L’analisi scheletrica come indagine

La bioarcheologia è un campo di ricerca che si occupa dello studio dei resti biologici (scheletri umani e animali, pollini, ecc.) nei contesti archeologici. Per quanto riguarda lo studio degli scheletri umani, che rientra nel settore dell’antropologia, dall’analisi di ossa e denti si possono ottenere numerose informazioni che permettono di arricchire la conoscenza delle popolazioni del passato, sia dal punto di vista biologico sia da quello culturale.

È pertanto necessario che l’approccio sia di tipo interdisciplinare poiché, nella ricostruzione della vita dell’uomo e delle popolazioni del passato, è difficile, se non privo di senso, scindere gli aspetti biologici da quelli culturali.

Lo scheletro

Lo scheletro rappresenta il principale apparato di sostegno del corpo, ma alcune sue parti (cranio, canale vertebrale, cavità toracica) assolvono anche le funzioni di protezione di vari organi, inoltre lo scheletro dà anche inserzione ai muscoli e, pertanto, partecipa ai movimenti del corpo stesso. E’ inoltre un’importante riserva di sali di calcio.

Scheletro umano
Figura 1 – Scheletro umano

Il tessuto osseo

Il tessuto osseo è un particolare tipo di tessuto connettivo e, come in tutti i connettivi, sono presenti una porzione cellulare (gli osteociti) e una sostanza intercellulare altamente mineralizzata costituita da una parte organica (prevalentemente fibre collagene) e dalla sostanza fondamentale formata principalmente da sali di calcio. La sostanza intercellulare calcificata si organizza secondo strati, chiamate lamelle, alternate a strati di osteociti e la diversa disposizione delle lamelle dà origine a due diversi tipi di tessuto osseo.

Tessuto osseo compatto

Nel tessuto osseo compatto (un tipico esempio è rappresentato dalle diafisi delle ossa lunghe) le lamelle si dispongono in modo concentrico attorno ad un canale che contiene vasi e nervi e si forma così un osteone o sistema di Havers.

Tessuto osseo spugnoso

Nel tessuto osseo spugnoso (tipico ad esempio dell’epifisi delle ossa lunghe) le lamelle sono sovrapposte tra loro e sono orientate lungo le linee di trazione e pressione, per garantire la massima funzionalità. Nel tessuto spugnoso è molto abbondante il midollo osseo e qui avvengono le emopoiesi (processo di formazione degli elementi cellulari del sangue, quali globuli rossi, bianchi, piastrine).

I sali garantiscono durezza e rigidità all’osso e il collagene flessibilità; l’osso infatti diventa flessibile in casi di carenza di minerali, fragile e facilmente soggetto alla rottura in caso di carenza di sostanza organica.

Come arriva il materiale Scheletrico

L’antropologo è colui che studia le ossa. Il suo lavoro inizia sullo scavo archeologico e il primo problema che si pone è quello di interpretare il contesto del rinvenimento. Infatti è possibile essere in presenza di depositi non intenzionali: i reperti possono trovarsi in un determinato luogo per motivi accidentali, come spesso è accaduto per i primi ominidi (intervento di animali che ne hanno dilaniato il corpo, lasciando le ossa sparse nel terreno che, nel corso del tempo, sono state ricoperte dai sedimenti) o in seguito a eventi catastrofici.

Il materiale scheletrico, successivamente portato in laboratorio, è sottoposto a uno studio accurato comprendente il lavoro di restauro: pulizia a secco o lavaggio, assemblaggio e incollaggio, siglatura e catalogazione dei vari frammenti. In questo modo si cerca di ricostruire l’osso nella sua integrità per poter così effettuare le varie analisi antropologiche e per meglio conservare i materiali stessi.

I piani di simmetria del corpo per effettuare analisi scheletrica

Di fronte al materiale scheletrico restaurato occorre innanzitutto riconoscere di che osso si tratta e, tenendo conto dei piani di riferimento, stabilire il suo orientamento nello spazio, la lateralità (destro o sinistro), eccetera. Per poter meglio orientare l’osso ci si riferisce a piani di simmetria da cui si immagina tagliato il corpo.

Questo lavoro di restauro è tanto difficile quanto più il materiale è in cattivo stato di conservazione. Pertanto l’antropologo acquisisce specifiche competenze anatomiche che permette di riconoscere, anche da frammenti, di che parte di osso o di dente si tratta, aspetto molto utile soprattutto quando si studiano materiali molto antichi.

Piani di simmetria del corpo umano
Figura 2 – Piani di simmetria del corpo umano

Determinazione dell’età come analisi scheletrica

Dopo la fase del riconoscimento delle ossa bisogna risalire all’età e al sesso dell’individuo. Per quanto riguarda l’età dallo scheletro è possibile determinare l’età biologica o di sviluppo, risultato dell’interazione tra componente genetica, ambiente e tipo di vita e non dell’età reale, quella anagrafica. Infatti età biologica e cronologica possono non coincidere.

Nei soggetti in accrescimento i principali caratteri che vengono considerati per individuare l’età sono:

  • il grado di chiusura delle fontanelle craniche,
  • i gradi di sviluppo e fusione delle epifisi e diafisi delle ossa lunghe,
  • i tempi di sviluppo, mineralizzazione ed eruzioni dei denti da latte e definitivi.

La determinazione negli adulti

Negli individui adulti è più difficile l’attribuzione dell’età perché, terminata la crescita, non si riconoscono vere e proprie fasi di cambiamento dell’osso. I principali metodi per la stima dell’età sono rappresentati dal grado di chiusura delle suture craniche (con l’avanzare dell’età tendono a chiudersi fino a non essere più evidenti), dal grado di fusione dei corpi delle vertebre sacrali (negli individui giovani i corpi vertebrali tendono a non essere fusi tra loro) dall’individuazione della linea di fusione tra epifisi e diafisi (va scomparendo con l’età).

Usura dei denti

Un ulteriore metodo può essere rappresentato dall’usura dei denti che aumenta con l’età: in questo caso occorre però ricordare che l’usura varia in relazione alla consistenza dei cibi consumati e che quindi possono essere confrontate solo le popolazioni che presentano una dieta simile.

Determinazione del sesso attraverso l’analisi scheletrica

Il riconoscimento del sesso viene effettuato in genere solo sugli individui adulti in quanto ci si basa su elementi scheletrici riconducibili a caratteri sessuali secondari che compaiono durante la pubertà. Il bacino e il cranio sono i distretti scheletrici che possono fornire indicazioni più utili per la determinazione del sesso.

La conformazione del bacino femminile è legata al parto e pertanto sarà in generale più sviluppato in larghezza (basso e largo) mentre quello maschile è sviluppato in altezza (alto e stretto). Nel cranio i principali caratteri maschili sono rappresentati dal maggior sviluppo dei rilievi sopraorbitari (glabella e arcate sopracciliari), delle linee nucali e dell’inion, da una fronte sfuggente, da arcate zigomatiche alte e robuste, da un mento quadrangolare e un angolo mandibolare everso, ecc.

Sepolture multiple

Una volta attribuito sesso ed età, nel caso in cui ci si trovi in presenza di sepolture multiple o fosse comuni, occorre individuare il numero minimo di individui presenti nella sepoltura, contando le ossa e facendo le possibili attribuzioni.

La stima della statura

Partendo dai vari elementi dello scheletro è possibile, grazie ai diversi metodi, stimare la statura degli individui misurando la lunghezza delle ossa degli arti e utilizzando alcune formule che la mettono in relazione alla lunghezza degli arti e alla statura. Per questa stima sono più indicative le ossa dell’arto inferiore.

Dalle ossa si può risalire a diversi elementi

Lo stile di vita, il tipo di dieta e le attività svolte possono essere ricostruite studiando gli indicatori scheletrici di attività e le alterazioni e patologie scheletriche e dento-alveolari.

Per quanto riguarda gli indicatori di attività per l’analisi scheletrica, l’osso reagisce attivamente, producendo o riassorbendo l’osso preesistente, alle sollecitazioni meccaniche. Le aree più sollecitate da questo punto di vista sono quelle di inserzione dei muscoli e dei legamenti e quelle articolari. Si possono “leggere” in queste aree gli effetti di eventi microtraumatici, ripetitivi e di lieve intensità e quindi, se l’individuo era sottoposto ad attività fisica più o meno gravosa e logorante.

Denti

I denti sono la porzione dello scheletro che più si conserva dopo la morte dell’organismo e pertanto sono facilmente reperibili nei contesti di scavo. Essi sono costituiti in gran parte da tessuti mineralizzati che non vanno incontro ad alterazioni sostanziali nel corso del tempo. Per questo sono fondamentali nel caso in cui i resti scheletrici siano pochi e frammentari e possono essere la sola parte dello scheletro di cui si è in possesso.

Come anticipato i denti sono importanti nella determinazione dell’età dell’individuo: la loro forma, struttura e dimensioni è determinata geneticamente e, a differenza dell’osso, non si rimodella durante la vita dell’individuo, permettendo così di individuare eventuali casi di familiarità oppure favorendo la ricostruzione della filogenesi umana. La presenza di difetti nella formazione dello smalto può essere indicativa circa episodi di stress (nutrizionali, metabolici, febbri esentematiche, disturbi endocrini, ecc).

Altri dati dalla dentatura per l’analisi scheletrica

Inoltre i denti possono subire modificazioni nelle loro caratteristiche fisiologiche in seguito al contatto con alimenti di differente consistenza, composizione e modalità di preparazione. Di conseguenza nella cavità orale si sviluppano determinati tipi di organismi e particolari forze biomeccaniche che agiscono sui denti e sull’osso alveolare. Dallo studio di alcune patologie e alterazioni dento-alveolari è possibile risalire al tipo di dieta e allo stato nutrizionale delle popolazioni del passato.

Tuttavia i nutrienti contenuti negli alimenti non dipendono solo dal cibo ingerito, in quanto alcune barriere (ad esempio la gravidanza, alterazioni dell’assorbimento intestinale o altre patologie come il parassitismo) possono impedire il loro assorbimento.

Fonti

  • Belcastro Maria Giovanna, Facchini Lorenzo, Mariotti Valentina (2002) Le scienze naturali nella scuola. Bollettino dell’ A.N.I.S.N. (Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali). Anno X, n. 19. Liguori Editore, Napoli.
  • Canci Alessandro, Minozzi Simona (2005) Archeologia dei resti umani. Carrocci Editore, Roma.
  • Platzer Werner (2000) Apparato locomotore. Terza edizione italiana a cura di Orlandini Giovanni E. Casa Editrice Ambrosiana, Milano.
  • Spedini Gabriella (1997) Antropologia evoluzionistica. Piccin, Padova.
  • Larsen Clark Spencer (1997) Bioarcheology: interpreting behaviour from the human skeleton. Cambridge University Press.
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Bioarcheologia
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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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