La crescita di infezioni di AIDS nei giovani può essere correlata all’abbattimento di vaccinazioni anti-vaiolose?
L’AIDS, o sindrome dell’immunodeficienza acquisita, causata dal virus dell’HIV, non è certo una malattia sconosciuta. Protagonista indiscussa dell’ultimo biennio del ‘900, di questa sindrome (oltre alle statistiche) ci parlano i film, i libri, e tutto un movimento globale, che ha combattuto questa malattia fino a farla diventare un vero e proprio incubo, conosciuto e temuto in quasi ogni angolo del mondo.

Questa campagna in passato ha portato risultati tangibili in termini di calo delle infezioni, ma è ancora così?
Oggi lo spettro dell’AIDS sta tornando in forze, i numeri hanno iniziato ad aumentare anziché diminuire, definendo un trend opposto a quello di una decina d’anni fa.
Gli studiosi non individuano una sola causa: indubbiamente attori, se non protagonisti, di questa crescita, almeno in Africa, sono: “la presenza delle guerre, il riutilizzo di aghi non sterili e la contaminazione dei lotti del vaccino contro la poliomielite” spiega il dottor Weinstein, tuttavia “tutte queste motivazioni non sono sufficienti a spiegare il comportamento della pandemia da HIV”.
Un altro possibile fattore, questa volta di tipo sociale, è l’altra faccia della medaglia del grande calo ottenuto nella prevenzione dell’AIDS: a diminuzioni nel numero di infezioni è seguito un forte calo di tensione.
Ma non si fermano qui, il fattore-shock arriva da un recente studio, ed è assolutamente incredibile.
È partito tutto quasi per caso: prima l’intuizione, poi la ricerca e lo studio, quindi i risultati che hanno confermato: la vittoria contro il vaiolo potrebbe essere uno dei motivi per cui stiamo perdendo, di nuovo, la lotta contro l’AIDS.
La ricerca è partita dalla George Mason University (Virginia) in associazione con la George Washington University e con l’UCLA, è stata diretta dal dottor Raymond Weinstein e pubblicata sul prestigioso giornale BMC Immunology. La tesi è che la cessazione delle vaccinazioni anti-vaiolo avrebbe accelerato il contagio da AIDS, che quindi la sconfitta del vaiolo avrebbe in qualche modo favorito la propagazione del virus HIV.
Con la scomparsa del vaiolo, la prima malattia al mondo dichiarata eradicata dall’OMS nel 1980 (ultimo caso in Somalia nel 1977), si è ovviamente interrotta la somministrazione del vaccino anti-vaiolo. Questo fattore è, secondo i ricercatori, una delle cause scatenanti della diffusione dell’AIDS.
Per verificare l’ipotesi di un collegamento tra l’interruzione del vaccino e la diffusione della malattia essi hanno prelevato campioni di sangue sia da soggetti vaccinati contro il vaiolo che da non vaccinati, e li hanno sottoposti all’attacco del HIV.
Sorprendentemente i risultati raccolti hanno evidenziato una differenza del tasso di replicazione del virus di ben 5 volte maggiore nelle cellule del sangue dei soggetti non vaccinati rispetto a quelli vaccinati.
“Al momento, nonostante i primi stupefacenti risultati, è ancora troppo presto per affermare che il ritiro del vaccino del vaiolo abbia contribuito all’esplosione iniziale di casi di HIV in tutto il mondo, ma” conclude il direttore clinico del Terrence Higgins Trust e dottor Jason Warriner, “rimane una potenziale spiegazione plausibile“.