Sindrome della morte in culla (SIDS)

La sindrome della morte in culla, conosciuta anche come “Sudden Infant Death Syndrome” (SIDS), è una tragica condizione che colpisce i bambini tra il primo mese e il primo anno di vita. La SIDS è una definizione applicata quando tutte le altre cause note di morte del neonato sono state escluse tramite autopsia e analisi accurate delle circostanze della sua morte. Nonostante non sia stata identificata una specifica patologia responsabile della SIDS, diversi studi e indagini hanno evidenziato comportamenti e fattori di rischio che possono influire significativamente sulla probabilità che tale sindrome si verifichi.

I fattori di rischio associati alla Sindrome della morte in culla

La sindrome della morte in culla presenta una maggiore probabilità di manifestarsi in presenza di alcune condizioni e comportamenti specifici da parte dei genitori e delle persone che si prendono cura dei neonati. Tra i fattori di rischio più rilevanti:

  • Posizione del sonno: far dormire il bambino in posizione prona, cioè sulla pancia, aumenta il rischio di SIDS. È consigliabile far dormire il neonato sulla schiena (posizione supina) per ridurre tale rischio.
  • Ambiente di sonno: l’utilizzo di materassi, cuscini e piumini soffici e avvolgenti può favorire l’insorgenza della SIDS. È consigliabile evitare tali elementi e assicurarsi che il neonato dorma in un ambiente sicuro e privo di potenziali ostacoli alla respirazione.
  • Esposizione al fumo: l’esposizione del feto e del neonato al fumo rappresenta un fattore di rischio significativo per la SIDS. Secondo i Cdc americani, l’esposizione al fumo durante la gravidanza triplica il rischio di SIDS, mentre l’esposizione a fumo passivo nei primi mesi di vita lo raddoppia.
  • Infezioni respiratorie: la presenza di infezioni respiratorie può influire sulla probabilità di SIDS.
  • Giovanissima età della madre e mancanza di assistenza adeguata: la giovane età della madre (inferiore a 20 anni) e la mancanza di un percorso di assistenza adeguata nel periodo pre e post natale possono contribuire all’aumento del rischio di SIDS.
  • Prematurità e basso peso alla nascita: i bambini nati prematuramente o con un basso peso alla nascita sono più suscettibili alla sindrome della morte in culla.

Prevenzione della Sindrome della morte in culla

Numerosi studi, sia americani che europei, hanno escluso la correlazione tra la somministrazione di vaccinazioni e la sindrome della morte in culla. Nonostante l’intenso programma di vaccinazione cui i neonati sono sottoposti nei primi mesi di vita, non vi è una connessione diretta tra le vaccinazioni e la SIDS.

La prevenzione della SIDS inizia con la consapevolezza dei comportamenti corretti durante il sonno del neonato. È importante seguire le seguenti raccomandazioni:

  • Far dormire il bambino sulla schiena (posizione supina).
Far dormire il bambino in posizione supina può prevenire la Sindrome della morte in culla
Figura 1 – Far dormire il bambino in posizione supina può prevenire la SIDS. [Fonte: https://www2.erie.gov/]
  • Favorire l’allattamento al seno nei primi sei mesi di vita, poiché è stato dimostrato che offre una certa protezione contro la SIDS.
  • Evitare il fumo durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino.
  • Utilizzare coperte ben rimboccate che non coprano il viso o la testa del neonato.
  • Limitare la presenza del bambino nel letto con altre persone durante il sonno, per evitare il rischio di soffocamento.
  • Evitare l’uso di cuscini soffici o altri materiali che potrebbero ostacolare la respirazione del bambino durante il sonno.
  • Assicurarsi che il bambino dorma in un ambiente a temperatura adeguata, con una corretta ventilazione.

La ricerca sulle cause biologiche della SIDS

Il Boston Children’s Hospital è impegnato in un programma di ricerca scientifica che mira a comprendere meglio le cause biologiche della sindrome della morte in culla. Attualmente, non esiste un metodo per identificare i neonati vivi a rischio di SIDS, ma la ricerca si sta concentrando su questo obiettivo.

Uno dei progetti di ricerca promettenti riguarda l’analisi di un’eventuale anomalia neurochimica nel tronco cerebrale, che potrebbe essere responsabile del mancato funzionamento delle risposte protettive legate alla respirazione, al cuore e all’eccitazione, considerate fattori chiave nella SIDS.

Gli studi condotti dalla neuropatologa infantile Hannah Kinney e dai suoi colleghi, hanno rivelato che i bambini deceduti a causa della SIDS presentano anomalie nel tronco encefalico, la regione cerebrale che controlla la respirazione, la risposta alla presenza di eccessiva anidride carbonica, nonché la regolazione della pressione sanguigna e della temperatura corporea, fattori fondamentali per il sonno e la veglia.

Le ricerche hanno evidenziato livelli più bassi di serotonina e di una proteina di segnalazione chiamata 14-3-3 nel tronco cerebrale dei neonati affetti da SIDS. Inoltre, sono stati riscontrati un numero significativamente inferiore di recettori per la serotonina e per un altro neurotrasmettitore chiamato GABA. Si ritiene che queste anomalie interferiscano con la capacità dei neonati di controllare adeguatamente le funzioni vitali che li mantengono in vita, portandoli, in ultima analisi, alla morte.

Il team di ricerca, guidato dalla Kinney, sta attualmente lavorando per identificare i bambini a maggior rischio di SIDS, al fine di sviluppare trattamenti mirati che possano proteggerli da questa devastante sindrome.

Conclusione

La sindrome della morte in culla rimane un enigma biologico che colpisce i neonati, causando la loro morte in modo improvviso e inaspettato. Sebbene non sia stata identificata una causa medica specifica per la SIDS, numerosi studi hanno evidenziato una serie di comportamenti e fattori di rischio che possono contribuire alla sua manifestazione.

È fondamentale che i genitori e le persone che si prendono cura dei neonati adottino precauzioni per ridurre il rischio di SIDS, come far dormire il bambino sulla schiena, evitare l’esposizione al fumo e creare un ambiente sicuro e confortevole per il sonno del bambino.

La ricerca scientifica sulle cause biologiche della SIDS è in corso, con l’obiettivo di identificare i neonati a maggior rischio e sviluppare trattamenti mirati che possano prevenire questa tragica sindrome. Grazie a questi sforzi, si spera di ridurre il numero di casi di SIDS e di fornire una maggiore sicurezza per i neonati e le loro famiglie.

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Roberta Maria Serra

Futura biologa, nutro un forte interesse per temi quali la salute e la prevenzione, di cui scrivo e curo una rubrica social per Microbiologia Italia. Altre mie passioni riguardano l’astronomia, la bioinformatica, la biostatistica e la ricerca clinica. Ritengo che saper comunicare argomenti di carattere scientifico con chiarezza e rigore sia importantissimo, soprattutto nel periodo in cui viviamo.

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