Caratteristiche
Legionella pneumophila è un batterio Gram negativo, capace di modificare la propria morfologia e dotato di flagelli che gli permettono una certa motilità. Privo di glicocalice e non sporigeno, L. pneumophila è responsabile della della legionellosi, detta anche “Malattia del legionario” o, nei casi più leggeri, “Febbre di Pontiac“. Se ne conoscono almeno 70 sierotipi e il genere Legionella deve il suo nome ad un’epidemia del 1976 che colpì i partecipanti di un raduno della Legione Americana a Philadelphia, causando 221 infetti e 34 morti.
Tassonomia
Dominio | Bacteria |
Phylum | Pseudomonadota |
Classe | Gammaproteobacteria |
Ordine | Legionellales |
Famiglia | Legionellaceae |
Genere | Legionella |
Specie | Legionella pneumophila |
Morfologia delle colonie
Le colonie di L. pneumophila richiedono 36 ore di incubazione su piastra di Petri prima di essere visibili. Il loro colore, normalmente, varia da viola a verde e dipende dall’età della coltura e dallo spessore della piastra di Petri.
Patogenesi
La legionellosi è facilmente contraibile per via respiratoria, per mezzo di aspirazioni o inalazioni, e si può manifestare in due forme principali:
- Legionellosi, o malattia del legionario, vera e propria, che si manifesta, successivamente a 2-10 giorni di incubazione del batterio ormai inalato, per mezzo di una polmonite infettiva e, in alcuni casi, attraverso sintomi extra-polmonari, come febbre, sintomi gastrointestinali e cianosi. Nei casi più gravi può provocare ascessi polmonari, insufficienza respiratoria, malattie del sangue, caratterizzate dalla formazioni di trombi, e insufficienza renale;
- Febbre di Pontiac, la quale si manifesta, entro 48 ore dall’inalazione del batterio, per mezzo di una influenza particolarmente acuta che non colpisce i polmoni e, solitamente, passa dopo 2-5 giorni. In alcuni casi, i sintomi più classici sono preceduti da un malessere generale e mialgie, con conseguente influenza e, a volte, diarrea, nausea e vertigini.
In generale, il suo tasso di mortalità si aggira tra il 5% e il 10% ma arriva all’80% nei pazienti immunodepressi.
Modalità di trasmissione e il caso Legionella a Palermo
L. pneumophila trova il suo habitat ideale negli ambienti umidi, prediligendo sorgenti, acque termali, fanghi, laghi e fiumi, quest’ultimi sia naturali che artificiali; a partire da questi, il responsabile della legionellosi è capace di arrivare a noi per mezzo delle falde acquifere e degli impianti idrici cittadini, arrivando a svilupparsi nelle tubature, nei rubinetti, nelle fontane e nei serbatoi dei privati. Proprio da quest’ultimi, ad oggi, sembrerebbe essersi sviluppata quella che si spera non debba essere presto definita un’epidemia di Legionella a Palermo.
Nel Capoluogo siciliano, infatti, le ultime sono ore di tensione, con edifici pubblici e privati sgomberati, al fine di evitare o limitare possibili focolai di L. pneumophila, le cui tracce si stanno ritrovando in rubinetti e tubature. Le autorità sanitarie locali stanno svolgendo ancora analisi in tutta la città, al fine di limitare ulteriori possibili contaminazioni, nonché per definire eventuali responsabilità, che, per ora, sembrerebbero non ricadere sull’azienda municipalizzata della città che si occupa della gestione delle reti idriche pubbliche, bensì sulla scarsa manutenzione di autoclavi, serbatoi e tubature di privati ormai attempati e deteriorati.
Legionella a Palermo e non solo: non è la prima volta in Italia
Tuttavia, questo non è il primo caso a Palermo, in cui il batterio venne ritrovato nelle tubature di una villa già ad inizio 2022, mentre anche a Brescia, città che ha già vissuto un’epidemia di L. pneumophila nel 2018 con 10 morti e più di mille contagi, lo scorso mese venne dichiarato un contagio, fortunatamente colpito lievemente. Ciò suggerisce, inevitabilmente, che il rischio di rintracciare questo microrganismo nelle tubature è effettivamente presente, così come è altrettanto certa, però, una grande tempestività delle autorità sanitarie locali, capaci di limitare le possibilità di focolaio e riducendo quelle che potrebbero apparire come possibili epidemie, in semplici casi sporadici, evitando soprattutto vittime.
Tecniche di prevenzione
Com’è facile intuire, quindi, il miglior modo per prevenire lo sviluppo di L. pneumophila sta in una adeguata progettazione e soprattutto manutenzione della rete idrica pubblica, nonché di serbatoi ed autoclavi private. Quest’ultime, in particolare, andrebbero svuotate e sanificate ad intervalli regolari, evitando di utilizzare tubature di collegamento troppo vecchie o danneggiate, al fine di limitare il più possibile lo sviluppo di colonie del batterio e, di conseguenza, focolai di legionellosi.
Terapie e cura
Spesso, in caso di Febbre di Pontiac non serve adottare alcuna terapia al fine di contrastare la malattia, la quale tende a risolversi da sé entro pochi giorni; nel caso di legionellosi propriamente detta, invece, questa va limitata nella sua evoluzione attraverso specifici trattamenti e terapie antibiotiche, solitamente usando, sotto prescrizione medica, farmaci chinoloni, macrolidi e tetracicline, spesso indispensabili per contrastare le forme di infezione più gravi.
Fonti
- https://www.epicentro.iss.it/
- http://www.apsi.it/public/ufiles/smi/id18_3_it_150414.pdf
- https://it.wikipedia.org/wiki/
- https://tg24.sky.it/palermo/2022/01/10/villa-niscemi-palermo
- https://amp.tgcom24.mediaset.it/tgcom24/article/54779448
- https://www.lasicilia.it/cronaca/news/a-palermo-nuovo-focolaio-di-cos-e-e-come-si-cura-l-portata-dall-acqua-1844782/amp/
Crediti immagini
- Immagine in evidenza: https://www.pragmachimica.it/che-cose-la-il-batterio-dellestate/
- Figura 1: https://en.wikipedia.org/wiki/
- Figura 2: https://www.lacooltura.com/2020/09/-il-batterio-aria-condizionata/
- Figura 3: https://pixnio.com/it/scienza/immagini-microscopio/-cellule-ricerca
- Figura 4: https://www.palermotoday.it/cronaca/villa-niscemi-chiusa-legionella.html