma ci piace tanto? Beh, probabilmente è proprio il caso di buttarlo perchè, ebbene sì… anche i cosmetici scadono!
I conservanti utilizzati per la formulazione dei nostri amati cosmetici e che servono a tenere a bada la possibile contaminazione, non hanno una vita infinita. Le date di scadenza dei prodotti cosmetici sono infatti correlate alla durata delle sostanze utilizzate per la loro conservazione. La data di scadenza è solitamente riportata sulla confezione sotto forma di un “barattolo” con 3M, 6M, 12M, 18M, 24M o 36M stampati al centro, corrispondente al numero di mesi per i quali il prodotto può essere utilizzato.
Abbiamo deciso di utilizzarli a nostro rischio e pericolo? Probabilmente è così che farebbe il 97 % di noi, non sapendo che batteri come Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa sono lì dietro l’angolo ad aspettarci.
Un regolamento per domarli
Come tutti i prodotti presenti sul mercato, anche i prodotti cosmetici devono soddisfare alcuni requisiti particolari che garantiscano la sicurezza del prodotto e tutelino la salute dei consumatori.
I cosmetici non sono né sterili e né privi di rischio microbiologico. I livelli di contaminazione di prodotti non sterili si basano sugli Standard Europei EN ISO 17516 e sulla Farmacopea Ufficiale Italiana, all’interno dei quali sono riportati dei criteri limite che dovrebbero essere mantenuti durante l’arco dell’utilizzo del prodotto:
- I cosmetici applicati intorno all’area occhi (definiti di categoria I) hanno un limite massimo di 102 CFU per ml
- I cosmetici di categoria II, i cosiddetti “rinse off”, hanno invece un limite di 103 CFU per ml
L’utilizzo improprio di prodotti cosmetici può quindi consentire a batteri e funghi di crescere abbondantemente. Sono accettabili quantità minime di microorganismi, a patto che essi non siano in grado di moltiplicarsi. Nonostante gli standard microbici dei cosmetici siano controllate da normative rigorose, i cosmetici contengono minerali essenziali, fattori di crescita, composti organici e inorganici e umidità che forniscono condizioni adeguate per la crescita dei microrganismi.
Donne, è arrivato Staphylococcus aureus
Numerosi studi effettuati su campioni di prodotti, hanno evidenziato la correlazione tra questi ultimi e alcune specie di patogeni. In particolare, i prodotti più studiati sono mascara, rossetti e beauty blenders (le classiche spugnette per il fondotinta).
Mascara ed eyeliner, hanno dimostrato di avere una certa suscettibilità a Salmonella, S. aureus, S. epidermidis, E. coli e P. aeruginosa. Questo risultato, ottenuto da uno studio effettuato da Eldesoukey e colleghi e pubblicata all’interno della rivista “Enzyme Engineering“, ha dimostrato l’effettiva presenza di questi patogeni nei prodotti cosmetici e le relativa incidenze. La specie predominante è Salmonella, seguita da S. epidermidis, S. aureus e infine, con un’incidenza dello 0.02%, E. coli.
Lucidalabbra e rossetti sono stati invece identificati come vettori di patogeni quali Escherichia hermannii, S. aureus, Bacillus cereus e Enterobacter.
Anche le beauty blender sono stato oggetto di numerosi studi e sono risultate essere quelle più soggette a contaminazione. A causa della loro struttura porosa e del loro utilizzo molto spesso scorretto, sono soggette a contaminazione da parte di P. aeruginosa, P. fulva, P. monteilii e P. putida. Questo potrebbe rappresentare un rischio dal punto di vista della salute, in quanto questi patogeni opportunistici potrebbero causare infezione tramite tagli o abrasioni della pelle durante l’applicazione del prodotto.
Attenzione alle beauty blenders!
Molto interessante è un recente studio effettuato presso l’università di Birmingham, che si pone di mettere in evidenza il possibile impatto dell’utilizzo dei cosmetici usati sulla salute dei consumatori. I ricercatori hanno studiato in particolare cinque categorie di prodotti cosmetici usati (rossetti, lucidalabbra, eyeliner, mascara e beauty blenders), rilevando una notevole quantità di batteri quali S. aureus, E. coli e Citobacter freundii, oltre che tracce di Enterobacteriaceae e alcuni funghi.
I ricercatori, concentrandosi sulle beauty blenders, hanno evidenziato quanto le cattive pratiche di pulizia possano favorire la proliferazione microbica: le spugnette possono essere infatti lavate con acqua e sapone ma, se non asciugate correttamente, sono soggette principalmente a contaminazione da Enterobacteriaceae e funghi.
Le buone pratiche di lavaggio e utilizzo dei prodotti sicuramente ci sono d’aiuto nel ridurre il rischio di contaminazione, basta avere quale accorgimento in più. Il più alto tasso di contaminazione microbica è stato evidenziato in spugnette non lavate o riutilizzate dopo essere cascate a terra.
Morale della favola? Ricordatevi di lavare sempre la vostra spugnetta con acqua calda e sapone, facendola asciugare prima del prossimo utilizzo.
Qual è il ruolo di questi batteri?
Il trucco ci aiuta a coprire le imperfezioni ed è quindi nostro alleato, ma molto spesso si trasforma nel nostro peggior nemico. I patogeni che contaminano i nostri amati trucchi sono molto spesso la causa di eruzioni cutanee e imperfezioni della pelle.
I batteri del genere Streptococcus possono causare infezioni della pelle come eruzioni cutanee eritematose, quelli appartenenti al genere Staphylococcus sono associati ad acne e desquamazione della pelle mentre l’uso di mascara ed eyeliner contaminati da Bacillus cereus può essere la causa gravi infezioni agli occhi. Anche la Candida, isolata frequentemente da campioni di rossetti e creme, svolge un ruolo importante nella formazione di eruzioni cutanee e dermatiti.
Buone e cattive pratiche
Un’altra cattiva pratica alla quale ahimè siamo abituate, è quella di scambiare i propri trucchi o utilizzare i “tester” messi a disposizione nei vari negozi di make up. Molto spesso infatti, i tester non vengono puliti regolarmente e vengono esposti all’ambiente e al passaggio dei clienti che possono provare e toccare i prodotti. La condivisione dei prodotti incrementa notevolmente il livello di contaminazione, e questo dovrebbe essere evitato al fine di tutelare la nostra salute.
Mentre nei prodotti personali si riscontra un minor livello di contaminazione, il 100% dei prodotti cosmetici presenti nei saloni di bellezza risulta essere contaminato da batteri. Streptococcus spp. , Acinetobacter e Pseudomonas spp. sono i batteri più dominanti nei cosmetici per la pelle, mentre Escherichia coli, Salmonella, Klebsiella e Citrobacter sono stati isolati dai cosmetici per gli occhi.
La microflora cutanea differisce da individuo a individuo, e la condivisione di un prodotto potrebbe aumentarne il tasso di contaminazione. Pertanto, si suggerisce di evitare la condivisione dei cosmetici, di rispettare la data di scadenza e di conservare i nostri prodotti in confezioni asciutte, fresche e chiuse per evitare di incorrere in seri rischi per la salute.
Fonti
- Bashir, A., & Lambert, P. (2019). Microbiological study of used cosmetic products: highlighting possible impact on consumer health. Journal of Applied Microbiology.
- Campana, R., Scesa, C., Patrone, V., Vittoria, E., & Baffone, W. (2006). Microbiological study of cosmetic products during their use by consumers: health risk and efficacy of preservative systems. Letters in Applied Microbiology, 43(3), 301–306
- Dadashi, L., & Dehghanzadeh, R. (2016). Investigating incidence of bacterial and fungal contamination in shared cosmetic kits available in the women beauty salons. Health promotion perspectives, 6(3), 159–163.
- Dao, H., Lakhani, P., Police, A., Kallakunta, V., Ajjarapu, S. S., Wu, K.-W., … Narasimha Murthy, S. (2017). Microbial Stability of Pharmaceutical and Cosmetic Products. AAPS PharmSciTech, 19(1), 60–78.
- Rehab M Mahmoud Eldesoukey et al. (2016). Comparative Microbiological Study between Traditional and Modern Cosmetics in Saudi Arabia, Enzyme Engineering.
- https://www.sabbioni.it/3-it-270438-come-si-conservano-i-cosmetici.php
Ciao Ilaria,
come sempre articolo molto interessante. Sola una precisazione: ciò che tu indichi come data di scadenza è in realtà il PAO, acronimo di Period after Opening, ovvero il periodo di utilizzo di un prodotto cosmetico dopo l’apertura.
Ciao Catia! Grazie mille per la precisazione 😊
Articolo molto interessante! Davvero non badiamo alla “salute” dei nostri cosmetici. Considerando i cosmetici “naturali”, prodotti con essenze estratte dalle piante, quali buone pratiche vanno messe in atto per evitare gravi contaminazioni? In un laboratorio scolastico di microbiologia, quali test effettuare per controllare la carica microbica? Grazie!