OxyContin: epidemia da ossicodone

Attraversiamo di nuovo il lato oscuro del mondo farmaceutico per addentrarci in una vicenda recente che racconta di una epidemia di oppioidi in America. In particolare, la vicenda ruota attorno all’OxyContin, un farmaco della Purdue Pharma (azienda della famiglia Sackler), contenente come principio attivo l’ossicodone. In circa trent’anni ha causato oltre 400 mila morti da overdose.

Figura 1 - Confezione di pillole di OxyContin, venduta negli Stati Uniti
Figura 1 – Confezione di pillole di OxyContin venduta negli Stati Uniti [TheGuardian]

Gli oppioidi e il dolore

L’ossicodone è un oppioide semi-sintetico cioè deriva da una molecola naturale modificata. Due scienziati dell’Università di Francoforte, Martin Freund ed Edmund Speyer, lo sintetizzarono per la prima volta nel 1916 a partire dalla tebaina, un oppioide naturale contenuto nel papavero da oppio (come la morfina e tante altre).

Esistono poi gli oppiodi completamente sintetici, prodotti in laboratorio, come il fentanil e infine gli oppioidi endogeni, prodotti dal corpo umano, le endorfine, che vengono rilasciate dal cervello in particolari condizioni (attività fisica intensa, ingestione di certi cibi, forti emozioni) e donano sensazioni di benessere.

Di solito medici prescrivono gli oppioidi per il trattamento del dolore molto intenso o duraturo nel tempo (dolore cronico dovuto a traumi/malattie, dolore post-operatorio, ambito oncologico). Infatti sono gli analgesici più potenti di cui disponiamo.

Dove sta quindi il problema negli oppioidi? Dato che non è tutt’oro ciò che brilla, il loro utilizzo va limitato poiché creano assuefazione e dipendenza. Ne possiamo comprendere il motivo studiando il meccanismo d’azione.

Chimica e meccanismo d’azione dell’ossicodone

Figura 2- Struttura chimica di una molecola di ossicodone
Figura 2- Struttura chimica di una molecola di ossicodone

Chimicamente l’ossicodone ha una struttura molto simile alla morfina: è formato da quattro anelli planari (A, B, D, E) e uno che esce dal piano del foglio (C). L’anello A è un anello benzenico, il C un anello piperidinico e l’E un tetraidrofurano. A, B e D insieme formano un sistema di anelli fenantrenico. I gruppi importanti per l’azione analgesica si trovano nell’anello C e D.

Come gli altri oppioidi, esiste sotto forma di diversi enantiomeri (stessa molecola con diversa orientazione nello spazio) anche se, nel caso dell’ossicodone, non sappiamo quale tra gli enantiomeri abbia attività biologica.

Quando assumiamo ossicodone, questo va a legarsi ai recettori oppioidi presenti nel nostro corpo (in particolare al tipo µ) e si comporta come un agonista. Ma cosa significa? Significa che, una volta legato, stimola l’attività di questi recettori come se fosse una endorfina endogena. Questi recettori attivati poi, a loro volta, inibiscono il rilascio di molecole associate al dolore, provocando così sensazioni di benessere. E il gioco è fatto!

L’ossicodone agisce sia a livello dei recettori oppioidi periferici (presenti in varie zone del corpo) che su quelli centrali (in cervello e spina dorsale). Ecco spiegato il motivo dell’effetto psicoattivo. Se ha effetti sul sistema nervoso centrale, significa che è in grado di attraversare la barriera emato-encefalica, che protegge il sistema nervoso centrale stesso dall’ingresso indiscriminato di sostanze. Dagli studi emerge che ci sono dei trasportatori che portano attivamente l’ossicodone attraverso le cellule endoteliali che formano la barriera. Si ipotizza che sia un antiporto con dei cationi organici. In sostanza, quando un trasportatore porta oltre la barriera una molecola di ossicodone, contemporaneamente trasporta fuori una molecola carica positivamente; questo sistema fornisce l’energia che serve per il trasporto.

La storia dell’Oxycontin

La storia dell’OxyContin inizia nel 1995, quando l’FDA lo approvò per il trattamento del dolore cronico, da moderato a severo. La Purdue lo aveva sviluppato per garantire sollievo dal dolore per 12 ore poiché formulato in pastiglie a rilascio prolungato. Era già noto il problema della dipendenza agli oppioidi, ma la Purdue sosteneva che causasse dipendenza in una percentuale molto bassa di pazienti, rispetto agli altri oppioidi presenti sul mercato. Tant’è che nel 1997 la dicitura sulla confezione era “Si ritiene che l’assorbimento ritardato, come fornito dalle compresse di OxyContin®, riduca la probabilità di abuso del farmaco”. In realtà l’azienda non aveva condotto studi clinici che lo dimostrassero, l’affermazione si basava su dati di studi clinici e preclinici di altri farmaci a rilascio controllato.

I primi casi di abuso si riscontrarono nelle aree rurali (es. Maryland, Maine, Ohio…) e in piccole aree urbane, tanto che venne definito “l’eroina dei poveri”, per il prezzo più basso rispetto all’eroina. Il 70% delle persone che abusavano del farmaco lo ottenevano dai medici stessi. Alcuni pazienti in certi casi si recavano da diversi medici per avere più di una prescrizione. In altri casi per procurarsi il farmaco commettevano furti o lo sottraevano ai famigliari (es. figli adolescenti), senza contare poi il mercato nero.

Una pubblicità aggressiva

Figura 3- Pubblicità dell'OxyContin
Figura 3- Pubblicità dell’OxyContin [UBC Blogs]

Quando, nel 1996 la Purdue Pharma introdusse l’OxyContin sul mercato, iniziò subito con una strategia di marketing molto aggressiva e senza precedenti. Dal 1996 al 2000 le vendite aumentarono da 46 milioni a poco più di un miliardo di dollari. In quegli anni l’azienda organizzò, completamente a proprie spese, decine e decine di conferenze sul tema del trattamento del dolore, in vari resort, per addestrare ed informare medici, farmacisti ed infermieri. Infatti, la popolarità del prodotto non era tanto legata ad una sua maggior efficacia o sicurezza, quanto più ad una strategia commerciale pervasiva.

L’azienda spese 200 milioni di dollari per la promozione dell’OxyContin solo per l’anno 2001. Venivano, tra le altre cose, distribuiti gadgets con il marchio OxyContin come cappelli, peluche, compact disc. Inoltre, la Purdue costruì un database per individuare i medici di base più inclini a prescrivere gli oppiodi per poi andare a proporre l’OxyContin. Strinsero contatti con quasi a 100 mila medici.

Figura 4- Compact Disc con materiale pubblicitario
Figura 4- Compact Disc con materiale pubblicitario [Il Blog della Sitd]

Inoltre, la Purdue rafforzò il gruppo dei rappresentanti di vendita che passò da 318 nel 1996 a 671 nel 2000 ed erogava bonus in relazione alle vendite di ciascun rappresentante. Lo stipendio medio annuo di un rappresentante nel 2001 si aggirava intorno ai 55 mila dollari, sommando i bonus, sfiorava i 72 mila dollari.

Questo contesto determinò una massiva prescrizione e disponibilità dell’OxyContin che di fatto creava dipendenza come gli altri oppioidi. I pazienti necessitavano di dosi sempre maggiori per avere lo stesso effetto e in molti casi diventarono dei veri e propri tossicodipendenti. Le compresse a rilascio prolungato potevano essere un deterrente nei confronti dell’abuso, ma se venivano sminuzzate e poi ingerite o sniffate, si bypassava il rilascio prolungato e si otteneva un rilascio istantaneo di una maggior quantità di ossicodone.

Conclusione della vicenda

La Purdue Pharma con l’OxyContin non è l’unica casa farmaceutica coinvolta nella crisi degli oppioidi, dagli anni ’90 fino ad oggi. Tuttavia, si è distinta per l’aggressiva campagna pubblicitaria, che ha dato più risonanza al prodotto e lo ha reso disponibile per più pazienti. Prima gli oppioidi erano usati prevalentemente per l’ambito oncologico, la Purdue aumentò le indicazioni di utilizzo. Senza contare che gli informatori stessi consigliavano ai medici di alzare il dosaggio, se il farmaco non copriva le 12 ore, piuttosto che aumentare il numero di somministrazioni, contribuendo all’instaurarsi della dipendenza. L’epidemia da oppioidi è stata, dunque, una concomitanza di fattori: l’azienda con le azioni ingannevoli, alcuni medici che lo prescrivevano con troppa leggerezza e l’utilizzo improprio da parte di certi pazienti (es. prolungare i tempi di assunzione oltre i termini prescritti).

Figura 5- L'epidemia da oppioidi ha coinvolto soprattutto gli Stati Uniti
Figura 5– L’epidemia da oppioidi ha coinvolto soprattutto gli Stati Uniti [Scottsdale recovery]

A questo punto sorge spontaneo chiedersi: nessuno controllava? Il regolamento negli Stati Uniti prevede che le aziende inviino i materiali pubblicitari all’FDA la prima volta che li rilasciano, generalmente però non è richiesta l’approvazione. Nel 1998 la Purdue non inviò il materiale all’FDA, lo fece solo nel 2001 quando riaggiornò la campagna pubblicitaria. Tuttavia, l’FDA non aveva sufficiente personale per revisionare tutto il materiale e ne prese visione solo nell’ottobre del 2002. A quel punto decretò che il materiale minimizzava i rischi connessi all’OxyContin e avanzava benefici non provati. Dunque, nel 2007, la Purdue venne accusata di pubblicità ingannevole e condannata a pagare una multa di circa 600 milioni.

Ad oggi, l’azienda è ancora in attività nell’ambito degli oppioidi. Sta tuttora affrontando le cause legate all’OxyContin e al risarcimento che potrebbe dover erogare.

Fonti

Fonti immagini

  • Immagine in evidenza: https://mlkurmm71ni0.i.optimole.com/cYR4nq8-Zb4k8Vg6/w:532/h:374/q:auto/http://horizonsclinic.ca/wp-content/uploads/2015/06/Oxycontin-Short-Term-Effect.jpg
  • Figura 1: https://i.guim.co.uk/img/media/16090131612085d532aba8dab750e68197d4e561/0_251_3500_2101/master/3500.jpg?width=1200&height=1200&quality=85&auto=format&fit=crop&s=70a4cfcf7939b60830bc86d5c33b14d2
  • Figura 3: https://4.bp.blogspot.com/_Se19XAPwVi8/RkNEvyI7ElI/AAAAAAAABCI/1rkWOA6dHOg/s400/limbaugh_oxycontin.jpg
  • Figura 4: https://blog.sitd.it/2016/10/08/888/
  • Figura 5: https://scottsdalerecovery.com/wp-content/uploads/2023/08/Unveiling-OxyContin-vs.-Oxycodone-Navigating-the-Differences-and-Similarities-scaled.jpeg

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Chiara Debora Fanti

Mi chiamo Chiara e sono una Biotecnologa. Mi sono laureata prima in Biotecnologie e poi in Biotecnologie Industriali all'Università di Padova. Mi affascinano molti campi scientifici, tra cui in particolar modo la microbiologia. Mi è sempre piaciuto scrivere ed ora grazie a Microbiologia Italia posso scrivere di Scienza. Penso che la divulgazione sia di vitale importanza per ostacolare la diffusione di informazioni scorrette. Spero di poter dare il mio contributo per far uscire la Scienza dalla Torre d'Avorio in cui è rimasta rinchiusa per molto tempo.

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