Caratteristiche di Xerocomus armeniacus
Xerocomus armeniacus è un fungo molto diffuso nel sud dell’Europa, in cui trova il suo habitat ideale nelle regioni a clima mite durante il periodo estivo e autunnale. Il termine “armeniacus” deriva dal latino e significa “albicocco”, infatti deve il suo nome alla colorazione caratteristica del cappello, di tonalità variabile dal rosa- fucsia, al giallo-arancio, albicocco, fino al rosso scuro. I suoi colori, così accesi e vivaci, attireranno sicuramente la vostra attenzione.
Potrete trovarlo solitario o in gruppi in prossimità di alberi con cui instaura un rapporto di simbiosi, in cui entrambi i partecipanti (ovvero il fungo e la pianta ospite) traggono vantaggio. È un fungo commestibile, previa asportazione del gambo, che è coriaceo e quindi non digeribile.
Filogenesi
Regno | Fungi |
Divisione | Basidiomycota |
Classe | Agaricomycetes |
Ordine | Boletales |
Famiglia | Boletaceae |
Genere | Xerocomus |
Specie | Xerocomus armeniacus |
Sinonimi:
- Boletus armeniacus
- Xerocomellus armeniacus
- Rheubarbariboletus armeniacus
Morfologia
Il cappello, emisferico o convesso nei giovani esemplari, diventa guancialiforme e con il margine involuto e disteso quando i funghi raggiungono la completa maturazione. Il diametro è variabile tra i 4 e i 10 cm (fino a 20 cm). Il cappello ha superficie pileica opaca, feltrata, areolata in caso di tempo secco, fino a lasciare intravvedere la carne giallastra sottostante. Il colore è una particolarità di questo fungo, che può variare tonalità dal rosa-fucsia, malva, rosa-porpora, rosa incarnato, rosa salmone, terracotta, giallo-arancio, albicocca, ciclamino, rosso vivace fino a rosso scuro.
L’imenoforo è la parte dello sporoforo in cui si sviluppa l’imenio, ovvero la parte fertile del fungo, ed è formato da elementi fertili, utili a portare a maturazione le spore, e da elementi sterili con funzione strutturale. L’imenoforo di Xerocomus armeniacus è strutturato in tubuli annessi o adnati di colore giallo intenso, che vira al giallo-verde per poi diventare olivastro a maturazione. Se tagliato o lesionato, l’imenoforo vira colore al blu. I pori sono inizialmente minuti e tendono ad allargarsi con l’età del fungo e, in generale, si presentano con forma angolosa e colorazione gialla come quella dei tubuli, ma con riflessi rosa-rossastri a maturità. Questa colorazione vira al blu in seguito a pressione o lesione.
Il gambo ha forma cilindrica e può essere slanciato oppure corto e tozzo; è ventricoso (panciuto) con la base affusolata e radicante. In genere, le sue dimensioni variano da 4-10 cm x 1-3 cm, e la superficie appare fibrillosa, con costolature leggere e anastomosate a formare uno pseudoreticolo. La colorazione è simile a quella del cappello o meno intensa, e vira al giallo verso la parte apicale, ma cambia colore in verde-bluastro in seguito al tocco.
La carne di questo fungo è soda, ma cambia presto consistenza diventando molle. Ha una colorazione giallo vivo, eccetto la base del gambo che appare arancio-ocra, e vira al blu in prossimità dei tubuli e della parte apicale del gambo con la manipolazione. Ha un odore debole e fruttato e sapore gradevole.
Le spore hanno forma elissoidale-fusiforme e dimensioni di circa 11-13 µm x 4-5 µm, con colorazione giallastra.
Ciclo biologico
Come descritto nelle caratteristiche morfologiche, i funghi sviluppano al di sotto del cappello l’imenoforo, l’area dello sporoforo i cui si sviluppa la parte fertile del fungo, l’imenio. I tubuli che lo compongono sono facilmente separabili dal resto del cappello. All’interno di questi tubuli maturano le spore, precisamente in apposite strutture chiamate basidi, che ne garantiscono il sostegno. La spora matura viene espulsa attraverso i pori, che si trovano al termine dei tubuli, e germinerà nel momento in cui troverà una pianta con cui instaurare un rapporto di simbiosi. Quindi si stabilirà in prossimità degli apici radicali, con i quali stabilirà una collaborazione attraverso lo sviluppo delle proprie ife.
Il ruolo di simbionte
Xerocomus armeniacus instaura con la pianta ospite un rapporto simbiotico mutualistico, in cui entrambi i simbionti traggono vantaggio. Più precisamente, si tratta di una simbiosi di tipo micorrizico. Il fungo agisce per rendere disponibili per la pianta gli elementi presenti nel terreno che non sono prontamente disponibili, facilitandone così l’assorbimento per mezzo delle radici. L’ospite, invece, rielabora queste sostanze inorganiche attraverso i propri meccanismi metabolici. I prodotti finali sono sostanze ricche di elementi nutritivi utili anche per il fungo, che riceve dalla pianta il nutrimento che non riuscirebbe a sintetizzare in maniera autonoma.
Principali piante ospiti di Xerocomus armeniacus
Questa specie fungina può crescere solitaria o in gruppi nel periodo estivo-autunnale prevalentemente nei boschi di latifoglie soleggiati. Tra le piante ospiti predilige il castagno e le querce, e instaura simbiosi anche con tiglio, erica ma anche pino e altre specie.
Fonti
- https://www.agraria.org/funghi/xerocomus-armeniacus.htm
- https://www.funghiitaliani.it/topic/15513-rheubarbariboletus-armeniacus%C2%A0qu%C3%A9l-vizzini-simonini-gelardi-2015/
- http://www.salvatoresaitta.it/pages/fungi/xerocomus_armeniacus.htm
- https://enciclopedia.funghiitaliani.it/termine.php?show=144
- https://www.researchgate.net/profile/Giampaolo_Simonini/publication/275958611_Xerocomus_armeniacus_ed_i_suoi_aspetti_cromatici/links/554b6da20cf29f836c96b182.pd
- http://www.nuovamicologia.eu/wp-content/uploads/2011/10/Boletaceae_1.pdf
- https://www.mycobank.org/page/Name%20details%20page/field/Mycobank%20%23/551216