Salute Genetica della schizofrenia: questa malattia psichiatrica potrebbe avere origine nell’utero

La schizofrenia è un disturbo psichiatrico che colpisce un’ampia fascia di popolazione ed è caratterizzato da sintomi come deliri, allucinazioni, ritiro sociale e deterioramento delle capacità cognitive e affettive. Recentemente, uno studio ha rivelato che la schizofrenia potrebbe avere origine già nell’utero nelle prime fasi embrionali. Questa scoperta potrebbe aprire nuove strade nella ricerca di trattamenti farmacologici più efficaci per questa malattia.

La schizofrenia potrebbe avere origine nell'utero
Figura 1 – Schizofrenia: i fattori genetici e ambientali che ne influenzano lo sviluppo

La schizofrenia potrebbe avere origine nell’utero

La schizofrenia è un disturbo psichiatrico che si manifesta solitamente all’inizio dell’età adulta e colpisce una persona ogni 300. I sintomi della schizofrenia comprendono deliri, allucinazioni, ritiro sociale e un progressivo deterioramento delle capacità cognitive e affettive. Le cause della schizofrenia sono ancora poco chiare, ma si ritiene che sia una combinazione di fattori genetici e ambientali a predisporre una persona a sviluppare questa condizione. Traumi al momento del parto, traumi durante l’infanzia, infezioni virali e l’uso di sostanze psicoattive sono considerati possibili fattori ambientali di rischio.

Mutazioni casuali e schizofrenia che hanno origine nell’utero

Fino ad oggi, la componente genetica della schizofrenia è stata associata a una dozzina di mutazioni ereditarie. Tuttavia, uno studio recente condotto presso il Boston Children’s Hospital ha individuato due nuove mutazioni genetiche somatiche, ovvero non ereditate ma acquisite casualmente durante le prime fasi dello sviluppo embrionale. Queste mutazioni potrebbero svolgere un ruolo significativo nello sviluppo della schizofrenia.

Una piccola differenza

Analizzando i dati genetici di più di 12.800 adulti affetti da schizofrenia e oltre 11.600 individui non affetti, i ricercatori hanno scoperto che in sei persone affette da schizofrenia, ma in nessuna di quelle senza la malattia, era presente una delezione del gene chiamato NRXN1.

È stato subito evidente che questa mutazione non era ereditaria, poiché in genere le mutazioni ereditarie sono presenti in tutte le cellule del corpo. Invece, la mutazione individuata nei sei individui con schizofrenia era presente solo in una percentuale di cellule sanguigne compresa tra il 14 e il 43%. Si ritiene che questa mutazione sia avvenuta in una singola cellula durante le prime fasi dello sviluppo embrionale e sia stata trasmessa solo ai discendenti di quella cellula. Il gene NRXN1 codifica per una proteina che regola il numero e la densità delle connessioni tra i neuroni ed è pertanto importante per il corretto funzionamento del cervello.

Farmaci inefficaci e mutazioni ABCB11

Altre mutazioni genetiche sono state identificate nel gene chiamato ABCB11, che si sono riscontrate nel 18-27% delle cellule del sangue di sei partecipanti con schizofrenia. Questi individui non hanno risposto positivamente a un trattamento farmacologico con clozapina, un farmaco comunemente utilizzato per trattare la schizofrenia. Il gene ABCB11 codifica per una proteina coinvolta nel trasporto di sali digestivi al fegato ed è attivo nei neuroni che producono dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nel benessere. Le mutazioni a carico di questo gene potrebbero influenzare l’efficacia dei farmaci usati per trattare la schizofrenia, rendendoli meno efficaci nel controllo dei sintomi della malattia.

Un tassello in più per comprendere la schizofrenia

Secondo i ricercatori, le due mutazioni genetiche individuate in questo studio potrebbero contribuire in modo significativo all’architettura genetica della schizofrenia. Comprendere meglio i meccanismi biologici alla base della malattia potrebbe aprire la strada a trattamenti farmacologici più mirati ed efficaci. Questa scoperta fornisce nuovi spunti di ricerca per sviluppare terapie personalizzate per i pazienti affetti da schizofrenia.

Conclusioni

In conclusione, la schizofrenia è un disturbo psichiatrico complesso che coinvolge una combinazione di fattori genetici e ambientali. Le recenti scoperte riguardanti rare mutazioni genetiche non ereditarie, avvenute durante le prime fasi dello sviluppo embrionale, offrono nuove prospettive nella comprensione e nel trattamento della malattia. Le mutazioni individuate nel gene NRXN1 e nel gene ABCB11 potrebbero contribuire in modo significativo alla predisposizione alla schizofrenia e all’efficacia dei trattamenti farmacologici.

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Nazzareno Silvestri

Sono Nazzareno, scrivo da Messina. Il mio amore per la divulgazione scientifica nasce tanti anni fa, e si concretizza nel pieno delle sue energie oggi, per Microbiologia Italia. Ho diverse passioni: dalla scienza al fitness. Spero che il mio contributo possa essere significativo per ogni lettore e lettrice, tra una pausa e l'altra.

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