Peeling viso ed esfolianti chimici

Peeling viso: cos’è e per cosa è usato

Il peeling viso è un trattamento di medicina estetica usato sia per prevenire e alleviare i segni dell’invecchiamento cutaneo, sia per il trattamento di cicatrici post acne. Può agire sia a livello superficiale, coinvolgendo solo l’epidermide, sia più in profondità, nel derma reticolare, in base al tipo di problema, all’età e alle caratteristiche della propria pelle.

Oltre a rendere la pelle più levigata e dall’aspetto più luminoso, questo trattamento è indicato per alleviare diversi inestetismi, quali cicatrici, ipercheratosi, macchie causate da un’eccessiva esposizione al sole, macchie senili, piccole rughe.

Tuttavia, in alcune circostanze è preferibile non eseguire il trattamento, come nel caso di infezioni sull’area da trattare, lesioni aperte, allergie alle componenti del peeling, tendenza alla formazione di cheloidi, assunzioni di farmaci fotosensibilizzanti, gravidanza e/o allattamento.

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Figura 1 – Trattamento peeling viso. [Fonte: https://www.rosannademichele.it/]

Esfolianti chimici: proprietà, caratteristiche e trattamento

Gli esfolianti usati per il peeling viso sono molteplici, e il loro utilizzo si basa sulle diverse proprietà degli stessi e sulle diverse problematiche da trattare. Di seguito sono elencati quelli maggiormente conosciuti e le loro caratteristiche:

  • acido glicolico;
  • acido salicilico;
  • acido lattico;
  • acido mandelico;
  • acido piruvico;
  • acido tricloroacetico
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Figura 2 – Peeling viso prima e dopo. [Fonte: https://www.mudrabeautyspa.com/]

Acido glicolico

L’acido glicolico è un α-idrossiacido con formula bruta C₂H₄O₃. Anche chiamato acido idrossiacetico o acido idrossietanoico, si trova in natura nella barbabietola da zucchero, dell’uva acerba, nella canna da zucchero, nell’ananas e nel melone.

Quest’acido ha numerose proprietà: esfolianti, rimodellanti e antiage, e proprietà schiarenti. Esso infatti inibisce le tirosinasi, enzimi che sintetizzano la melanina. Inoltre, il danno provocato all’epidermide innesca una reazione infiammatoria, rilasciando citochine IL-α che attivano fibroblasti, deputati alla sintesi di collagene, elastina e acido ialuronico con conseguente aumento dell’idratazione e del tono della pelle. Danneggiando le giunzioni tra i corneociti, desquama la pelle con conseguente azione esfoliante.

Ѐ ampiamente usato nei peeling molto superficiali (che coinvolgono esclusivamente l’epidermide) ad una concentrazione che varia dal 30% al 50%, prevalentemente per attenuare iperpigmentazioni superficiali e per levigare la superficie cutanea.

Acido salicilico

L’acido salicilico è un α-idrossiacido aromatico con formula C6H4(OH)COOH. Esso si trova nell’uva, nei tulipani, nelle fragole, e nella pianta Spiraea ulmaria. Ѐ utilizzato nei peeling viso per le sue proprietà sebostatiche, cheratolitiche e antibatteriche. Favorisce la desquamazione, interferendo con la cheratina che determina la coesione tra i corneociti, esfoliando quindi le cellule presenti sullo strato superficiale della pelle. Presenta infatti un grado di penetrabilità superficiale, non arrivando ad attaccare gli strati profondi del derma. Ѐ consigliato soprattutto nel trattamento di pelli miste e grasse per via delle sue attività sebostatiche e antibatteriche. Infatti riesce a penetrate all’interno della ghiandola sebacea, riducendo la produzione di sebo.

La sua azione antibatterica permette il suo utilizzo nei trattamenti in presenza di acne e comedoni, prevenendo colonizzazioni batteriche grazie alla conseguente riduzione di sebo dopo il suo utilizzo. Grazie alla sua azione cheratolitica è impiegato nel trattamento dei calli, ispessimenti della pelle dovuti ad iperproliferazione dello strato corneo.

Acido lattico

L’acido lattico o acido 2-idrossipropionico, è un α-idrossiacido contenuto nel latte inacidito. Promuove il rinnovamento cellulare grazie alla rimozione dello strato superficiale della pelle, stimolando la sintesi di collagene ed elastina. Per questo motivo è indicato per il trattamento di rughe superficiali e nei casi di perdita del tono della pelle. L’azione esfoliante permette anche il suo utilizzo nei casi di macchie cutanee dovute anche ad accumulo di melanociti. Grazie alla sua capacità di assorbimento dell’umidità dell’aria negli strati più superficiali della pelle, è particolarmente indicato per il trattamento delle pelli secche e disidratate.

Acido mandelico

L’acido mandelico è un α-idrossiacido aromatico solubile in acqua. Fu stato isolato per la prima volta dalla mandorla amara. Ѐ meno aggressivo rispetto agli altri α-idrossiacidi e per questo è particolarmente indicato per pelli sensibili. Per via della sua struttura molecolare che gli permette di penetrare molto più lentamente nella pelle, è indicato anche per trattamenti per lo più superficiali. Nei peeling viso viene utilizzato per via delle sue proprietà esfolianti, per ovviare alla perdita di tonicità stimolando i fibroblasti per una maggiore sintesi di collagene e di elastina. Noto per le sue proprietà antiaging, è usato con minor frequenza per il trattamento dell’iperpigmentazione. Tuttavia, talvolta viene impiegato nel trattamento dell’acne per via delle sue proprietà antibatteriche e sebostatiche.

Acido piruvico

L’acido piruvico è un α-chetoacido presente nella frutta fermentata e nelle mele. La presenza di un gruppo chetonico al posto di quello idrossilico (come nel caso degli α-idrossiacidi) gli conferisce una migliore capacità di penetrazione nella ghiandola sebacea. L’acido piruvico agisce a livello dell’epidermide, del derma papillare, in quest’ultimo caso stimolando la produzione di collagene ed elastina attraverso una reazione infiammatoria a livello dermico. Ha inoltre una grande capacità di penetrazione nel follicolo esercitando un potere betteriostatico e comedolitico.

Acido tricloroacetico

L’acido tricloroacetico è un acido carbossilico con formula Cl3CCOOH. Stimola la produzione di collagene ed elastina ed è caratterizzato da una spiccata attività cheratolitica e schiarente, nonché sebostatica. Ѐ largamente usato nei peeling viso di media intensità, a concentrazioni comprese tra il 35% ed il 50%, causando necrosi epidermica ed edema del derma papillare.

A concentrazioni più elevate rende possibile la correzione di difetti più marcati, come nel caso di cicatrici molto profonde o fotoinvecchiamento cutaneo accentuato.

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Roberta Maria Serra

Futura biologa, nutro un forte interesse per temi quali la salute e la prevenzione, di cui scrivo e curo una rubrica social per Microbiologia Italia. Altre mie passioni riguardano l’astronomia, la bioinformatica, la biostatistica e la ricerca clinica. Ritengo che saper comunicare argomenti di carattere scientifico con chiarezza e rigore sia importantissimo, soprattutto nel periodo in cui viviamo.

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