Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare

Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze è l’unica officina farmaceutica di proprietà dello Stato, attualmente alle dipendenze dell’Agenzia Industria Difesa (AID). Dalla sua fondazione affianca l’Italia negli eventi storici che l’hanno caratterizzata, rivestendo un ruolo fondamentale per le Forze Armate e la collettività con la produzione di farmaci e prodotti per la medicatura.

La storia e la missione dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (SCFM) sono racchiuse nel suo logo. (Figura 1)

Logo dello Stabilimento Chimico farmaceutico Militare
Figura 1. Logo dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare.

Partendo da sinistra infatti troviamo nel primo e nell’ultimo quarto il toro, simbolo della città di Torino e prima sede di questa Istituzione, e il giglio, che richiama la città di Firenze, sede attuale dello SCFM.

Allo stesso modo, la missione di questa eccellenza italiana è rappresentata nel secondo quarto da un’ampolla, simbolo dell’attività farmaceutica, da cui scaturisce l’acqua, emblema di vita, circondata da due serpenti, chiaro riferimento alla medicina.

Infine, nel terzo quarto l’albero potato e germogliato è la rappresentazione della cura, che conferisce nuovo vigore, e sottolinea la finalità umanitaria dell’officina farmaceutica di Stato.

La nascita dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare

Il 26 giugno 1853 a Torino viene promulgato da Vittorio Emanuele II il “Regio Decreto per l’organizzazione del Servizio Chimico Farmaceutico Militare”, un atto che mira al perfezionamento dell’assistenza medica bellica con la fondazione di un Laboratorio Generale Chimico Farmaceutico, deputato alla produzione di tutti i medicamenti, e di un annesso Deposito di Farmacia Militare. (Figura 2)

Regio decreto per l’organizzazione del Servizio Chimico Farmaceutico militare firmato nel 1853 da Vittorio Emanuele II.
Figura 2. Regio decreto per l’organizzazione del Servizio Chimico Farmaceutico militare firmato nel 1853 da Vittorio Emanuele II.

 La nascita di questa Istituzione mira a riformare l’esercito piemontese, duramente provato dalla Prima Guerra di Indipendenza, e riflette il fermento scientifico dell’epoca in cui la chimica, tramite la pratica farmaceutica, consolida il suo stretto rapporto con la medicina per mettere a punto terapie più adeguate.

Il Laboratorio Generale Chimico Farmaceutico rimane a Torino anche con il trasferimento della capitale del Regno d’Italia prima a Firenze nel 1864 e poi a Roma nel 1870.

Soltanto nel 1931 si decide di spostare l’Istituto Chimico Farmaceutico Militare nella sua attuale sede di Firenze per dotarlo di spazi più ampi e per collocare questa Istituzione strategica per lo Stato in una zona più arretrata rispetto al confine italiano. (Figura 3)

Personale dell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze negli anni Trenta del Novecento.
Figura 3. Personale dell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze negli anni Trenta del Novecento.

Gli albori

Il “Chinino di Stato”

La prima grande prova che il Corpo Farmaceutico Militare si trova a dover fronteggiare è l’eradicazione della malaria, malattia che rappresentava una piaga antica e persistente soprattutto in alcune aree del nostro Paese. Il programma di contrasto alla malaria inizia nel 1900 e si serve del celebre “Chinino di Stato”.

Il chinino è estratto dalla corteccia degli alberi di china e si rivela molto efficace grazie alle sue proprietà analgesiche e antipiretiche. È quindi sotto la guida del Colonello Farmacista Carlo Menotti, noto come “il padre del Chinino di Stato”, che il chinino viene prodotto e distribuito nelle farmacie e nelle tabaccherie della Penisola in diverse forme farmaceutiche.

Tra queste le compresse confettate per adulti (Figura 4) e i cioccolatini di tannato di chinino per i bambini (Figura 5) con lo scopo di mascherare il sapore amaro del medicinale.   

Confezione del Chinino di Stato.
Figura 4. Confezione del Chinino di Stato.
Cioccolatini di tannato di chinino.
Figura 5. Cioccolatini di tannato di chinino.

“Il Farmaceutico Militare” e la città di Firenze

A questo punto il legame tra l’Istituto Chimico Farmaceutico Militare e lo Stato italiano è ormai indissolubile e va rafforzandosi durante i due conflitti mondiali.  È il 1944 quando la storia del “Farmaceutico Militare”, così affettuosamente chiamato a Firenze, si intreccia poi con quello della città, che da poco lo ospita. Nell’agosto di quell’anno, infatti, l’Istituto diventa il luogo della strage di Castello, un episodio di rappresaglia nazista in cui furono uccisi dodici civili, sfollati all’interno della struttura. (Figura 6)

Targa commemorativa della strage di Castello, affissa nello Stabilimento Chimico Farmaceutico.
Figura 6.  Targa commemorativa della strage di Castello, affissa nello Stabilimento Chimico Farmaceutico.

Le vicende del “Farmaceutico Militare” continuano a legarsi con quelle del capoluogo toscano ed in particolare con una delle sue pagine più tristi, l’alluvione di Firenze del 1966, quando la città è invasa dall’Arno che ha rotto gli argini. L’Istituto Chimico Farmaceutico Militare in questa circostanza interviene producendo e consegnando alle autorità locali ingenti quantità di cloramina, un composto chimico utile per la potabilizzazione dell’acqua, e materiale sanitario per fronteggiare la situazione.

Emergenze nazionali e internazionali

L’impegno dell’Istituzione militare emerge anche in altri eventi di calamità naturale, quali i diversi terremoti che nel corso del Novecento colpiscono il Paese da Nord a Sud, e durante le emergenze sanitarie all’estero, come nel caso del disastro nucleare di Chernobyl del 1986. In questa circostanza lo SCFM si attiva per fabbricare e distribuire in tempi strettissimi compresse di ioduro di potassio, necessario per proteggere la tiroide dagli effetti dello iodio radioattivo. (Figura 7)

Confezione di compresse di potassio ioduro distribuite dopo il disastro di Chernobyl.
Figura 7. Confezione di compresse di potassio ioduro distribuite dopo il disastro di Chernobyl.

Presente e futuro dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare

Con il passare dei decenni diventa quindi evidente che al “Farmaceutico Militare” non viene più affidata soltanto la missione di fornire servizi di tipo sanitario per le Forze Armate, ma a questa si affianca quella di soddisfare le esigenze della società civile.

“Essere soldati nella vita quotidiana non è facile, ma non è neanche difficile: offrirsi di aiutare una persona è un atto di nobiltà che non richiede sforzi disumani o gesti eroici in teatri bellici, ma solo un po’ del nostro tempo e della nostra responsabilità”.

È così che una giornalista ricorda in un suo articolo l’intervento dei dipendenti dello stabilimento che nel 2012 hanno prodotto, in poche ore, il vecchio chinino e le hanno salvato la vita dalla malaria, contratta in un Paese dove la malattia è ancora endemica, e per la quale le moderne terapie non sono risultate efficaci

“Progetto cannabis”

Nel 2014 un’altra missione viene affidata al “Farmaceutico Militare” dal Ministero della Salute: produrre cannabis terapeutica da utilizzare per la riduzione di spasmi muscolari e dolori cronici in patologie, quali la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson.

Da allora lo stabilimento, in qualità di unica officina farmaceutica in Italia coinvolta nel “Progetto Cannabis”, è autorizzato alla coltivazione standardizzata di cloni della pianta di cannabis e alla lavorazione farmaceutica delle infiorescenze non impollinate delle piante di sesso femminile. (Figura 8)

Gli effetti terapeutici della cannabis, infatti, dipendono dai cannabinoidi presenti nelle infiorescenze femminili, le quali vengono essiccate, macinate e confezionate in flaconi all’interno dello stabilimento e successivamente commercializzate, tramite preparazioni galeniche affidate ai farmacisti, su prescrizione medica.

“Farmaci orfani”

A riprova della sua funzione sociale di rilievo, lo SCFM è impegnato anche nella realizzazione di “farmaci orfani”, necessari per la cura di patologie rare, e nella sensibilizzazione della collettività verso questa tematica. Il “Farmaceutico Militare” inoltre, in accordo con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), costituisce la sola struttura in Italia a rifornire il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) di farmaci, quali la tiopronina (Figura 9), altrimenti non disponibili sul mercato, dato che le grandi aziende farmaceutiche considerano non economicamente vantaggiosa la loro produzione.

È proprio per il suo impegno nel garantire il diritto alle cure e per il sostegno prestato durante l’alluvione del 1966 che la città di Firenze ha consegnato allo SCFM, nel 2018, il Fiorino d’oro in segno di riconoscenza da parte del capoluogo toscano. (Figura 10)

Crisi pandemiche del 2009 e del 2020

Il “Farmaceutico Militare” ha dato il suo contributo anche nella crisi pandemica del 2009 con la produzione del farmaco antivirale Oseltamivir per la terapia dell’influenza suina e nella più recente pandemia di Coronavirus del 2020 con la realizzazione di soluzione disinfettante per le mani e le superfici.

Alluvioni in Emilia-Romagna

Allo stesso modo nel 2023 lo SCFM ha offerto il proprio supporto alla popolazione dell’Emilia- Romagna, colpita da alluvioni, anche in questo caso con la consegna di soluzione disinfettante per scongiurare rischi di eventuali infezioni. (Figura 11)

 Delegazione dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare nelle aree
dell’Emilia- Romagna colpite dal maltempo.
Figura 11. Delegazione dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare nelle aree
dell’Emilia- Romagna colpite dal maltempo.

Imprevedibili sfide e nuove prospettive attendono ancora lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare. Tra queste c’è sicuramente la produzione di vaccini e anticorpi monoclonali, come previsto da un accordo firmato nel 2020 con la Fondazione Toscana Life Science, che con la costruzione di un nuovo reparto dedicato proietterà il “Farmaceutico Militare” verso il futuro.

Conclusioni

Sono tanti quindi i momenti storici e gli interventi che hanno contraddistinto lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare nell’ambito della Farmacologia e della Sanità e che oggi lo rendono un’eccellenza scientifica italiana.

In occasione del 170° anniversario della sua fondazione, nel giugno del 2023, si è tenuta una cerimonia commemorativa alla presenza del Presidente della Repubblica (Figura 12) preceduta da alcune “giornate di porte aperte” alla cittadinanza, grazie alle quali è stato possibile conoscere e ripercorre l’affascinante storia della “fabbrica salvavita pronta ad ogni emergenza”.

Fonti:

Crediti di immagini:

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Lara Schepis

Ho studiato Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche presso l'Università degli Studi di Firenze. Amo la lettura e sono appassionata di scienza, elementi che convergono nella mia attività di articolista di Microbiologia Italia

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