Come funziona il sistema immunitario?
La risposta immunitaria adattativa, normalmente, viene attivata quando una cellula infettata acquisisce una molecola ritenuta “non self” dall’organismo chiamata ANTIGENE. L’antigene convenzionale è processato dalla cellula ospite e legato a una proteina MHC attivando i linfociti T. Questi riconoscono l’antigene peptidico attraverso recettori superficiali antigene-specifici chiamati recettori delle cellule T (TCR) e corecettori CD4 e CD8. Le cellule T possono essere cellule T citotossiche (Tc), cellule T helper 1(TH1) e cellule T helper 2 (TH2). Tc rispondono rilasciando citotossine capaci di perforare la cellula bersaglio e indurre apoptosi. TH1 rispondono producendo citochine che stimolano i macrofagi a incrementare l’attività fagocitaria e provocano infiammazione. TH2 svolgono un ruolo fondamentale nell’attivazione delle cellule B e nella produzione di anticorpi. Quindi prima dell’avvio della risposta immunitaria, si ha la presentazione dell’antigene al complesso maggiore di istocompatibilità MHC con l’attivazione delle cellule T.
Come i superantigeni attivano i linfociti T?
I superantigeni sono proteine che, attivando un numero maggiore di cellule T rispetto alla normale risposta immunitaria, causano una risposta molto marcata. Questo succede perché i superantigeni differiscono dagli antigeni convenzionali nel loro modo di legarsi al TCR. Gli antigeni convenzionali interagiscono con entrambe le regioni variabili del recettore, mentre i superantigeni reagiscono esclusivamente con una sola delle due porzioni variabili che compongono il TCR.

Superantigeni e tossine
Il prototipo dei superantigeni è un gruppo di tossine, come per esempio la tossina dello shock tossico (TSST-1) o l’enterotossina tossica prodotte da ceppi di Staphylococcus aureus, capaci di causare intossicazioni alimentare. Un altro esempio di superantigene è la tossina eritrogenica prodotta da Streptococcus pyogenes, responsabile della scarlattina.
Questi batteri che producono superantigeni, innescano l’attivazione dal 5 al 20% delle cellule T dell’organismo causando una risposta immunitaria patologica, con sintomi come febbre elevata e nausea. La TSST-1 e le altre tossine correlate vengono definite “supertossine”, poiché in grado di provocare un’intensa risposta infiammatoria, mediante la forte stimolazione della produzione di numerose citochine pro-infiammatorie. L’importante stato infiammatorio che ne deriva, potrebbe causare un danno di uno o più organi provocando la sindrome dello shock tossico.
Fonti
- Quando la risposta immunitaria è peggiore del male – Le Scienze
- Superantigeni (skuola.net)
- Sindrome da shock tossico: cause, sintomi, pericoli (thewom.it)
Fonti immagini
- Figura 1: https://images.treccani.it/ext-tool/intra/images/8/8e/IMMAGINI_superantigeni.jpg
- Immagine in evidenza: Superantigene (dr-gumpert.de)