Miele e Botulismo infantile

Miele e botulismo: i rischi

Quante volte abbiamo visto un genitore intingere il ciuccio del proprio bebè nel miele per addolcire la sua irrequietudine? D’altronde si sa: la sua elevata concentrazione zuccherina, la ridotta quantità d’acqua e la presenza di agenti antimicrobici, rendono il miele un prodotto altamente sicuro. Infatti queste condizioni non sono favorevoli alla crescita di microorganismi patogeni. Ma quindi perché il miele può essere causa di botulismo infantile? In effetti il miele presenta delle proprietà chimiche ottimali per la sua stessa conservazione:

  • pH 3.2-4.5
  • Aw: 0,56-0,62

Questo prodotto viene utilizzato principalmente come dolcificante ma le sue proprietà antibatteriche e antibiotiche lo rendono un ottimo alleato contro ulcere gastriche, stipsi e tosse.  

Quindi il miele può essere consumato senza timore così com’è, ovvero senza sottoporlo a trattamenti conservativi (es. pastorizzazione) che andrebbero a neutralizzare alcune sostanze benefiche.    

Miele come causa del botulismo infantile
Figura 1 – Miele [Fonte: viverepiusani.it]

Botulismo nei lattanti

Tuttavia, se è vero che le forme vegetative dei microorganismi non hanno possibilità di crescita in questo alimento, è altrettanto realistico pensare che ci siano alcuni batteri patogeni che possono produrre spore, ovvero forme cellulari con la capacità di sopravvivere in condizioni estreme (ph acidi, alte T, assenza di acqua…). In particolare, tra i batteri del genere Clostridium vi è Clostridium botulinum, microorganismo che è possibile ritrovare nel miele a causa di contaminazioni esterne come il vento, le api stesse o altri agenti. Esso non è in grado di sopravvivere e replicare nel miele, ma può produrre spore, le quali, una volta espulse all’esterno della cellula, riescono a sopportare le condizioni estreme dell’ambiente in cui si trovano.  

Le spore di Cl. botulinum sono quindi spesso presenti nel miele, ma se ingerite da un essere umano adulto, avendo esso una flora intestinale più completa, non sono in grado di attecchire alle pareti e vengono espulse dall’organismo. Situazione differente si verifica nei lattanti, ovvero nei bambini con età inferiore ai 12-18 mesi: essi hanno una flora intestinale ancora in formazione, quindi non abbastanza forte da combattere l’adesione delle spore di Cl. botulinum, le quali trovano qui le condizioni ottimali di germinazione, ovvero di ritorno alla forma vegetativa:

  • Assenza di Ossigeno
  • Presenza di acqua
  • pH ˃ 4,6
Meccanismo d'azione della tossina botulinica
Figura 2 – Meccanismo d’azione della tossina botulinica. [Fonte: https://slideplayer.it/]

Fisiopatologia del Botulismo

Una volta che la forma vegetativa si è moltiplicata, sarà in grado di produrre la neurotossina botulinica. Essa entra prima nel tratto gastrointestinale e poi nella circolazione generale. Dopodiché viene trasportata attivamente attraverso il lume intestinale attraverso l’endocitosi e la transcitosi e una volta presente nella circolazione sistemica, deve uscire dal sistema vascolare per accedere alle cellule nervose colinergiche, suo principale sito d’azione. A causa della sua affinità per le terminazioni nervose colinergiche dei nervi periferici e cranici, si lega in modo irreversibile causando un blocco presinaptico permanente del rilascio di acetilcolina, che porta a disfunzione autonomica e paralisi dei muscoli scheletrici, nonché ad altri sintomi conseguenti.

Presentazione clinica del Botulismo infantile

L’evoluzione clinica del botulismo infantile causato dall’ingestione di miele, può andare da un’ipotonia lieve alla paralisi in rapida evoluzione, ovvero la cosiddetta ‘paralisi simmetrica discendente’ meglio conosciuta come ‘floppy infant syndrome’. I neonati affetti da questa sintomatologia presentano un debole pianto e appaiono letargici e inespressivi. La debolezza simmetrica discendente si verifica entro poche ore o pochi giorni. Di solito il botulismo infantile esordisce con la stitichezza e i bambini di età inferiore a 2 mesi possono manifestare tachicardia, difficoltà di deglutizione e debolezza generalizzata, con perdita del controllo dei muscoli della testa. Se la malattia progredisce si può verificare ipotonia e vari segni neurologici tra cui paralisi oculari, disfagia, diminuzione del riflesso del vomito e debole tono dello sfintere anale. Nei casi più gravi può verificarsi arresto respiratorio, con conseguente morte.    

'Floppy infant syndrome'
Figura 3 -‘Floppy infant syndrome’ [Fonte: http://syllabus.cwru.edu/]

Gestione clinica

Il botulismo infantile viene trattato con terapia di supporto: si consiglia un controllo approfondito del caso specifico, soprattutto quando i sintomi coinvolgono l’apparato respiratorio. Infatti in questi casi può essere necessario un ricovero ospedaliero a lungo termine e i neonati che soffrono di stress respiratorio devono ricevere ventilazione adeguata.  

Fondamentale si rivela il supporto nutrizionale: i neonati possono aver bisogno di alimentazione con sonda gastrica, glucosio ed elettroliti per via endovenosa. In alcuni casi è bene sottoporli ad iperalimentazione per mantenere un adeguato apporto calorico.  

L’uso di antibiotici per eliminare la tossina di Cl. botulinum dal tratto intestinale generalmente non è raccomandata, in quanto gli antibiotici possono creare disbiosi intestinale, favorendo quindi la crescita eccessiva di Cl. botulinum.              

Conclusioni e prevenzione

La prevenzione può essere realizzata in modo ottimale solo grazie ad una buona informazione. Il miele, per quanto sia ricchissimo di proprietà benefiche per il nostro organismo (e quindi consumarlo è altamente sicuro per un individuo con una flora intestinale ottimale), è identificato come il principale alimento fonte di spore di Cl. botulinum, ma non di tossina botulinica preformata. L’esposizione al miele è quindi un fattore di rischio significativo per il botulismo infantile, perciò non deve essere somministrato ai bambini di età inferiore a 1 anno/1 anno e mezzo. Se si presentano alcuni dei sintomi sopraelencati, rivolgersi immediatamente ad un medico competente può voler significare attuare un tempestivo trattamento, e quindi evitare l’insorgenza di sintomi gravi riducendo la mortalità della patologia.          

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Erika Destino

Ciao sono Erika Destino e sono una Dottoressa in scienze e tecnologie alimentari. Sono appassionata di microbiologia alimentare e sostenibilità nelle imprese agroalimentari, perciò i miei contenuti per Microbiologia Italia sono incentrati principalmente sullo sviluppo dei microrganismi negli alimenti, sulla sicurezza alimentare e sui sistemi atti a rendere sostenibile un processo produttivo alimentare (anche utilizzando microrganismi).

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