Il dodo: l’animale estinto avvolto ancora nel mistero

Un po’ di storia

Il dodo, una volta presente nell’incantevole isola di Mauritius, è stato spinto all’estinzione nel XVII secolo a causa dell’interferenza umana. I marinai europei olandesi, tra i primi colonizzatori, introdussero predatori non indigeni come cani e ratti, provocando un rapido declino nella popolazione di questo animale. Oggi, sia nella comunità scientifica che nel pubblico in generale, il dodo è considerato un simbolo dell’impatto dannoso dell’uomo sull’ambiente. Il dodo animale estinto rappresenta la perdita irreparabile di una specie unica confinata esclusivamente a questa isola. Il dodo è diventato un’icona, decorando lo stemma delle Mauritius, comparendo in film e persino diventando un marchio famoso di gioielli.

Ma come era fatto?

Non possiamo rispondere facilmente a questa domanda. Anzi, può sembrare paradossale che del dodo animale estinto così famoso, non conosciamo l’aspetto vero e proprio. Nonostante gli sforzi degli studiosi, questo uccello rimane avvolto nel mistero. In passato addirittura lo consideravano un essere leggendario, simile al grifone o all’unicorno. Tuttavia, la mancanza di dettagli sulla sua morfologia non sorprende considerando l’atteggiamento degli antichi verso la natura e la scienza. In passato, l’attenzione era rivolta principalmente all’uso pratico degli esseri viventi, con poca considerazione per la loro conservazione. Le specie esotiche, come il dodo, suscitavano interesse solo per scopo commerciale e esplorativo, trascurando la ricerca scientifica e la preservazione ambientale.

Del dodo animale estinto non abbiamo nemmeno uno scheletro completo

Sorprende constatare che non disponiamo nemmeno di uno scheletro completo al 100% del dodo. Molti dei reperti presenti nei musei sono composti da scheletri di diversi individui. Un naturalista amatoriale Thirioux scoprì i più affidabili e quasi completi scheletri di dodo. Questi ora si trovano presso il Museo di Scienze Naturali a Durban. Il ritrovamento ha fornito preziose informazioni sulla morfologia del corpo e sulle somiglianze con altri uccelli. Questi dati sono stati integrati anche con gli studi comparativi del DNA di altre specie. La scienza ha così contribuito a fornire informazioni parziali sull’aspetto del dodo.

Scheletri del dodo di Doubran
Figura 1- Scheletri del dodo di Doubran [Fonte: https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/02724634.2015.112172]

 1 Il dodo era un grande piccione

La scienza del DNA mitocondriale ha permesso di scoprire che il dodo faceva parte della famiglia Columba. Quindi, è imparentato con Columba livia, il colombo che possiamo trovare frequentemente nelle strade delle città.

2 Il dodo era un uccello di medie dimensioni

Inoltre, grazie agli scheletri si è scoperto che il dodo era un uccello di medie dimensioni. Era alto circa sessanta centimetri, pesava tra i dieci ed i diciassette chili ed aveva un corpo massiccio, zampe robuste e un becco incurvato.

3 Il dodo era un uccello terricolo

Le sue ali erano piccole e non adatte al volo, il che suggerisce che fosse un uccello terricolo.

L’affidabilità dell’immagine del dodo animale estinto

Ma come apparivano le sue piume ed i suoi colori? Solo i dipinti dell’epoca permettono di scoprirlo. Nella vostra mente avrete immagini del dodo, sia in rappresentazioni artistiche che in esemplari imbalsamati.

1 I dodo imbalsamati

Tuttavia, per quanto riguarda i dodo imbalsamati, la loro affidabilità lascia spesso a desiderare. Ad esempio il dodo di Ward esposto al Museo di Storia Naturali di Londra non ha nulla di questo animale. E’ un animale coperto di piume di oca, cigno e altri uccelli, che offrono una rappresentazione distorta e poco fedele del vero aspetto del dodo. 

Il dodo animale estinto impagliato del Museo di Storia naturale di Londra.
Figura 2 – Il dodo animale estinto impagliato del Museo di Storia naturale di Londra. [Fonte: https://commons.wikimedia.org/]

2 I dipinti del dodo

Per quanto riguarda i dipinti, la questione è più complessa. Senza dubbio, molti di voi avranno in mente l’immagine del dodo animale estinto immortalato da Savery, fonte d’ispirazione per numerosi film. Tuttavia, va detto che Savery non ha mai visitato le Mauritius. Le sue rappresentazioni probabilmente si basavano su esemplari imbalsamati, forse già in uno stato di deterioramento, provenienti dalla collezione dell’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo. Questo potrebbe spiegare perché il dodo nei suoi dipinti appare più grande e dalle piume arruffate.

Una delle illustrazioni del dodo animale estinto di Savery
Figura 3 – Una delle illustrazioni del dodo animale estinto di Savery [Fonte https://picryl.com/]

Perché il dodo era diventato così famoso?

Molte delle immagini del dodo che circolano sono poco credibili, in quanto sono state create postume e basate su racconti o descrizioni di terzi. Questo solleva una domanda intrigante: come mai del dodo un animale estinto di cui si sapeva così poco è diventato così famoso? Molti non sanno che la fama del dodo è in gran parte attribuibile al famoso romanzo di Lewis Carroll, “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Nel libro, la protagonista Alice incontra un eccentrico dodo che presiede una buffa maratona. In questa gara tutti i partecipanti vanno dove vogliono e finiscono quando si sono annoiati e stancati e alla fine tutti risultano vincitori.

Alice e il dodo
Figura 4 – Alice e il dodo [Fonte: https://it.wikipedia.org/]

Grazie a Caroll il dodo non è mai stato dimenticato

Probabilmente senza il contributo di Carroll, il dodo non avrebbe goduto di una fama così diffusa. Invece, sarebbe rimasto un animale come tanti estinto a causa dell’azione umana. Questo romanzo ha portato il dodo dall’oscurità alla ribalta, trasformandolo in un simbolo culturale e accendendo un interesse duraturo per la sua storia e il suo destino. Tale è stato l’impatto di Carroll che persino oggi, la scienza esplora la possibilità di clonare il dodo. Tutto questo dimostra quanto il suo lavoro abbia influenzato l’interesse intorno al dodo animale estinto, che altrimenti sarebbe stato totalmente dimenticato nella storia dell’evoluzione umana.

Fonti

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  • Claessens, L. P. A. M., Meijer, H. J. M., & Hume, J. P. (2015). The morphology of the Thirioux dodos. Journal of Vertebrate Paleontology, 35(sup1), 29-187.
  • Hume, J. P. (2006). The history of the dodo Raphus cucullatus and the penguin of Mauritius. Historical Biology, 18(2), 65–89. doi:10.1080/08912960600639400.
  • Nelson, E., Hall, J., Randolph-Quinney, P., & Sinclair, A. (2017). Beyond size: the potential of a geometric morphometric analysis of shape and form for the assessment of sex in hand stencils in rock art. Journal of Archaeological Science, 78, 202–213. doi:10.1016/j.jas.2016.11.001.
  • Parish, J. C. (2015). A catalogue of reconstructions of the Dodo (Raphus cucullatus), in the Dodologist’s Miscellany. Retrieved March 3, 2021, from http://sites.google.com/site/dodologistsmiscellany/
  • Winters, R., & Hume, J. P. (2015). The dodo, the deer and a 1647 voyage to Japan. Historical Biology, 27(2), 258–264. doi:10.1080/08912963.2014.884566.

Crediti immagini

  • Immagine in evidenza: https://picryl.com/media/jan-savery-dodo-1d236d
  • Figura 1: https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/02724634.2015.1121723
  • Figura 2: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Dodo_-_Natural_History_Museum,_London_-_Joy_of_Museums.jpg
  • Figura 3: https://picryl.com/media/jan-savery-dodo-1d236d
  • Figura 4: https://it.wikipedia.org/wiki/Dodo_%28Alice_nel_Paese_delle_Meraviglie%29

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