Inventario globale della plastica

La produzione di plastica e la gestione inadeguata stanno causando gravi danni agli ecosistemi a livello mondiale, con ricadute anche sull’economia. Per questo motivo si è alla ricerca di soluzioni adeguate da applicare su larga scala. Recentemente, le Nazioni Unite hanno proposto un “Trattato sulla plastica” per affrontare il problema a livello globale. Affinché le azioni previste siano veramente efficaci, è fondamentale conoscere non solo le emissioni globali di plastica ma anche quelle a livello locale. Serve quindi un inventario globale della plastica.

È ciò che hanno fatto gli autori di una ricerca pubblicata su Nature Portfolio. I ricercatori inglesi hanno sviluppato un nuovo metodo basato sull’analisi probabilistica dei flussi di materiali, in modo da quantificare le emissioni di macroplastiche a livello comunale. Questo metodo è stato utilizzato per analizzare le emissioni di più di 50 mila comuni. In particolare, sono state considerate cinque fonti principali di emissioni: i rifiuti non raccolti, l’abbandono di rifiuti, il sistema di raccolta, lo smaltimento incontrollato e gli scarti dalla selezione e dal ritrattamento.

In questo modo si possono identificare i punti critici di emissione e adottare misure mirate.

L’importanza di un inventario globale delle emissioni di plastica

Un inventario globale delle emissioni di plastica è essenziale per diversi motivi. Tra questi ci sono:

  • la redazione del “Trattato sulla plastica”; questo fornisce una base scientifica per gli obiettivi da raggiungere e le misure da adottare;
  • orientare gli aiuti allo sviluppo destinando le risorse dove sono più necessarie;
  • supportare i decisori politici aiutandoli a sviluppare strategie e piani d’azione efficaci a livello nazionale e locale;
  • promuovere la riorganizzazione dei sistemi di gestione dei materiali, fornendo le prove necessarie per riformare i sistemi di produzione e consumo della plastica.

Emissioni globali di rifiuti di plastica

Secondo questo studio, nel 2020, sono state immesse nell’ ambiente circa 52 milioni di tonnellate di macroplastiche. Ciò significa che una grande quantità di plastica prodotta finisce in natura, inquinando terre e mari. La combustione all’aperto rappresenta la principale fonte di emissioni di plastica, contribuendo a circa il 57% delle emissioni totali.

È da ricordare che altri studi forniscono stime differenti. Tuttavia, le differenze possono essere dovute alle fonti di dati utilizzate e ai metodi di calcolo. Inoltre, a differenza di altri studi che utilizzano dati regionali, questo si basa su quelli comunali. È quindi più preciso.

Conoscere i fattori che influenzano le emissioni di plastica è necessario per la realizzazione di un inventario globale della plastica.
Figura 1 – Conoscere i fattori che influenzano le emissioni di plastica è necessario per la realizzazione di un inventario globale della plastica. [Fonte: Immagine creata da Elisabetta Cretella con Canva]

Le emissioni di plastica comportano gravi rischi per la salute umana e per gli ecosistemi. I risultati ottenuti possono essere utilizzati per sviluppare politiche più efficaci per ridurre le emissioni e proteggere l’ambiente.

India e Africa subsahariana: i paesi che inquinano di più

I paesi che contribuiscono maggiormente all’inquinamento da plastica sono l’Asia meridionale, l’Africa subsahariana e il sud-est asiatico.

L’India è il paese con la situazione più critica. È ormai famosa per la gestione inadeguata dei rifiuti e per la diffusa pratica della combustione all’aperto. La Cina, invece, ha fatto notevoli progressi nella gestione dei rifiuti.

Emissioni medie di macroplastiche per paese: un dato necessario per la realizzazione di un inventario globale della plastica.
Figura 2 – Emissioni medie di macroplastiche per paese: un dato necessario per la realizzazione di un inventario globale della plastica. [Fonte: Cottom et al., 2024]

Tuttavia, lo studio potrebbe sottostimare le emissioni di alcuni paesi perché non considera le esportazioni dei rifiuti. Inoltre, le emissioni sembrano concentrarsi nelle aree urbane, probabilmente perché non ci sono dati completi su quelle rurali.

In generale la combustione all’aperto è la principale fonte di emissioni di plastica in molte regioni, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito.  Questi ultimi hanno emissioni pro-capite più elevate a causa di una gestione dei rifiuti meno efficiente. Al contrario, i paesi ad alto reddito tendono ad avere emissioni pro-capite inferiori grazie a sistemi di raccolta e smaltimento più sviluppati. Ad esempio, la Cina pur essendo al quarto posto per le emissioni di plastica, gestisce abbastanza bene lo smaltimento dei rifiuti. Al contrario, l’India presenta un’elevata emissione pro-capite a causa della scarsa raccolta e dello smaltimento incontrollato.

Volendo riassumere, dalla ricerca è emerso che nei paesi del sud del mondo predominano i rifiuti non raccolti e la combustione all’aperto. Invece, nei paesi settentrionali è labbandono di rifiuti il problema più rilevante, mentre la raccolta è generalmente efficiente.

Le emissioni pro-capite sono molto variabili tra i paesi e all’interno dei paesi stessi

Le emissioni pro-capite possono variare notevolmente anche all’interno di uno stesso paese, a causa di differenze nella gestione dei rifiuti a livello locale. Questo indica cha una corretta gestione riduce di molto le emissioni.

I paesi a basso e medio reddito dovrebbero investire in sistemi di raccolta e smaltimento efficaci per ridurre le emissioni pro-capite. La raccolta dei dati a livello locale è essenziale per migliorare la precisione dei modelli e identificare le aree dove intervenire. Se non si interverrà, l’Africa subsahariana potrebbe diventare il più grande emettitore assoluto di plastica nei prossimi decenni a causa della crescita demografica e della scarsa gestione dei rifiuti. La realizzazione di un inventario globale della plastica è essenziale anche per evitare che si realizzino tali circostanze.

I rifiuti non raccolti sono la principale causa di inquinamento

Lo studio ha identificato i principali fattori che contribuiscono all’inquinamento da plastica a livello globale. Ecco quali sono:

  • rifiuti non raccolti: la mancanza di sistemi di raccolta efficienti porta a una grande quantità di rifiuti che finiscono nell’ambiente;
  • smaltimento incontrollato;
  • abbandono di rifiuti;
  • scarti dalla selezione e riciclaggio.

Tra le possibili soluzioni ci sono:

  • investire in sistemi di raccolta efficienti per ridurre le emissioni;
  • ricercare alternative alla combustione all’aperto, come l’incenerimento controllato o il riciclaggio;
  • prevenire l’abbandono dei rifiuti attraverso campagne di sensibilizzazione (soprattutto nei paesi ad alto reddito).

A questo punto risulta chiaro quanto sia importante la realizzazione di un inventario globale della plastica.

Bibliografia:

  • Cottom JW, Cook E, Velis CA. A local-to-global emissions inventory of macroplastic pollution. Nature. 2024 Sep;633(8028):101-108. doi: 10.1038/s41586-024-07758-6. Epub 2024 Sep 4. PMID: 39232151; PMCID: PMC11374682.

Crediti immagini:

  • Immagine in evidenza: Immagine creata con Canva da Elisabetta Cretella
  • Figura 1 : Cottom et al.,2024
  • Figura 2 : Immagine creata con Canva da Elisabetta Cretella
Foto dell'autore

Elisabetta Cretella

Elisabetta Cretella Dopo la laurea magistrale in Genetica e Biologia molecolare conseguita presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza e l'abilitazione alla professione di biologo, si appassiona alla divulgazione scientifica. Consegue il Master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza presso l'Università degli studi di Ferrara e inizia a scrivere per il webmagazine 'Agenda17' del Laboratorio DOS (Design of Science) dell'Università di Ferrara. Intanto intraprende la strada dell'insegnamento. Ad oggi è docente di Matematica e Scienze presso le Scuole Secondarie di primo grado e di Scienze naturali alle Scuole Secondarie di secondo grado. Nel suo curriculum c'è anche un tirocinio svolto in un laboratorio di ricerca dell'Istituto di Biologia e Patologia molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBPM-CNR) e due pubblicazioni su riviste scientifiche peer reviewed.

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