Haloterregina hispanica

Caratteristiche di Haloterrigena hispanica

Haloterrigena hispanica è un microrganismo estremofilo alofilo facente parte del dominio archea. Fu isolato per la prima volta in uno stagno salato cristallizzato a Fuente de Pedra, Malaga, In Spagna, nell’estate del 2005. Nessun altro ceppo era stato osservato prima d’ora in questo luogo, quindi la presenza di H. hispanica fu una scoperta sensazionale.
Ha una morfologia coccoide ma diventa ovale in una colonia stazionaria. H. hispanica è inoltre un gram negativo.
Essendo un alofilo, per la sua crescita richiede il 15% (p/v) di NaCl, una temperatura compresa tra i 37°C e i 60°C, con un optimum di 50°C. Tollera un pH compreso tra 6,5 ed 8,5.

Haloterrigena hispanica al microscopio ottico.
Figura 1 – Haloterrigena hispanica al microscopio ottico; [Fonte: scattata presso i laboratori del ICB-CNR di Pozzuoli da Sharon Corvino.]

Filogenesi

DOMINIO: Archea
REGNO: Euriacheota;
PHYLUM: Euriacheota;
CLASSE: Alobatteri;
ORDINE: Nitrialbali;
FAMIGLIA: Nitrialbacee;
GENERE: Haloterrigena;
SPECIE: Hispanica.

Genoma e metabolismo

Haloterrigena hispanica è chemo-organotrofo e aerobico. Ciò significa che è un organismo eterotrofo che utilizza i composti organici assunti con la nutrizione sia come fonte energetica per produrre ATP, sia per costruire le molecole organiche utili alla cellula. Inoltre, essendo aerobico significa che utilizza l’ossigeno.
Il ceppo di Haloterrigena hispanica isolato è sia ossidasi che catalasi positivo. L’ossidasi è un enzima che è in grado di catalizzare una reazione di ossidazione; la catalasi è invece un enzima che scinde il perossido d’idrogeno in acqua ed ossigeno, e fa parte della classe delle ossidoreduttasi.
Inoltre formazione di indolo è positiva. Si osserva una riduzione dei nitriti, ma non una riduzione dei nitrati. Gelatina, amido, caseina e Tweens 20, 40 e 60 non sono idrolizzati. 
Il contenuto di G+C del DNA genomico è del 62,0% in moli.

Haloterrigena hispanica ceppo FP1 su terreno solido in agar.
Figura 2 – Haloterrigena hispanica ceppo FP1 su terreno solido in agar; [Fonte: scattata presso i laboratori ICB-CNR di Pozzuoli da Sharon Corvino.]

Morfologia delle colonie di Haloterrigena hispanica

Il ceppo isolato in Spagna di Haloterrigena hispanica è FP1. Le colonie sono coccoidi ma diventano ovali nelle colture stazionarie, Gram-negative e in grado di crescere in un intervallo ristretto di salinità. Le colonie su terreno agar complesso sono di colore rosso chiaro. 
Per la crescita sono utilizzati diversi substrati, ossia: glicerolo, acetato di sodio, propionato di sodio e citrato di sodio.

Ecologia

Haloterrigena hispanica è un microrganismo relativamente nuovo per cui si conosce ancora poco circa la sua importanza ecologica e le sue applicazioni biotecnologiche. Sicuramente si può affermare che questo estremofilo alofilo è utilizzato per gli studi di astrobiologia. Esso, infatti, vivendo in ambiente cosiddetto estremo, può essere utilizzato per le simulazioni di vita spaziali.
Haloterrigena hispanica, infatti, è stato utilizzato in studi per la simulazione di vita sulla superficie marziana. I riscontri sono stati positivi ma lo studio effettuato è ancora molto preliminare per affermare che questo archeobatterio è in grado di sopravvivere sulla superficie di Marte.

In conclusione gli studi su Haloterrigena hispanica sono ancora in corso e in futuro avremo sicuramente maggiori informazioni riguardo a questo microrganismo dalle caretteristiche molto peculiari.

Fonti

Crediti immagine

  • Immagine in evidenza e Figura 1: Haloterrigena hispanica al microscopio ottico scattata presso i laboratori del ICB-CNR di Pozzuoli da Sharon Corvino;
  • Figura 2: Haloterrigena hispanica ceppo FP1 su terreno solido in agar; scattata presso i laboratori ICB-CNR di Pozzuoli da Sharon Corvino.
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Sharon Corvino

Sono Sharon Corvino, ho 24 anni e vivo a Napoli. Sono dottoressa triennale in Scienze Biologiche presso l'Università degli Studi di Napoli "Parthenope" e attualmente frequento la magistrale in Biologia Molecolare e Cellulare all'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Sono particolarmente interessata al campo dell'astrobiologia e il mio obiettivo, oltre a diventare una ricercatrice nel settore, è di far conoscere questa disciplina ad un ampio pubblico dato che è ancora sconosciuta ai molti. Al di fuori dell'università, amo la lettura (prediligo fantasy, thirller e classici) e la fotografia. Per maggiori informazioni vi rimando ai miei social.

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