Se vi dicessimo che esistono delle mosche che, per crescere e maturare, hanno bisogno di svilupparsi all’interno degli animali, uomo compreso, ci credereste?
Ebbene sì, stiamo parlando delle cosiddette miasi(dal greco μυῖα, mosca appunto).
Oestrus ovis e la miasi che infesta anche l’uomo
È credenza comune che questo tipo di patologia sia diffusa solo nelle aree tropicali, ma in realtà è presente anche nelle aree del mediterraneo. Infatti, Oestrus ovis, conosciuta comunemente come mosca delle pecore, è un Dittero le cui larve possono causare miasi che interessano principalmente le cavità sinusali di piccoli ruminanti.
Sebbene le larve di questa mosca siano specificatamente note per infestare pecore e capre, sono stati documentati, nel corso degli anni, diversi casi di infestazione accidentale di O.ovis nell’uomo in tutto il mondo. La miasi colpisce diverse zone del corpo quali faringe e seni nasali, le orecchie, lo stomaco e gli occhi. Questo ultimo caso, noto come oftalmomiasi, è tra i siti più comuni di infestazione umana.
La mosca infatti è attratta dalla pupilla che, essendo nera, ricorda all’insetto una fessura, e quindi un luogo sicuro dove depositare le sue larve. In genere l’infestazione negli animali nelle aree mediterranee è più diffusa nei mesi caldi, da maggio a ottobre; pertanto le infestazioni da miasi umana diventano più frequenti in questi mesi.
Se è intuitivo pensare che i soggetti maggiormente colpiti da questa miasi sono agricoltori e pastori in contatto col bestiame, in realtà, studi effettuati dal Dipartimento di Medicina Veterinaria di Sassari, hanno portato alla luce casi anche in aree urbane e in turisti di ritorno da Sardegna, Corsica e Sicilia. Tutti i soggetti infestati non avevano avuto nessun contatto con animali e manifestavano rossore alla congiuntiva, profusa lacrimazione e la sensazione di un corpo estraneo che si muoveva all’interno dell’occhio. I casi son stati trattati attraverso rimozione delle larve e somministrazione di antibiotico topico.
Quali possono essere le ragioni dietro all’aumento di casi nell’uomo?
- Il riscaldamento globale: se l’area del mediterraneo risulta un’area geografica ideale per lo sviluppo di O.ovis, il riscaldamento globale contribuisce alla creazione di habitat sempre più adatti al suo sviluppo e alla sua sopravvivenza.
- Il cosiddetto “fenomeno di zooprofilassi”: quando non ci sono ospiti alternativi all’uomo, aumenta il rischio di infezione.
- Il movimento degli animali nelle aree periurbane: questo fenomeno, infatti, può favorire l’infestazione di ospiti umani in contesti urbani e periurbani.
- l’uso dei prodotti cosmetici: le mosche femmine adulte di O. ovis hanno piccole antenne ben sviluppate che sono attivate da determinati composti come dimetil-disolfuro (DMDS), acido pentanoico, acido butanoico e acido esanoico. Di conseguenza è probabile che siano attratte da creme e prodotti per il make-up.
- l’utilizzo di letame o fertilizzanti nei prati e nei parchi vicini alle piscine ad uso ricreativo: questo potrebbe attirare i ditteri, aumentando il contatto con gli esseri umani che diventano vittime accidentali in assenza di ospiti permissivi.
Fonti:
- Tamponi, C., Pasini, C., Ahmed, F., Dessì, G., Contu, E., Porcu, F. & Varcasia, A. (2022). External ophthalmomyiasis by Oestrus ovis in tourists visiting Italy. Report of three cases and a literature review. Travel Medicine and Infectious Disease, 102279.
- Brini, C., Nguon, B., Miglietta, E., Sala, L., Acutis, P. L., Riina, M. V. & Varcasia, A. (2019). Rhinomyiasis by Oestrus ovis in a tourist returning from Corsica. Parasitology Research, 118(12), 3217-3221.