Giornata Mondiale della Consapevolezza sul Linfoma

Come ogni anno dal 2004, il 15 Settembre è dedicato alla Giornata Mondiale della Consapevolezza sul Linfoma, istituita dalla Lymphoma Coalition per sensibilizzare su questo tipo di cancro, sui sintomi, diagnosi e trattamento.

Quest’anno, il tema centrale della giornata è incentrato sui sentimenti che provano i pazienti durante e dopo la malattia. Una diagnosi di cancro innesca paure e ansie che è bene che siano affrontate con il supporto adeguato, in modo da poterle gestire per vivere al meglio il percorso di cura.

“Perché aspettare a dar voce ai sentimenti?”

Slogan della Giornata Mondiale della Consapevolezza sul Linfoma del 2023
Figura 1 – Slogan della Giornata Mondiale della Consapevolezza sul Linfoma del 2023. [Fonte: https://lymphomacoalition.org/]

I risultati dell’Indagine Mondiale Pazienti 2022 su Linfomi e Leucemia Linfatica Cronica promossa dalla Lymphoma Coalition, hanno evidenziato quanto debba essere attenzionata la sfera emotiva dei pazienti.

Dei 499 pazienti a cui è stato sottoposto il questionario, il 62% ha avuto paura per una recidiva ed il 40% per la progressione della malattia. Inoltre, nel periodo della pandemia Covid-19, il 36% dei pazienti ha sperimentato maggiore depressione e il 37% maggiore stato di ansia.

L’ansia e la depressione derivanti da una diagnosi di cancro hanno un impatto significativo sulla vita dei pazienti, influiscono negativamente sull’atteggiamento nei confronti delle cure, sull’affrontare in generale la malattia.

La paura della recidiva del cancro è un vero e proprio problema psicosociale tra i sopravvissuti alla malattia. Può portare ansia, depressione e isolamento. E’ considerato lieve quando si presenta in occasione di visite mediche, e il picco di ansia dura pochi minuti. Più grave è invece quando i pensieri relativi ad una recidiva o ad una progressione del cancro sono ricorrenti, a prescindere dai fattori esterni.

Visto il condizionamento psicologico che porta con sé il cancro, lo slogan scelto per la Giornata Mondiale della Consapevolezza del Linfoma di quest’anno è “Perché aspettare a dar voce ai sentimenti?”, in modo da riportare l’attenzione su un aspetto tante volte sottovalutato della salute dei pazienti.

Consapevolezza sui Linfomi

Se ogni anno viene scelta una tematica particolare che riguarda i pazienti con linfoma, lo scopo generale della giornata è quello di sensibilizzare sulla malattia. Per questo è bene ricordare le caratteristiche generali dei linfomi e quali sono i segni e sintomi per una diagnosi precoce.

Caratteristiche generali

I linfomi sono dei tumori maligni del sistema linfatico che coinvolgono un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti. Si possono distinguere in 2 tipi principali:

  • Linfoma di Hodgkin caratterizzato dalla proliferazione e trasformazione dei linfociti B;
  • Linfomi non Hodgkin che interessano sia linfociti B che T.

Nello specifico, le cellule del Linfoma di Hodgkin sono particolarmente caratteristiche: sono denominate cellule di Reed-Sternberg, definite anche “giganti” per via delle loro dimensioni considerevoli.

Cellula di Reed-Sternberg caratteristica del Linfoma di Hodgkin
Figura 2 – Cellula di Reed-Sternberg. [Fonte: https://www.gastroepato.it/]

Oltre a queste due categorie principali, esistono più di 80 sottotipi di linfomi e sono stimati circa 864mila casi nel mondo all’anno. Il Linfoma di Hodgkin colpisce prevalentemente nella fascia d’età tra i 15 ed i 35 anni, mentre i Linfomi non Hodgkin sono particolarmente comuni nella popolazione adulta oltre i 65 anni.

Segni e sintomi

Inizialmente, i linfomi si manifestano con un gonfiore ai linfonodi. Può interessare il collo, le ascelle, ma anche il torace, l’addome ed i linfonodi inguinali. Nella maggioranza dei casi un gonfiore ai linfonodi non è da ricondurre ad un linfoma, ma a patologie meno gravi date da infezioni virali o infiammazioni. Può esservi un sospetto di linfoma nel caso in cui non siano presenti sintomi da ricollegare ad uno stato infiammatorio o infettivo, e nel caso in cui i linfonodi coinvolti non accennino a diminuire in volume qualora ci si sia sottoposto a terapia antibiotica e antinfiammatoria. L’esame ecografico può essere molto utile per determinare la natura del linfonodo, nonostante si possa avere una diagnosi certa solo dopo l’esecuzione della biopsia.

Oltre ai linfonodi ingrossati, altri sintomi specifici dei linfomi riguardano il prurito agli arti, tosse e respiro affannoso qualora fossero coinvolti quelli del torace, spossatezza. Possono essere presenti altri sintomi meno specifici come il calo ponderale repentino e non attribuibile a cause note, febbre e sudorazione notturna.

E’ importante ricordare quali sono i sintomi con i quali si manifesta un linfoma, poiché non esistono degli esami di screening per questa patologia. Essere informati sui possibili sintomi permette di poter consultare il proprio medico e, nel caso, agire tempestivamente per avere una diagnosi precoce.

Diagnosi e Trattamento

La diagnosi dei linfomi prevede inizialmente la biopsia di un linfonodo, in modo tale da determinare il tipo di patologia o, eventualmente, il tipo di linfoma. Dopo di che sono eseguiti esami del sangue, tomografia assiale computerizzata (TAC) o risonanza magnetica di collo, torace e addome; agoaspirato midollare e biopsia osteomidollare e tomografia ad emissione di positroni (PET). Quest’ultima è importante non solo per determinare la stadiazione del tumore, ma anche per valutare gli esiti delle terapie.

La terapia prevede diversi protocolli di chemioterapia e polichemioterapia, in base al tipo di linfoma e alla stadiazione della malattia, talvolta in associazione alla radioterapia. Gli effetti collaterali della chemioterapia possono variare. In generale si possono verificare nausea, vomito, perdita dei capelli, anemia, abbassamento dei globuli bianchi con conseguente aumento delle infezioni, problemi intestinali. Nel caso in cui i trattamenti chemioterapici non portino alla regressione della malattia, si ricorre a trattamenti intensivi e, successivamente, al trapianto di cellule staminali emopoietiche. Quest’ultimo può essere autologo (nel caso in cui vengano utilizzate le cellule del paziente) oppure allogenico (ossia un trapianto da un donatore esterno).

Sono inoltre in fase di studio alcuni tipi di terapie per linfomi refrattari/recidivati, come l’impiego delle CAR-T e di anticorpi monoclonali come l’anti-CD20 rituximab.

Conclusioni

I linfomi fanno parte delle malattie onco-ematologiche più diffuse nel nostro Paese; tuttavia, sono ancora poco conosciute. Per questo è importante aumentare la consapevolezza riguardo queste patologie non solo grazie a campagne di sensibilizzazione su come riconoscerle, ma anche su come affrontare gli effetti psicologici di una diagnosi di cancro.

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Roberta Maria Serra

Futura biologa, nutro un forte interesse per temi quali la salute e la prevenzione, di cui scrivo e curo una rubrica social per Microbiologia Italia. Altre mie passioni riguardano l’astronomia, la bioinformatica, la biostatistica e la ricerca clinica. Ritengo che saper comunicare argomenti di carattere scientifico con chiarezza e rigore sia importantissimo, soprattutto nel periodo in cui viviamo.

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