Il sole bacia… i linfociti T!

La luce solare ha importanti effetti biologici nell’uomo: nonostante possa causare tumori della pelle (melanomi) ha molti effetti positivi, come innescare la produzione di melanina (che regala in estate l’abbronzatura), catalizzare la sintesi della vitamina D (importantissima per fissare il calcio nelle ossa) e, ancora, ridurre l’incidenza di malattie autoimmuni.

Fino ad ora, quest’ultimo aspetto è stato (ed è ancora) tra i più criptici, ma qualcosa sembra essersi sbloccato: uno studio condotto presso il Centro Medico dell’università di Georgetown, a Washington, ha evidenziato come la luce solare aumenti la motilità dei linfociti T, importanti cellule della risposta immunitari adattativa.

La pelle contiene un numero di linfociti T molto elevato (circa 1×106 cellule/cm-2), quasi il doppio rispetto a quelli presenti nel circolo sanguigno. Quando questa viene colpita dalla luce solare, i raggi di luce blu (430-490nm; Figura 1) riescono a raggiungere gli strati più profondi del derma, dove vi sono anche i linfociti T. Questo porta ad un aumento della motilità di queste cellule, importante dal punto di vista immunologico per promuovere un veloce raggiungimento del sito di infezione.
Quindi, anche le cellule T hanno una loro fotosensibilità, poiché possiedono i tipici fotorecettori dei mammiferi (opsine e criptocromi).

Figura 1: Spettro della luce

Lo studio è stato condotto, in vitro, su cellule Jurkat, cioè linfoblasti T (linee immortali) che vengono utilizzate per studiare in primo luogo leucemie acute dei linfociti T, ma anche eventi cellulari tipici di questi linfociti. Andando quindi ad irradiare con luce blu questa linea cellulare si sono compresi i meccanismi molecolari alla base dell’interazione tra sole e sistema immunitario.

Vediamo insieme come questo avviene!

La luce solare va ad attivare, nei linfociti T del derma, la produzione di perossido di idrogeno (H2O2), che a sua volta stimola l’attivazione della pathway Src-chinasi/fosfolipasiCγ1 che attiva l’inositolo trifosfato (IP3), un secondo messaggero, che, agendo sul proprio recettore, a livello del reticolo endoplasmatico liscio, porta alla liberazione di ioni calcio nel citoplasma.
L’innalzamento della concentrazione di calcio intracellulare porta ad un’ampia serie di risposte cellulari, fra cui anche l’aumento della motilità e anche un aumento dei lamellipodi, estroflessioni temporanee della membrana plasmatica, che favoriscono il movimento della cellula (Figura 2).

Figura 2: Nella figura è possibile evidenziare il cambiamento dei linfociti T dopo irradiazione, con aumento della concentrazione di ioni calcio e cambiamento della morfologia cellulare, con espressione di lamellipodi.

Bisogna, inoltre, ricordare che l’H2O2 è un’importante mediatore chimico dell’infiammazione: poiché viene prodotto dai globuli bianchi in risposta ad un’infezione e stimola la chemiotassi, cioè la migrazione di varie cellule immunitarie nel sito di infezione.

A partire da questi risultati, si potrebbe giungere a nuove terapie immunologiche, come, ad esempio, sottoporre i pazienti a “bagni” di luce blu, da cui si ricaverebbero solo vantaggi, in quanto questo tipo di luce non è dannosa per la salute umana.

Esporsi al sole, con le dovute precauzioni, diventerà sempre più un vero e proprio toccasana!

Emanuela Pasculli

Fonte: Nature
Il corpo umano

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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