Alcune persone presentano evidenti segni neuropatologici della malattia di Alzheimer nel cervello, hanno una certa resilienza e non manifestano sintomi di demenza o declino cognitivo. Questo fenomeno, noto dagli anni Novanta, resta un mistero per gli scienziati. Un recente studio dell’Istituto di neuroscienze di Amsterdam, pubblicato su Acta Neuropathologica Communications, ha tentato di esplorare questo fenomeno, cercando di identificare i meccanismi cellulari, ambientali e genetici che rendono questi individui resistenti alla malattia.
L’enigma dei resilienti all’Alzheimer
Esplorazione della Resilienza all’Alzheimer
Gli studiosi hanno esaminato campioni di tessuto cerebrale conservati presso la Banca olandese del cervello, un archivio di cervelli donati alla scienza da oltre 5.000 persone con patologie cerebrali e neuropsichiatriche. Ogni campione era accompagnato da una cartella clinica dettagliata con i sintomi dei pazienti. Analizzando migliaia di campioni, il team olandese ha scoperto che solo 12 persone presentavano i segni tipici dell’Alzheimer senza mai aver sperimentato perdita di memoria, difficoltà nel linguaggio o problemi di orientamento. Questi casi rappresentano una forma di demenza asintomatica. Studiando questi 12 casi eccezionali, gli scienziati sperano di comprendere i meccanismi che rendono queste persone resilienti all’Alzheimer per sviluppare nuovi trattamenti contro la malattia.
Meccanismi genetici alterati
Questo tipo di resilienza era già stato osservato in precedenza e si ritiene che sia la genetica sia le scelte di vita possano avere un ruolo. Un esempio è riportato in uno studio pubblicato su Cell lo scorso anno, che descrive la storia di una donna portatrice di due copie di una rara variante genetica associata all’Alzheimer, che ha resistito alla malattia per tutta la vita.
Guidati dal dottor Luuk de Vries, i ricercatori olandesi hanno confrontato l’espressione genetica di persone con Alzheimer sintomatico, individui sani e i 12 casi di demenza asintomatica. «Analizzando l’espressione genetica, abbiamo scoperto che nel gruppo resiliente una serie di meccanismi erano alterati», ha spiegato il dottor Vries. «In particolare, gli astrociti producevano una maggiore quantità di metallotioneina antiossidante».
Il ruolo degli astrociti e delle cellule microgliali
Gli astrociti sono cellule gliali che supportano i neuroni, rimuovendo neurotrasmettitori non più necessari, proteggendo i neuroni da tossine e agenti patogeni, e prevenendo la sovrastimolazione. Gli astrociti lavorano insieme alle cellule microgliali, che difendono il sistema nervoso centrale, rimuovendo radicali liberi e proteine anomale. Quando la microglia funziona male, non riesce a segnalare che il pericolo è passato, provocando danni con una neuroinfiammazione cronica, un fattore cruciale nelle malattie come Alzheimer e Parkinson.
Come funziona il cervello dei resilienti
Nei cervelli dei resilienti, il percorso della microglia era meno attivo, con una maggiore efficienza nella rimozione delle proteine tossiche associate all’Alzheimer. Inoltre, i ricercatori hanno trovato indicatori di una maggiore quantità di mitocondri nelle cellule cerebrali, migliorando la produzione di energia. «Non è chiaro cosa ci sia dietro queste differenze e come si colleghino con l’Alzheimer, ma scoprire le basi molecolari della resilienza potrebbe essere un punto di partenza per creare nuovi farmaci contro la patologia neurologica», affermano gli scienziati.
Conclusione
FAQ:
- Cosa rende alcune persone resilienti all’Alzheimer? Le persone resilienti all’Alzheimer sembrano avere meccanismi cellulari e genetici alterati. Questi includono una maggiore attività antiossidante degli astrociti e una maggiore efficienza mitocondriale.
- Quali sono gli obiettivi dello studio sulla resilienza all’Alzheimer? Gli obiettivi principali sono comprendere i meccanismi alla base della resilienza per sviluppare nuovi trattamenti contro l’Alzheimer.
- Qual è il ruolo degli astrociti e delle cellule microgliali nella resilienza all’Alzheimer? Gli astrociti e le cellule microgliali supportano la funzione neuronale. Proteggono il cervello da tossine e rimuovendo proteine anomale. Nei cervelli resilienti, queste cellule sembrano funzionare in modo più efficiente.
- Cosa significa avere una demenza asintomatica? Avere una demenza asintomatica significa presentare segni neuropatologici dell’Alzheimer. Il tutto senza manifestare sintomi clinici come perdita di memoria o difficoltà cognitive.