Autismo e vaccini: storia di una bufala

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I vaccini sono forse uno dei più grandi traguardi raggiunti dall’uomo moderno. Grazie ai vaccini si sono ridotti fino a scomparire i casi di malattie come la difterite, che in passato mieteva vittime in modo quasi incontrollato. Oggi l’industria farmaceutica seleziona e crea vaccini per le malattie più disparate, sia di origine virale che batterica, con indiscusso giovamento per la comunità. I vaccini sono un modo per far entrare in contatto il sistema immunitario con antigeni selezionati, e far sviluppare difese immunitarie in condizioni controllate senza lo sviluppo di patologie. Per ottenere un vaccino si individua quindi un antigene, che sia una proteina o altro componente di virus o batteri, lo si isola o si produce sotto forma di proteina ricombinante, il prodotto viene quindi purificato e addizionato con stabilizzanti o adiuvanti per poi essere utilizzato. Questa descrizione schematica intende solo chiarire il procedimento ideale che segue la produzione dei vaccini, le questioni normative e etiche collegate alla sperimentazione e alla messa in commercio dei vaccini non è oggetto di questo articolo. I vaccini vengono dunque somministrati alla popolazione per combattere o prevenire epidemie in modo da abbattere sia il rischio che i costi sociali. Basti pensare alla vaccinazione anti-influenzale, che previene rischi di aggravamento della patologia in determinate fasce di popolazione e il lievitare dei costi sociali da sostenere sia in termini di cure mediche che in termini di produttività. Malattie virali pediatriche come rosolia, morbillo e parotite (“orecchioni”) sono oggetto di piani di osservazione e eliminazione a causa dei rischi correlati. Per quanto riguarda il morbillo le complicazioni sono relativamente rare, ma il virus è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche, e si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunodepresse. Per questo occorre tenere sotto controllo il diffondersi della malattia. Le complicazioni legate alla rosolia sono di carattere prettamente congenito: contrarre il virus per una donna in gravidanza significa correre il rischio di aborto spontaneo, morte intrauterina o gravi malformazioni per il neonato. È chiaro quindi l’interesse dedicato alla vaccinazione.

La vaccinazione capillare della popolazione offre infatti la possibilità di abbassare notevolmente il rischio di epidemie mantenendo il numero di individui potenzialmente suscettibili (non vaccinati) sotto una soglia critica (5%) determinata da calcoli precisi, secondo il fenomeno noto come immunità di gregge. Perdere l’immunità di gregge significa aprire la porta alle potenziali epidemie con tutte le conseguenze del caso.

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Dal vaiolo alla polio, i vaccini ci hanno salvato la vita

Nel 1998 la prestigiosa rivista The Lancet pubblicò un articolo del Dr Andrew Wakefield e collaboratori che discuteva la correlazione tra vaccino contro rosolia, morbillo e parotite e disturbi dello spettro dell’autismo trovando motivazioni per negare l’utilità di vaccinare. La vaccinazione sarebbe stata responsabile dell’insorgenza di disturbi dello spettro dell’autismo. Sebbene l’approccio metodologico lasciasse a desiderare e la numerosità del campione fosse alquanto discutibile, questo lavoro per dieci anni almeno ha avuto il potere di influenzare l’opinione pubblica e la comunità scientifica. Molti gruppi di ricerca hanno infatti tentato di verificare le conclusioni di Wakefield, dando vita ad un vero e proprio filone di ricerca con il risultato di dimostrare la mancanza di correlazione tra autismo e vaccini. Nel corso degli anni il re è rimasto nudo, per così dire, e le pecche del lavoro di Wakefield sono emerse delineando un quadro preoccupante in cui emerge anche un interesse economico da parte di Wakefield stesso nel giungere a certe conclusioni. Tutto questo ha portato alla necessità da parte di organismi internazionali e non come OMS, CDC, ISS di smentire e chiarire: “I dati epidemiologici disponibili dimostrano in modo conclusivo che non esiste alcuna prova di un’associazione causale tra vaccini per morbillo, parotite e rosolia, e lo sviluppo di disturbi dello spettro autistico. Gli studi che in passato hanno suggerito l’esistenza di questo link causale si sono rivelati essere delle frodi che contenevano importanti errori metodologici”.

Le conseguenze di questa mistificazione scientifica sono state la radiazione dall’Albo per Wakefield, il ritiro dell’articolo da parte di The Lancet, e (quel che è peggio) il diffondersi nella popolazione di una diffidenza nei confronti dei vaccini in generale che sta portando alla perdita dell’immunità di gregge, con conseguente esposizione a rischio di epidemie. Ma i vaccini sono effettivamente esenti da rischio? Risponde a questa domanda una pagina del sito dell’Istituto Superiore di Sanità (http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/FAQ_Oms_Ita.asp): “I vaccini in uso sono molto sicuri. La maggior parte delle reazioni avverse alle vaccinazioni, per esempio un braccio dolorante o un modesto rialzo febbrile, è in genere lieve e transitoria. Gli eventi gravi sono molto rari e sono attentamente controllati e valutati. È molto più probabile che la salute venga gravemente compromessa da una malattia prevenibile da vaccinazione che dalla vaccinazione stessa.

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Consultando questa pagina web emerge come i danni che questo studio avventatamente pubblicato ha prodotto siano gravi e difficili da eradicare. La correlazione vaccini-autismo si evolve nelle credenze popolari in correlazione vaccini-epilessia, nella credenza che i vaccini contengano pericolosamente mercurio e chi più ne ha più ne metta. Wakefield ha avuto il merito indiscusso di portare la scienza sul terreno della superstizione, in una spirale di false notizie ed evidenze mai comprovate che portano adesso a dover chiarire l’utilità della vaccinazione, e portare informazioni corrette a fronte della disinformazione che prolifera sul web.

Rimane però l’interrogativo: sono davvero aumentati i disturbi dello spettro dell’autismo? L’unico dato certo sembra essere legato al miglioramento degli strumenti diagnostici, e alla maggiore sensibilizzazione degli specialisti. Solo nel 1988 ha iniziato a essere disponibile uno strumento standardizzato di valutazione con accettabile attendibilità, la Childhood Autism Rating Scale (CARS), e solo nel 1994 e nel 2000 sono rispettivamente state rese disponibili delle interviste diagnostiche standardizzate con alta attendibilità e validità, la Autism Diagnostic Interview-Revised (ADI-R) e la Autism Diagnostic Observation Schedule (ADOS), che richiedono un addestramento specifico e hanno lunghi tempi di somministrazione. Tutto quello che succedeva prima di queste date risulta codificato diversamente e quindi diversamente interpretabile e difficilmente confrontabile con dati ottenuti più recentemente.

Ancora una volta quindi la metodologia e la sensibilità delle analisi influenzano la lettura finale. L’omissione volontaria di alcuni particolari, così come il deliberato insistere su altri senza fornire una visione completa e scientificamente solida sono un’arma potente, che proietta ombre inquietanti su coloro che strumentalizzano l’opinione pubblica diffondendo credenze invece di dati scientifici.

L’ignoranza è forse l’unica malattia che non riusciremo a eradicare nonostante i vaccini. 

 

Bibliografia:

  • Fine P, Eames K, Heymann DL. “Herd immunity”: a rough guide. Clin Infect Dis.  2011 Apr 1;52(7):911-6. doi: 10.1093/cid/cir007. Review. PubMed PMID: 21427399.

Sitografia:

  • http://www.historyofvaccines.org/content/how-vaccines-are-made
  • http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/MPR_autismo.asp
  • http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/PianoEliminazioneMorbilloRosoliaCongenita2010-2015.asp
  • http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/morbillo.asp
  • http://www.epicentro.iss.it/problemi/rosolia/rosolia.asp
  • https://www.sciencebasedmedicine.org/lancet-retracts-wakefield-article/
  • http://www.wired.it/scienza/medicina/2016/07/01/vaccini-autismo-storia-bufala/
  • http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/pdf/Piemonte.pdf
  • http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/FAQ_Oms_Ita.asp
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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

2 commenti su “Autismo e vaccini: storia di una bufala”

  1. Qualsiasi pediatra puo’ confermare – in anonimato – che i bambini non vaccinati sono piu’ sani di quelli vaccinati. I vaccini sono inutili e pericolosi.

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