Alzheimer: scoperta correlazione tra la malattia, i virus e i batteri

Dall’America la scoperta della possibile correlazione tra Alzheimer, virus e batteri

Arriva dall’America la scoperta che potrebbe rivoluzionare la ricerca scientifica moderna. Dopo dieci anni di risultati incerti alcuni esperti delle Università di Cambridge, Edimburgo e Manchester hanno confermato la possibile correlazione tra lo sviluppo dell’Alzheimer e l’azione di alcuni virus e batteri. É chiamata la malattia che “uccide” la memoria e, come spiega il team internazionale di ricercatori, l’idea che i microbi possano causare l’Alzheimer per troppo tempo è stata trascurata ma oltre un centinaio di studi collegherebbe alcuni virus, come l’herpes simplex di tipo 1, alla malattia neurodegenerativa.

Il ruolo dei batteri

Tra i sospetti c’è anche un batterio che causa la polmonite. E’ Douglas Kell, un biologo della Manchester University, ad aver scoperto tali batteri nel sangue. Secondo le sue ultime  ricerche è stato osservato come questi microrganismi riuscirebbero a penetrare nel cervello e permanere dormienti finché, dopo un lasso indeterminato di tempo, riuscirebbero a risvegliarsi uccidendo le cellule cerebrali vitali e innescando, così, i classici sintomi del morbo d’Alzheimer.

Alla base del processo vi è una disregolazione nella rimozione del ferro che potrebbe risvegliare tali fattori ed è stato dimostrato che proprio il ferro possa rallentare o prevenire la degenerazione cognitiva. Tra le cause della malattia, già da tempo conosciute, vi è la proteina beta-amiloide, costituente delle placche amiloidi. Ad oggi, secondo le ultime analisi effettuate sulle persone anziane, si può affermare che l’espressione anomala di tale proteina venga prodotta direttamente dalle cellule cerebrali come meccanismo di difesa nei confronti dei microrganismi invasori.

La Possibile correlazione tra Alzheimer, virus e batteri proviene dagli importanti studi di Douglas Kell
Figura 1 – La Possibile correlazione tra Alzheimer, virus e batteri proviene dagli importanti studi di Douglas Kell

Conclusioni

Visto il fallimento di centinaia di farmaci sviluppati per combattere l’Alzheimer, è arrivato il momento di pensare a soluzioni alternative. Il trattamento anti-virale o anti-microbico potrebbe risultare efficacie rispetto ai molti farmaci che non funzionano a dovere, risultando ottimi per una cura più mirata.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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