Tanatologia forense: ruolo dell’umor vitreo nel Post Mortem Interval

anatomia dell'occhio
Figura 1 – Anatomia dell’occhio [Fonte: otticasilvestri.it]

Introduzione

Nell’immaginario comune la morte è vista come una soglia assoluta, un momento ben definito. In realtà la scienza ha dimostrato quanto può essere incerto il confine tra la vita e la morte, la quale deve essere vista come un processo e non come un preciso istante. Dal punto di vista giuridico é stata introdotta una definizione ufficiale di ‘morte legale’ che é la seguente: ”la morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo ”(art 1 Legge 29 1993 n 578).

Cercare di stabilire, nel modo più preciso possibile, quando è sopraggiunta la morte di un soggetto assume particolare importanza nell’ambito dell’attività investigativa. 

Nello specifico, la Tanatologia forense, branca della medicina legale, si occupa di studiare l’avvenuto decesso, nonché l’epoca della morte e le relative modificazioni che attraversa il cadavere; i cosiddetti fenomeni cadaverici.

Tra le funzioni principali che la tanatologia forense offre, possiamo individuare due macroaree:

  • Tanatodiagnosi: accertamento della morte in un individuo, ovvero stabilire il decesso del soggetto in esame.
  • Tanatocronologia: si intende lo studio dell’epoca della morte sulla base della valutazione comparativa dei fenomeni post-mortali, i quali permettono di risalire all’epoca del decesso. Il concetto di epoca è molto importante, in quanto risulta complicato stabilire un un intervallo di tempo preciso.

Metodi che aiutano a risalire al PMI (post mortem interval)

A seguito della morte, il corpo è soggetto a una successione di eventi e trasformazioni. Esistono numerosi metodi per risalire al tempo della morte. Alcuni morfologici, come il livor mortis, (accumuli di sangue visibili sulla cute nelle parti più basse, in relazione alla posizione assunta dal cadavere); altri fisici, come il rigor mortis, anche definito irrigidimento muscolare; altri ancora chimici, come lo studio dell’umor vitreo (tessuto connettivo interno all’occhio). Nessuno però da solo porta ad una sicurezza assoluta.

Infine, ma non ultimo, la tanatocronologia si basa sullo studio della fauna (animali) e della flora (materiale vegetale) per ricostruire per via zoologica, ecologica e forense il tempo intercorso dalla morte al ritrovamento.

La tanatocronologia, dunque, è un campo molto vasto e in questo articolo sarà approfondito nello specifico il ruolo dell’umor vitreo. Prima di entrare in dettaglio, verrà fatta una presentazione generale dei vari fenomeni cadaverici.

Classificazione dei fenomeni cadaverici o tanatologici

Lo studio dei fenomeni cadaverici nella tanatocronologia ha posto in evidenza che alla morte dell’organismo non segue repentinamente la morte di tutti i tessuti. Le cellule della maggior parte dei tessuti conservano una loro vitalità (vita residua) che dipende prevalentemente dalla disponibilità di ossigeno. Un esempio è rappresentato dal continuo accrescimento dei peli, capelli e unghie nel cadavere, anche a distanza di molti giorni (o settimane) dal decesso.

Sostanzialmente possiamo ascrivere i fenomeni tanatologici a due gruppi:

  • Negativi (abiotici): Avvengono molto precocemente dopo la morte. Questi si suddividono in immediati e consecutivi. Da un punto di vista medico legale i fenomeni immediati non sono probatori della morte, perché possono essere osservati in numerose patologie. Tra quelli consecutivi troviamo: raffreddamento (algor mortis), disidratazione, livor mortis, rigor mortis, acidificazione ed eccitabilità neuromuscolare.
  • Positivi (trasformativi): Sono di grande interesse entomologico forense perché tardivi. Questi si suddividono in distruttivi (es. putrefazione) e conservativi (es. mummificazione).

Evaporazione o disidratazione del bulbo oculare

L’evaporazione interviene per mancato afflusso di sangue nelle parti più superficiali del cadavere, quindi sulla pelle e sulle mucose e in tutte le zone più esposte. Di particolare interesse medico legale troviamo la disidratazione del bulbo oculare (tanato-oftalmologia). Il grado di evaporazione è fortemente influenzato dalle condizioni ambientali esterne.

Disidratazione del bulbo oculare post-mortem
Figura 2 – Disidratazione del bulbo oculare post-mortem [Fonte: Università degli studi di Firenze]
  • a = dopo 5 giorni – le palpebre erano state mantenute chiuse: evaporazione e opacamento;
  • b = 6° giorno – dopo intensa aerazione;
  • c = 7° giorno – disfacimento con riassorbimento delle strutture interne oculari (umor vitreo);
  • d = 9° giorno – disfacimento con riassorbimento delle strutture esterne oculari.

Ruolo dell’umor vitreo per stabilire l’epoca di morte

L’analisi biochimica di diversi fluidi corporei in relazione al loro intervallo di morte è diventata un’utile procedura supplementare ai segni tradizionali come il livor mortis e il rigor mortis nella stima del PMI.

Il fluido contenuto negli occhi (umor vitreo), è particolarmente utile nei processi di accertamenti delle cause di un decesso ed è utilizzato per la ricerca di numerose sostanze come droghe ed elettroliti. Questo perché, oltre ad essere facilmente prelevabile, l’umor vitreo è in grado di conservare piuttosto bene i livelli di concentrazione di queste sostanze presenti prima della morte dell’individuo. Il bulbo oculare ha un volume elevato, è facilmente ottenibile, è generalmente esente da contaminazioni e le modifiche dei suoi parametri biochimici avvengono in modo più graduale.

Potassio e ammonio rilevabili nell’umor vitreo post mortem

Numerosi studi hanno stabilito la potenziale utilità dell’umor vitreo nella stima del PMI. Poche sostanze hanno ricevuto la massima attenzione, tra queste il potassio e la molecola ammonio. In diversi studi, l’aumento del potassio nell’umor vitreo dopo la morte sembra essere un fenomeno costante. Si è potuto notare, infatti, un progressivo aumento della concentrazione di potassio parallelamente all’aumento dell’intervallo di morte.

L’organismo mantiene un’elevata concentrazione di potassio nel liquido intracellulare. E’ stato visto che la concentrazione intracellulare di potassio nell’umor vitreo è da 2 a 40 volte superiore a quella di potassio nel plasma. Il periodo successivo alle prime 24 ore post mortem risulta essere il momento di lavoro più utile per fare questo tipo di analisi. Allo stesso modo, in un recente studio condotto dall’università di Verona, è stata dimostrata una relazione diretta anche fra l’aumento della concentrazione della molecola ammonio nell’umor vitreo, e il tempo trascorso tra la morte e il ritrovamento del cadavere.

Fattori che influenzano la concentrazione di potassio nell’umor vitreo

Alcuni fattori possono spiegare marcate variazioni nel comportamento del potassio vitreo post mortem. Questi fattori sono classificati come esterni e interni. I fattori esterni comprendono il campionamento, la strumentazione e la temperatura ambientale del corpo durante il periodo post mortem. Anche altri fattori, come le differenze di campionamento e di strumentazione, possono spiegare le variazioni. I principali fattori interni che possono influenzare il potassio vitreo post mortem sono l’età e lo stato metabolico ante mortem dell’individuo.

Come si ottiene l’umor vitreo utile per le analisi?

Utilizzando un ago ipodermico sterilizzato, si aspirano 1,5–2 ml di umor vitreo cristallino dal lato esterno di ciascun occhio. L’analisi viene eseguita immediatamente dopo l’aspirazione dell’umor vitreo.

Conclusioni

In seguito ai molteplici studi effettuati a riguardo, si può concludere che l’umor vitreo può essere utile nella diagnosi di patologie o condizioni cliniche responsabili del decesso, come chetoacidosi diabetica, disidratazione, insufficienza renale, asfissia e altri.

Secondo diversi ricercatori è quindi confermato un ruolo importante del potassio vitreo nella stima del PMI. Altri marcatori biochimici del vitreo come l’ipoxantina, la xantina, il lattato e il calcio, possono essere utili complementi del potassio nella stima del PMI. Anche la misurazione di livelli di glucosio nell’umor vitreo post mortem può aiutare nella diagnosi di diabete mellito o iperglicemia.

Un’ultima constatazione che si può fare è che i corpi mantenuti a temperature più calde presentano livelli di potassio vitreo più elevati rispetto a quelli tenuti a temperature più basse. Nei paesi europei, a causa del clima freddo, i corpi sono ben conservati e meno soggetti a un rapido deterioramento rispetto ai corpi trovati nei paesi tropicali caldi come l’India, il che infatti causa variazioni nei risultati.

Fonti:

  • https://labtestsonline.it/approfondimenti/il-mondo-delle-analisi-forensi.html
  • Role of vitreous humor biochemistry in forensic pathology. A Thesis submitted to the College of Graduate Studies and Research in Partial Fulfillment of the Requirements for the Degree of Master of Science in the Department of Pathology, College of Medicine. University of Saskatchewan By Amit Mulla-Saskatoon, Saskatchewan
  • Nilesh Keshav Tumram, Vipul Namdeorao Ambade & Anand Paikuji Dongre (2014) Tanatochemisty: Study of vitreus humor potassium, Alexandria Journal of Medicine, 50:4, 465-368, DOI: 10.1016/j.aime.2013.12.002
  • https://almanacco.cnr.it/articolo/3718/nuovo-calcolo-l-attimo-della-morte
  • https://iris.univr.it/bitstream/11562/509352/1/2010LIBROABSTRACTSMargherita.pdf
  • https://www.simlaweb.it/the-angels-of-death/
  • https://www.scienzeforensi.net/blog/?tanatologia-forense–l-accertamento-della-morte-e-le-sue-trasformazioni

Crediti immagini:

  • Immagine in evidenza: https://blog.necrologi-italia.it/_optografiaforense/
  • Figura 1: http://www.otticasilvestri.it/carousel-gallery-post/
  • Figura 2: Università degli studi di Firenze

Foto dell'autore

Annalisa Disisto

Faccio parte della grande famiglia di Microbiologia Italia, sito di divulgazione microbiologica in Italia. Originaria della Basilicata, sono laureanda magistrale in Biologia Molecolare ed Applicata, ad indirizzo Forense presso l'Università degli studi di Firenze. Il campo delle scienze forensi mi appassiona particolarmente e per questo ho deciso di effettuare il mio traineeship presso l'Instituto de medicina legal y ciencias forenses de Aragòn in Spagna. Amo passare il tempo libero immersa nella natura e viaggiando per scoprire nuove mete e amo gli animali; ho una piccola pinscher che è la mia fonte di gioia quotidiana.

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