Introduzione al mirtillo
Il mirtillo (Vaccimunum corymbosum, Fig. 1) è una pianta coltivata della famiglia delle Ericacea. Esso è conosciuto per i suoi benefici per la salute umana in quanto contiene numerosi composti nutraceutici (antociani, flavonoidi, polifenoli) con attività antiossidante. Il mirtillo viene consumato fresco o attraverso lavorazioni secondarie come marmellate, succhi o integratori alimentari. Tra i produttori di questa pianta c’è, al primo posto, la Nuova Zelanda, seguita da Svezia e Spagna. Queste coltivazioni sono però spesso minacciate da vari patogeni che possono colpire sia in campo che durante lo stoccaggio in magazzino e il trasporto. In questo articolo verranno trattate alcune delle principali malattie fungine che attaccano il mirtillo.

Alternariosi del mirtillo
Questa fitopatia è causata da specie del genere Alternaria ed è un problema soprattutto in post-raccolta in quanto il patogeno fa marcire i frutti. Tra le specie più comuni, in questo caso, si possono trovare Alternaria tenuissima, Alternaria alternata e Alternaria arborescens, dove i ceppi di ognuna possono avere patogenicità e quindi pericolosità differente. Le perdite di prodotto in magazzino sono correlate dall’incidenza del marciume durante la raccolta. I sintomi che si possono osservare (nel periodo tra marzo e maggio) sono macchie fogliari grigie con i bordi rossi; successivamente, durante il periodo di maturazione delle bacche, quelle infette diventano molli e si può osservare una muffa color verde o nera sulla superficie (Fig. 2). È importante ricordare che alcune bacche che sembrano sane durante la raccolta potrebbero contenere comunque inoculo e, quindi, sviluppare la fitopatia durante il deposito in magazzino o le lavorazioni.
Il principale problema legato alla presenza di Alternaria sui frutti è la produzione di micotossine che possono portare a sindromi tossiche ad animali e uomini (sono state trovate negli embrioni di pulcino, conigli, cani, ecc.). Il controllo del fungo in campo viene fatto tramite trattamenti fungicidi, mentre in magazzino si cerca di raffreddare i frutti appena arrivati. Alcuni studi, come quello di Kurniawan et al. (2018), propongono per il controllo l’utilizzo di organismi come Bacillus e Pseudomonas spp.

Antracnosi del mirtillo
L’antracnosi del mirtillo è causata dai funghi fitopatogeni del genere Colletotrichum, principalmente C. gloeosporioide e C. acutatum. Questa fitopatia si può riconoscere come sintomi su vari organi della pianta (steli lignificati, frutti e foglie): sulle foglie si osservano delle macchie irregolari di colore marrone scuro e piccole depressioni necrotiche e circolari sui frutti (Fig. 3). Gli steli infetti passano da una colorazione marrone chiaro a marrone scuro, per poi diventare grigi e morire successivamente. I frutti acerbi possono anche cadere prima di raggiungere la maturazione e ciò porta a perdite produttive non indifferenti. Caratteristiche ambientali come temperatura, umidità e pioggia influenzano l’andamento epidemico della fitopatia.
Oltre all’utilizzo di fungicidi per il controllo di questo fungo, sono stati selezionati dei fenotipi di mirtillo resistenti all’attacco del fungo che potrebbero ridurre il numero di trattamenti. Misure preventive sono legate, ad esempio, al controllo dell’acqua d’irrigazione che potrebbe trasportare spore e micelio in parti non infette della pianta.

Muffa grigia
L’agente eziologico della muffa grigia è la Botrytis cinerea, un fungo fitopatogeno che può attaccare sia un campo che in magazzino. In quest’ultimo caso, i sintomi sulle bacche sono inizialmente rughe, atrofia e depressioni sulla superficie dei frutti. In caso di infezioni gravi i frutti marciscono portando a perdite economiche non indifferenti. Questo patogeno è stato descritto in un articolo precedente che potete trovare a questo link.
Cancro del mirtillo
Il cancro del mirtillo è determinato dal fungo Godronia cassandrae f. sp. vaccinii. Inizialmente i sintomi si osservano sugli steli (Fig.4) di 1 o 2 anni come lesioni, rosse o marroni-rossastre, nella parte basale e spesso sono in zone nascoste. Con la stagione che avanza le lesioni si allargano (fino a 10 centimetri) e si scuriscono mantenendo, però, il bordo rossiccio. I giovani steli attaccati possono avvizzire nella parte superiore al punto di infezione. Nel legno di più di due anni si possono osservare fessurazioni sulla corteccia. Dove sono presenti fessure o lesioni sono visibili i picnidi del fungo (corpi fruttiferi asessuati). Per quanto riguarda le foglie infette, si possono osservare lesioni circolari, nella scala dei marroni con margini più scuri e possono sviluppare picnidi. Nei frutti non sono presenti sintomi.
Sono state notate differenze di suscettibilità delle diverse cultivar di mirtillo per l’infezione di G. cassandrae, per di più le piante resistenti potrebbero non essere asintomatiche, ma mostrare comunque alcuni sintomi della malattia. Per il controllo di questa malattia si può partire da una buona prevenzione, in primis l’utilizzo di materiale di propagazione certificato ed esente da patogeni. Per quanto riguarda le buone pratiche agronomiche in Italia, a parte l’eradicazione delle piante infette, esse non sono così importanti in quanto la maggior parte di questi frutti viene coltivato in vaso. In aggiunta non esistono fungicidi disponibili e pienamente efficaci contro questo fungo, però si è visto un miglioramento con l’utilizzo di fungicidi di copertura a base di rame.

Moniliosi
La moniliosi è la fitopatia causata dall’infezione di Monilinia vaccinii-corymbosi su mirtillo. In condizioni climatiche favorevoli al patogeno, si possono avere gravi perdite di produzione e di qualità del prodotto in post-raccolta. I sintomi sono macchie di ruggine sulle foglie e germogli giovani in primavera (con la caduta anche delle gemme), mentre in estate si osservano frutti maturi mummificati invendibili (Fig.5). Il danno da M. vaccinii-corymbisi è diverso a seconda della resistenza genotipica delle diverse varietà di mirtillo coltivato e alla loro morfologia, soprattutto le differenze di sviluppo e crescita delle gemme tra i fenotipi.
Il controllo in campo viene fatto rimuovendo le parti infette e le mummie che sono potenziali fonti di inoculo per infezioni secondarie o per l’anno produttivo successivo. Prodotti a base di rame, anche in questo caso, sono utilizzabili per ridurre la pericolosità della fitopatia. La coltivazione di varietà di mirtillo poco suscettibili al fungo è una buona pratica per evitare grossi danni.

Oidio
L’odio del mirtillo è causato dal fungo fitopatogeno Microsphaera vaccinii. Questo patogeno crea quasi esclusivamente problemi alle foglie della pianta, debilitandola e riducendo la superficie fotosintetica. Da luglio si può vedere il micelio, le foglie raggrinziscono e a fine estate possono essere osservate delle macchie marrone-rossiccio. Possono essere trovati i piccoli corpi fruttiferi di colore nero e circolari sulla superficie della foglia. Non esistono varietà di mirtillo resistenti, sono solo più o meno suscettibili. Non sono presenti in commercio prodotti fungicidi specifici per questa fitopatia ma possono essere utilizzati prodotti ad ampio spettro.
Fonti
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Ciao. Grazie delle preziose ed esaustive spiegazioni.