Può il consumo di tè verde influenzare il microbiota del cavo orale?

Meglio essere privati ​​del cibo per 3 giorni, che del tè per uno“.

Così recita un antico proverbio cinese, che mette in evidenza l’importanza del tè nella società cinese, dall’antichità fino ai giorni nostri. Il tè è una delle bevande più consumate al mondo. Essendo le sue origini molto antiche, numerose popolazioni hanno costruito dei veri e propri “riti” intorno a questa bevanda. Basti pensare al famosissimo tè delle 5 inglese o al sadō, ovvero la cerimonia giapponese del tè.

Il tè viene preparato a partire da foglie essiccate della Camellia sinensis, un arbusto sempreverde originario della Cina sud-orientale. Questa pianta viene coltivata prevalentemente in zone tropicali e subtropicali. Attualmente, per via della larga diffusione della bevanda da essa ottenuta, è possibile trovarla in zone ben differenti, anche in Italia. La temperatura ideale è per la sua crescita è compresa tra i 10° e i 30°C, e necessita di un terreno acido e permeabile, senza ristagni d’acqua.

Figura 1- Camellia sinensis
Figura 1 – Camellia sinensis, la pianta del tè

Una pianta, mille varietà di tè

Entrando in qualsiasi supermercato o erboristeria e buttando un occhio tra gli scaffali, ci possiamo rendere conto di quante tipologie di tè esistano in commercio. La Camellia sinensis è infatti una pianta dalle mille potenzialità in quanto, se coltivata in condizioni particolari, può dare origine alle varietà di tè più disparate.  

Nel corso dei secoli, gli agricoltori cinesi hanno studiato metodi attraverso i quali era possibile “modificare” le caratteristiche della pianta per ottenere differenti tipi di tè. Fattori che influiscono sulla tipologia della bevanda sono infatti l’altitudine alla quale cresce l’arbusto, la temperatura, il momento della raccolta, il metodo di raccolta e, soprattutto, il tipo di lavorazione.

Tè verde, tè nero, tè bianco e molte altre tipologie di tè, vengono quindi prodotte da un’unica, straordinaria pianta.

Figura 2- tè e fermentazione
Figura 2 – differenti gradi di fermentazione, permettono di ottenere diversi tipi di tè otten

Il tè verde, la bevanda “miracolosa”

Il tè verde, noto per le sue straordinarie proprietà salutistiche, è ottenuto da foglie di Camellia sinensis che, durante la lavorazione, non subiscono il processo di ossidazione, come invece accade per il tè nero. Per secoli diffuso nelle regioni asiatiche e oggi “sbarcato” in Occidente, il tè verde è la seconda varietà di tè più diffusa: dei 2,5 milioni di tonnellate di tè che si producono a livello mondiale, il 20% è rappresentato dal tè verde.

Il tè verde è una fonte di polifenoli vegetali che esibiscono numerosi effetti potenzialmente benefici per la salute umana: promuovono il processo di detossificazione dai radicali liberi, contrastano l’invecchiamento, hanno un effetto anti-infiammatorio e, addirittura, sembrano essere utili nel migliorare il metabolismo lipidico.

Proprio per queste sue proprietà, molto spesso ne viene fatto un utilizzo smodato ed erroneo. Occorre infatti prestare attenzione per evitare il sovradosaggio, che può indurre effetti deleteri, tra cui lesioni epatiche e formazioni di calcoli, soprattutto a chi è predisposto.

Il microbiota orale

Il microbiota orale rappresenta una parte fondamentale del nostro microbiota. Essendo la bocca il punto di ingresso di molti patogeni, il microbiota orale ci assicura un’importante protezione contro la colonizzazione di batteri estrinseci che potrebbero influire sulla salute di ogni individuo.

La cavità orale comprende da diverse centinaia a diverse migliaia di specie diverse: sono state infatti scoperte più di 700 specie differenti di batteri. Nonostante molti dei batteri presenti nella cavità orale non siano stati ancora caratterizzati, numerosi studi hanno però evidenziato la presenza di cinque phyla principali, che includono i Firmicutes (Streptococcus, Gemella, Eubacterium, Selenomonas, Veillonella), gli Actinobacteria (Actinomyces, Atopobium, Rothia), i Proteobatteri (Neisseria, Eikenella, Campylobacter), i Bacteroidetes (Porphyromonas, Prevotella, Capnocytophaga ) e i Fusobacteria (Fusobacterium e Leptotrichia).

La distribuzione di questi batteri, inoltre, dipende dalla porzione di cavità orale che stiamo prendendo in considerazione: a livello del palato duro sono maggiormente presenti specie come Streptococcus mitis, S. infantis, Granulicatella elegans, G. hemolysans e Neisseria subflava, mentre sul dorso della lingua troviamo soprattutto specie di Streptococcus come S. mitis, S. australis, S. parasanguinis, S. salivarius, Granulicatella adiacens e Veillonella spp.

Specie comuni a tutti i siti appartengono ai generi Gemella, Granulicatella, Streptococcus e Veillonella.

E’ possibile, tramite l’assunzione di tè, modulare il nostro microbiota orale?

Numerosi studi effettuati nel corso degli anni, hanno evidenziato come il consumo di tè verde possa influenzare la composizione del microbiota orale. La correlazione tra tè verde e microbiota orale è stata oggetto di vari studi: data la presunta capacità del tè nel prevenire le carie dentali, la parodontite e la perdita dei denti, si è pensato che i polifenoli del tè possano in realtà modulare l’assetto microbico della nostra bocca.

L’assunzione di tè, infatti, è positivamente correlata con una maggiore diversità del microbiota buccale: la sua assunzione determina una minor abbondanza di alcuni gruppi tassonomici quali Bifidobacteriaceae, Bergeyella, Lactobacillales e Kingella oralis e una maggior abbondanza di Fusobacteriales e Clostridiales.

Nonostante l’associazione tra consumo di tè e microbiota orale sia tutt’oggi poco chiara, possiamo affermare che l’aumento della densità batterica è una condizione generalmente associata ad uno stato ottimale di salute. Le condizioni patologiche quali carie e parodontite sono infatti associate ad una riduzione della diversità microbica, ed è per questo che il consumo di tè sembra avere degli effetti positivi sulla nostra salute.

Figura 3- carie e parodontiti
Figura 3 – le carie e le parodontiti sono favorite dalla formazione di biofilm da parte di batteri come Lactobacillus sp.Prevotella sp. e Streptococcus mutans

Il ruolo dei composti bioattivi

La capacità del tè di influenzare il microbiota orale è associata all’ampia gamma di composti bioattivi in esso contenuti: le catechine polifenoliche (come l’epigallocatechina-3-gallato e l’epicatechina gallato o EGCG), possiedono una moderata attività antimicrobica e possono inibire la crescita di alcuni batteri patogeni, virus e lieviti.

Figura 4- catechine contenute nel tè verde
Figura 4 – struttura di alcune catechine contenute nel tè verde

Uno dei batteri sui quali l’EGCG esplica la sua funzione, è Streptotoccus mutans. S. mutans è il principale batterio presente nel cavo orale implicato nella formazione della carie dentale. In particolare, S. mutans è in grado di formare dei biofilm che aderiscono alla superficie dei denti favorendo lo sviluppo dell’infezione.

Sebbene il meccanismo non sia stato ancora compreso a pieno, L’EGCG si è dimostrato efficace nel contrastare la formazione del biofilm da parte di questo batterio: sembra infatti in grado di causare la rottura della membrana cellulare portando alla distruzione del batterio. Può inoltre interagire con le proteine ​​e stravolgere la loro struttura terziaria.

Numerose analisi hanno inoltre evidenziato la capacità dei flavonoidi contenuti nel tè, nell’inibire l’adesione di alcuni batteri implicati nella formazione di carie come Prevotella, Bifidobacterium e Rothia dentocariosa.

Figura 5– Inibizione della crescita di S.mutans e L.acidophilus
Figura 5 – Inibizione della crescita di S.mutans (a) e L.acidophilus (b) da parte di estratti di tè verde

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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