Parkinson: un’epidemia silenziosa che colpisce anche i giovani

Parkinson e giovani

La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso. E’ caratterizzata principalmente da sintomi motori come tremori, rigidità muscolare e difficoltà nel coordinamento dei movimenti. È la seconda patologia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer. L’età media di esordio si attesta intorno ai 60 anni, tuttavia, non è limitata agli adulti e agli anziani. Esiste un numero significativo di casi con esordio giovanile, con circa il 5% dei pazienti che sviluppa la malattia prima dei 40 anni, e in alcuni casi, addirittura prima dei 10 anni. Celebrità come Michael J. Fox hanno reso noto il loro status di malati di Parkinson, rivelando che la malattia può colpire anche individui giovani e attivi nel culmine delle loro carriere.

Secondo Pezzoli il Parkinson non è raro e colpisce anche i giovani

Secondo il neurologo Gianni Pezzoli, presidente dell’Associazione Italiana Parkinsoniani e della Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson, la malattia di Parkinson non è rara. Colpisce un numero considerevole di persone in giovane età. In Italia, si stima che circa ventimila persone affrontino la malattia in giovane età. E’ un numero che aumenta ancora di più se consideriamo l’esordio precoce entro i cinquanta anni. Questo significa che la malattia colpisce una popolazione ancora attiva dal punto di vista sociale, lavorativo e riproduttivo.

Parkinson giovani
Figura 1 – Il Parkinson è una malattia che colpisce anche i ragazzi giovani e non solo gli adulti e gli anziani: spieghiamo che tipologia di malattia è!

L’Importanza della genetica nella malattia di Parkinson

La genetica svolge un ruolo significativo nello sviluppo della malattia di Parkinson. Secondo il neurologo Pezzoli, nel 50-60% dei casi la genetica gioca un ruolo fondamentale, specialmente quando ci sono precedenti familiari di Parkinson. Una delle mutazioni genetiche più studiate associata a un aumento del rischio di sviluppare la malattia è il gene GBA. Questo gene rappresenta il fattore di rischio genetico più comune associato al Parkinson. Tuttavia, è importante sottolineare che non tutte le persone portatrici del gene GBA o di altri geni associati al Parkinson svilupperanno necessariamente la malattia.

La ricerca attuale si concentra sullo studio di una combinazione di geni responsabili dello smaltimento delle proteine, poiché accumuli di proteine tossiche a livello cerebrale impediscono il normale funzionamento delle cellule nervose, inclusa la respirazione cellulare. È noto che alcuni pesticidi ed erbicidi sono associati da tempo alla malattia neurodegenerativa. Uno studio recente pubblicato sulla rivista Nature ha identificato 10 pesticidi capaci di danneggiare in modo significativo i neuroni dopaminergici, i quali sono coinvolti nella malattia di Parkinson. Sussistono anche veleni molto potenti che possono causare il Parkinson in poche settimane e in modo irreversibile, come ad esempio l’MPTP (metil fenil tetraidropiridina), una sostanza precedentemente utilizzata come diserbante. L’esposizione a pesticidi, erbicidi, insetticidi e fungicidi può avvenire attraverso l’assunzione di acqua o cibo contaminato, il contatto cutaneo o l’inalazione diretta, aumentando così il rischio soprattutto per i lavoratori agricoli.

L’Influenza della dieta e dei farmaci sull’insorgenza del Parkinson

Alcuni studi hanno evidenziato un possibile legame tra una dieta ricca di latticini e un aumentato rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. È stato ipotizzato che l’alto consumo di latticini possa alterare il microbiota intestinale, poiché determinati batteri intestinali “cattivi” sono associati anche a malattie neurodegenerative. Inoltre, l’alimentazione degli animali da cui derivano i prodotti caseari potrebbe essere influenzata dall’assunzione di erbicidi tossici, potenzialmente dannosi per i neuroni dopaminergici.

Un altro fattore che può contribuire all’insorgenza del Parkinson è l’abuso di farmaci antinausea, antivertigini e antipsicotici tipici. Farmaci a base di metoclopramide, comunemente utilizzati per il controllo della nausea, possono causare parkinsonismo quando assunti in modo cronico. Tuttavia, è importante sottolineare che, in molti casi, l’interruzione di questi farmaci può portare a una regressione dei sintomi, soprattutto nei pazienti più giovani che presentano una maggiore plasticità cerebrale rispetto agli anziani.

Possibili cause infettive e diagnosi

Un recente studio condotto dal Karolinska Institute di Stoccolma ha evidenziato un possibile ruolo degli agenti infettivi nello sviluppo delle malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer. Si ipotizza che virus, batteri o una combinazione di entrambi contratti intorno ai 40 anni possano innescare o accelerare i processi che portano allo sviluppo di queste patologie. Si è anche osservato che l’infezione può penetrare dal naso e risalire ai nervi fino al sistema nervoso centrale. La riduzione dell’olfatto è uno dei sintomi precoci della malattia di Parkinson, che può manifestarsi anche dieci anni prima dei sintomi motori. Inoltre, la presenza di determinati batteri nell’intestino è stata associata alla malattia di Parkinson, suggerendo un possibile percorso di diffusione dalla periferia al sistema nervoso centrale.

La diagnosi della malattia di Parkinson giovanile può essere complessa, poiché spesso i sintomi vengono attribuiti ad altre patologie ortopediche o psichiatriche. Pertanto, è fondamentale sottoporre i pazienti a una visita neurologica, che rappresenta il primo punto di contatto tra il medico e il paziente. Una corretta diagnosi richiede una valutazione clinica approfondita, seguita, se necessario, da esami strumentali come la risonanza magnetica nucleare ad alto campo, la SPECT DATscan, la PET cerebrale e la scintigrafia del miocardio. Tali esami forniscono supporto alla diagnosi clinica e possono aiutare a identificare le caratteristiche tipiche della malattia di Parkinson.

Trattamenti e prospettive future

I pazienti giovani solitamente rispondono bene alla terapia con levodopa, che viene somministrata a dosaggi ridotti insieme ad agonisti dopaminergici. Tuttavia, è importante considerare gli effetti collaterali dei farmaci, poiché nei pazienti più giovani possono verificarsi aumenti della libido che possono influire sulla qualità di vita. Mentre i sintomi della malattia sono simili sia nei giovani che negli anziani, la progressione della patologia solitamente è più lenta nei pazienti giovani. Tuttavia, poiché l’aspettativa di vita dei pazienti giovani è molto più lunga rispetto a quella degli anziani, è necessario gestire i sintomi motori per un periodo di tempo più prolungato.

Per i pazienti con una diagnosi di Parkinson da oltre 15 anni, sono disponibili terapie più avanzate come la stimolazione cerebrale profonda, che può fornire un migliore controllo dei sintomi motori debilitanti e dei tremori. Con i progressi nella tecnologia e nella ricerca, si prevede che le terapie miglioreranno ulteriormente nel tempo.

Chi colpisce il Parkinson? adulti, anziani e giovani!

In conclusione, la malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce sia adulti-anziani che individui giovani. La genetica, l’esposizione a pesticidi ed erbicidi, la dieta e l’abuso di farmaci possono contribuire all’insorgenza della malattia. Recenti studi hanno anche evidenziato un possibile ruolo degli agenti infettivi nello sviluppo del Parkinson. La diagnosi può essere complessa, ma una corretta valutazione clinica e gli esami strumentali possono aiutare a identificare la patologia. I trattamenti attuali, come la terapia con levodopa e la stimolazione cerebrale profonda, offrono un sollievo dai sintomi motori.

La ricerca continua a migliorare la comprensione della malattia di Parkinson e a sviluppare nuove terapie. È importante continuare a sostenere la ricerca scientifica e offrire supporto ai pazienti affetti da questa patologia. Con una maggiore consapevolezza e un migliore accesso alle cure, possiamo migliorare la qualità di vita dei pazienti e lavorare verso la scoperta di una cura definitiva per la malattia di Parkinson.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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