Il microscopio ottico fu una lenta elaborazione e a volte di scoperte casuali, ad opera di scienziati ma anche di semplici artigiani. Ed è grazie a questo susseguirsi di scoperte e piccoli accorgimenti che il microscopio ottico nacque e si evolse. Le proprietà di lenti e di specchi erano conosciute fin dall’antichità, ma non furono mai oggetto di studio sistematico.Gli stessi problemi che bloccarono gli sviluppi del cannocchiale, impedirono anche il progresso della microscopia, legato a quello dell’ottica. I maggiori esponenti di questo progresso furono Galileo, Cornelius Drebbel, Anthony van Leeuwenhoeck, Robert Hooke. La teoria del microscopio ottico progredì rapidamente, ma non fece altrettanto la pratica: infatti per molti secoli lo strumento più usato fu il microscopio semplice.
Quest’ultimo è, ad esempio, quello di van Leeuwenhoeck, ovvero con un solo sistema di lenti, mentre di quello composto ne è un esempio quello di Hooke , fu per molto tempo non concorrenziale a causa della difficoltà di costruzione e dei difetti delle lenti.
Solo i perfezionamenti del microscopio introdotti da Giovanni Battista Amici e da Ernst Abbe permisero di cambiare la situazione. Le cronache riferiscono che il microscopio nasce nel 1590 in una bottega di fabbricanti di lenti olandesi, proprio come il telescopio vent’anni più tardi. Lo sviluppo del telescopio è però rapido e travolgente, mentre il suo fratello maggiore rimane per più di cinquant’anni dimenticato insieme agli altri oggetti stravaganti che costellavano la sua epoca. Come mai questa differenza? Il telescopio aveva rivoluzionato l’astronomia, una disciplina dalle tradizioni antichissime, e così era diventato il simbolo della nuova scienza che nel giro di pochi decenni avrebbe spazzato via la millenaria tradizione aristotelica. Invece di una realtà microscopica non si immaginava nemmeno l’esistenza, figuriamoci se era al centro di scontri filosofici! I primi modelli non suscitavano nemmeno un grande interesse, si limitavano a mostrare il solito mondo di tutti i giorni appena un po’ più ingrandito. Il lavoro che sancisce la fama di questo strumento è la “Micrographia” di Hooke, pubblicato nel 1665. Non è solo la precisione nelle osservazioni che decreta il successo del libro, quanto l’uso di bellissime e dettagliate tavole illustrate. Gli scienziati sono impressionati da quel mondo esotico e mostruoso, pieno di mosche dagli occhi composti e pidocchi dalle zampe pelose! La “Micrographia” viene immediatamente adottata dalle università europee, e rimane in uso per ben più di un secolo. Come a dire che il libro su cui state studiando potrebbe essere del 1900 o giù di lì. La storia del microscopio prende un’inaspettata piega quando incrocia quella di Leeuwenhoeck, una curiosa figura di dilettante scientifico. Anthony van Leeuwenhoeck era un ricco commerciante di stoffe, dall’incredibile manualità e dall’altrettanto smisurata curiosità. Non è uno scienziato e non capisce il latino (in cui erano scritti la maggior parte dei libri scientifici dell’epoca) ma non per questo si perse d’animo. Studiando da autodidatta raggiunge un’abilità insuperata nel taglio delle lenti, ottenendo degli ingrandimenti molto superiori a quelli degli altri microscopisti. La sua curiosità sconfinata fa il resto, portandolo a esaminare non solo parti di insetti ma anche cristalli, granelli di pepe, semi, sangue, latte, rocce triturate e qualunque cosa gli capiti sotto mano! Nell’estate del 1674 Leeuwenhoeck si trova a passare accanto a uno stagno, e decide di sottoporre alle sue lenti anche quell’acqua verdastra e maleodorante. Immaginatevi quale fu la sua sorpresa quando vi scoprì una quantità enorme di esserini minuscoli, molto più piccoli di qualunque insetto o verme allora conosciuto, che si agitavano freneticamente! Un mondo nuovo gli si apriva davanti, pullulante di animaletti dalle strane forme. E tutto questo dentro una comunissima goccia d’acqua! Leeuwenhoeck pubblica le sue osservazioni. Sono i primi lavori in cui vengono descritti protozoi e batteri, e hanno una risonanza enorme. Il microscopio da quel momento diventa, tutt’a un tratto, popolarissimo! Da queste ricerche, ispirate più che altro dalla semplice curiosità, si passerà pian piano ad un utilizzo metodico e rigoroso del microscopio. Grazie a questo strumento straordinario le cellule, osservate per la prima volta da Hooke, verranno riconosciute nella prima metà dell’Ottocento come gli elementi fondamentali della materia vivente. Sarà una delle più grandi rivoluzioni nella storia della scienza, e segnerà la nascita della microbiologia. Anche i passi da gigante che la ricerca medica ha fatto negli ultimi 100-150 anni, con tutto quello che ne segue per la nostra salute, sarebbero stati impensabili senza il microscopio. Oggi il microscopio è uno strumento insostituibile in laboratorio, ed è diventato il simbolo stesso della ricerca scientifica.
Ecco che, dopo cinque secoli, il piccolo microscopio si è presa la sua più che meritata rivincita su suo fratello il telescopio!
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