Gli ormoni tiroidei

Gli ormoni tiroidei sono prodotti dalla ghiandola della tiroide, la quale, si trova nella posizione antero-inferiore del collo e prende rapporti lateralmente e posteriormente con la trachea. È formata da due lobi uniti insieme da una porzione trasversale detta istmo da cui si sviluppa, nel 30-40% dei casi, il lobo piramidale. La tiroide è rivestita da una sottile capsula di connettivo fibroso, ricca di fibre elastiche, che invia dei setti all’interno suddividendo il parenchima in zone irregolari. Tali zone, in particolare, sono formate da follicoli: cavità chiuse contenenti un liquido denso (colloide) ricco di tireoglobulina. Quest’ultima è una glicoproteina dimerica ad alto peso molecolare ricca di residui dell’amminoacido tirosina e precursore fondamentale per la sintesi degli ormoni tiroidei (Fig. 1). I residui di tirosina, infatti, si legano allo iodio prelevato dal sangue per dare origine agli ormoni suddetti.

Citologia dei follicoli tiroidei

I follicoli tiroidei sono formati da due tipi di cellule endocrine differenti:

  • le cellule para-follicolari: localizzate tra i follicoli, producono l’ormone calcitonina, il quale, insieme al paratormone, riveste un ruolo chiave per il controllo della calcemia (concentrazione di calcio ematica);
  • le cellule follicolari o tireociti: secernono gli ormoni tiroidei: triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), i quali, derivano dall’unione di due molecole iodate di tirosina e sono immagazzinati in forma inattiva nella colloide.
Rappresentazione follicoli tiroidei contenenti la tireoglobulina precursore degli ormoni tiroidei
Figura 1 – Rappresentazione grafica e fotografia al microscopio ottico dei follicoli tiroidei: le cellule epiteliali delimitano un lume ripieno di colloide contenente a sua volta la tireoglobulina, precursore degli ormoni tiroidei. Le cellule parafollicolari o cellule C si presentano isolate e sparse nel connettivo lasso che circonda i follicoli [Fonte: Presentazione standard di PowerPoint (liceoalighieri.edu.it)].

Morfologia delle cellule tiroidee

A seconda del loro stato funzionale, i tireociti possiedono forma e volumi diversi. In particolare, i follicoli ripieni di colloide presentano una morfologia piatta che indica una condizione di riposo della ghiandola mentre i follicoli con poca colloide presentano una morfologia cilindrica esplicativa di una ghiandola attiva secernente.

Le fasi di produzione degli ormoni tiroidei

La sintesi degli ormoni tiroidei prevede una serie di tappe che vengono di seguito riassunte.

La fase di accumulo del follicolo: la sintesi della tireoglobulina

  1. La catena polipeptidica della tireoglobulina nascente si forma nel reticolo endoplasmatico rugoso e da qui passa nel Golgi dove subisce la glicosilazione;
  2. La tireoglobulina lascia il Golgi in piccole vescicole che vengono, poi, trasportate verso il lume;
  3. Lo iodio, attraverso una specifica proteina (NIS, simporto sodio-ioduro), è captato dai capillari sanguigni a livello della porzione baso-laterale delle cellule follicolari;
  4. Nel lume del follicolo avviene, quindi, la iodinazione della tireoglobulina ad opera dell’enzima tiroiodoperossidasi (TPO) inserito nella membrana basale dei tireociti. In particolare, attraverso l’ossidazione dello ioduro in acido poiodoso indotta dall’enzima TPO, spontaneamente vengono iodinate le tirosine della tireoglobulina.

La fase di riposo del follicolo

La tireoglobulina in questa fase funge da forma di deposito degli ormoni tiroidei i quali, all’occorrenza, possono essere estratti da essa e secreti nel circolo capillare.

La fase di secrezione del follicolo: il rilascio degli ormoni tiroidei T3 e T4

La tireoglobuina è internalizzata nelle cellule follicolari per pinocitosi e si formano delle vescicole che si fondono con i lisosomi. Questi ultimi, in particolare, producono enzimi proteolitici che idrolizzano la tireoglobulina, la quale, è scissa nei due ormoni tiroidei. I due residui di tirosina iodinati costituiscono una molecola di tironina. Il T3 è costituito da un residuo di tirosina monoiodinato e da un residuo di tirosina diiodinato. Il T4 è formato da due residui di tirosina diiodoinati. Il T3 e il T4 sono molecole liposolubili e, quindi, in grado di diffondere dalla parete lisosomiale nel citoplasma e da qui, poi, nel sangue. Nei tessuti periferici, poi, il T4 viene deiodinato in T3 (la forma più attiva degli ormoni tiroidei), tramite le iodotironine deiodinasi.

La sintesi e il rilascio degli ormoni tiroidei sono regolati da un meccanismo di feed-back negativo in cui alti livelli ematici di T3 e T4 inibiscono la secrezione ipotalamica di TRH (ormone di rilascio della tireotropina) e ipofisaria di TSH (ormone tireotropo). Al contrario, bassi livelli ematici di T3 e T4 stimolano il rilascio ipotalamico di TRH e ipofisario di TSH. Il TSH, a sua volta, stimola la sintesi di tireoglobulina e la sua iodinazione favorendo l’accumulo di colloide nel lume folicolare.

Curiosità: la tireotossicosi

La tireotossicosi è una condizione patologica in cui, le cellule epiteliali della tiroide aumentano di dimensioni e numero diventando più attive producendo, quindi, più ormoni tiroidei della norma. Quest’alterazione, in particolare, si manifesta clinicamente con perdita di peso, intolleranza al caldo dovuta ad un aumento del metabolismo basale, tremori, tachicardia, aumento della pressione arteriosa e sporgenza degli occhi (esoftalmo).

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Adriana Colucci

Ciao a tutti! sono Adriana Colucci laureata in Biologia Ambientale. Attualmente lavoro a Bari presso L'istituto agronomico mediterraneo (CIHEAM Bari). Effettuo analisi chimiche su alimenti a scopo scientifico/ricerca. Sono appassionata di tutto ciò che concerne la biologia e spero di riuscire a trasmettere la mia passione attraverso la pubblicazione dei miei articoli

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