Hymenolepis nana

Hymenolepis nana fu identificato e individuato per la prima volta nel 1852 dal medico Theodore Bilharz (1825 – 1862) nell’intestino tenue di un bambino di sei anni durante un’autopsia. Nel 1887, Giovanni Battista Grassi (1854 – 1925) dimostrò che H. nana poteva avere un ciclo di trasmissione diretta nei ratti senza un ospite intermedio. Oltre a ciò, nel 1911, Charles Nicolle (1866 – 1936) e Edward A. Minchin (1866 – 1915) dimostrarono che H. nana poteva avere anche un ciclo di trasmissione indiretta che coinvolgeva pulci o coleotteri come ospiti intermedi. Nel 1921, Y. Saeki stabilì che era presente un ciclo di trasmissione diretto nell’uomo. (Figura 1)

Caratteristiche

Hymenolepis nana è una tenia appartenente alla classe dei Cestoda a cui fanno parte Teania solium e Taenia saginata, responsabile della parassitosi conosciuta con il nome di imenolepiasi. Questa parassitosi, diffusa a livello mondiale, interessa in particolare i paesi tropicali e subtropicali. Un’altra specie responsabile di questa parassitosi è Hymenolepis diminuta.

Filogenesi

DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumPlatyhelminthes
ClasseCestoda
OrdineCyclophyllidea
FamigliaHymenolepididae
Genere Hymenolepis
SpecieH. nana
Tabella 1 – Filogenesi di Hymenolepis nana

Morfologia strutturale

Il ciclo vitale di Hymenolepis nana è caratterizzato da diversi stadi di sviluppo e generalmente dura dalle quattro alle sei settimane. L’esemplare adulto può raggiungere una lunghezza massima compresa tra i 35 – 45 mm. Lo “scolex” o testa è molto piccolo ed è seguito da un brevissimo collo a cui a sua volta segue il resto del corpo, costituito da 150 – 200 elementi ripetuti chiamati proglottidi. Inoltre la testa o “scolex” presenta quattro ventose e un rostrello con 20 – 30 ganci cheratinizzati utilizzati per l’adesione ai villi intestinali. (Figura 2)

Esemplare adulto di H. nana
Figura 2 – Esemplare adulto di H. nana

H. nana è un organismo ermafrodita infatti all’interno di alcune proglottidi sono presenti sia gli organi riproduttivi maschili sia quelli femminili. I segmenti gravidi si staccano e si disintegrano nell’intestino tenue, rilasciando le uova fecondate e embrionate. Le uova possono sopravvivere per 10 giorni nell’ambiente esterno dopo essere state rilasciate dall’ospite definitivo attraverso le feci. (Figura 4)

Uova embrionate di H. nana
Figura 4 – Uova embrionate di H. nana

Quando le uova vengono ingerite dagli ospiti intermedi, vengono rilasciate le oncosfere contenute nelle uova. Le oncosfere o larve esacante, penetrano nei villi intestinali e si sviluppano in larve cisticercoidi. Quando i villi intestinali si rompono, i cisticercoidi ritornano nel lume intestinale, evaginano i loro scolex e si attaccano alla mucosa intestinale portando allo sviluppo degli esemplari adulti.

Patogenesi

L’infestazione dell’uomo da parte di Hymenolepis nana può avvenire in diversi modi:

  • Autoinfestazione interna: in questo caso le uova si schiudono nell’intestino dell’ospite, per cui l’uomo rappresenta sia l’ospite intermedio sia quello definitivo, permettendo così l’inizio di una seconda generazione;
  • Trasmissione oro-fecale: le uova rilasciate dall’ospite definitivo vengono rilasciate nell’ambiente esterno e possono contaminare sia l’acqua che gli alimenti;
  • Ciclo indiretto: le uova rilasciate nell’ambiente vengono ingerite dagli ospiti intermedi insetti o dalle pulci nei quali si sviluppano le larve cisticercoidi, queste una volta che vengono ingerite dai roditori o dall’uomo si sviluppano nell’esemplare adulto che darà nuovamente inizio al ciclo riproduttivo. (Figura 5)
Ciclo vitale di Hymenolepis nana
Figura 5 – Ciclo vitale di Hymenolepis nana

Manifestazioni cliniche

L’imenolepiasi provocata da H. nana è frequente tra i bambini che vivono in condizioni di povertà e di scarsa igiene. Generalmente questa parassitosi è asintomatica tuttavia quando sono presenti gravi infezioni possono manifestarsi i seguenti sintomi:

  • diarrea;
  • anoressia;
  • dolore addominale;
  • prurito anale.

Metodi di identificazione

L’identificazione di H. nana prevede la ricerca delle uova fecondate all’interno delle feci del paziente inoltre le uova possono essere prelevate dalle proglottidi gravide. (Video 1)

Video 1 – Feci bagnate di paziente dove è possibile osservare le uova di H. nana

Terapia e prevenzione

La terapia prevede l’utilizzo di farmaci come:

  • Praziquantel: questo è il farmaco principale utilizzato contro la parassitosi poiché colpisce sia il cisticercoide nel tessuto dei villi che l’adulto. Inoltre è consigliata una singola dose di 5-10 mg / kg;
  • Nitazoxanide: rappresenta una terapia alternativa per il trattamento di parassitosi per i bambini contro protozoi intestinali ed elminti, il farmaco è un antiparassitario ad ampio spettro;
  • Niclosamide: Il farmaco è efficace solo contro l’esemplare adulto ma inefficace contro il cisticercoide tuttavia se utilizzato è necessario riesaminare le feci del paziente dopo la terapia che dura circa per diversi giorni.

Inoltre per poter prevenire infezioni da parte di Hymenolepis nana, un ruolo importante è svolto dal prevenire il contatto di cibo e acqua con feci contaminate e pulci o coleotteri contaminati. I roditori rappresentano un bacino e il controllo delle loro popolazioni può ridurre l’incidenza dell’infezione nonostante il mantenimento di piccole popolazioni di roditori sia impegnativo.

Ismael Sanchez Polanco

Fonti

Fonti immagini

  • https://www.cdc.gov/dpdx/hymenolepiasis/index.html
  • http://medicalpicturesinfo.com/hymenolepis-nana/
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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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