I flavonoidi possono aiutare a controllare l’ipertensione: ecco come

Definizione

I flavonoidi sono una classe di composti polifenolici molto importanti nella cura dell’ipertensione, presenti in frutta, verdura e bevande tipiche soprattutto della dieta mediterranea. La loro scoperta risale agli anni ’30, quando due scienziati ungheresi identificarono nella paprika e nella scorza di limone la “vitamina P” (P per permeabilità). Si trattava in realtà di una miscela composta dai flavonoidi esperidina glucoside ed eridictiolo glucoside, capace di ridurre la permeabilità capillare. I flavonoidi svolgono un ruolo fondamentale nella crescita, nella struttura delle piante e operano come agenti di difesa contro gli attacchi chimici, fisici e biologici. Finora sono stati identificati più di 9000 composti appartenenti a questa classe e diverse centinaia sono negli alimenti che consumiamo ogni giorno. Numerosi studi epidemiologici attribuiscono ai flavonoidi effetti protettivi nei confronti di numerose patologie cardiache in particolare nella cura dell’ipertensione.

I flavonoidi nell'alimentazione come cura dell'ipertensione
Figura 1 – Pressione alta e alimentazione [Fonte: intaste.it]

Struttura e classificazione chimica dei flavonoidi

Chimicamente i flavonoidi sono molecole polifenoliche a basso peso molecolare. Nello specifico presentano uno scheletro a 15 atomi di carbonio costituito da due anelli benzenici (A e B) collegati tramite un anello piranico eterociclico (C).

Struttura base dei flavonoidi usati per la cura dell'ipertensione
Figura 2- Struttura base dei flavonoidi [Fonte: doi.org]

I flavonoidi sono caratterizzati da un’ampia varietà chimica dovuta alla differente posizione dell’anello B su quello C e al grado di idrossilazione, ossidazione e saturazione dell’anello C. In base alla loro struttura chimica sono classificati in calconi, flavanoni, flavanonoli, flavoni, flavonoli, isoflavoni, flavan-3-oli (o catechine) e antocianidine, flavonoidi molto utili nella cura e nel trattamento dell’ipertensione.

Classificazione chimica dei flavonoidi
Figura 3- Classificazione dei flavonoidi in base alla loro struttura chimica [Fonte: doi.org]

I flavonoidi nella dieta

I flavonoidi possiedono caratteristiche biochimiche di interesse funzionale in campo terapeutico e nutrizionale. Inoltre, per via delle loro proprietà, i flavonoidi sono considerati una possibile cura dell’ipertensione e di altre malattie cardiovascolari. Finora sono state individuate più di 9000 strutture la cui assunzione giornaliera varia tra i 20 mg e i 500 mg: questi derivano principalmente da fonti alimentari quali mele, uva, frutti di bosco, tè, vino, pomodori e cipolle. Purtroppo, nonostante i loro benefici nella cura dell’ipertensione e la loro ampia distribuzione, i flavonoidi hanno una scarsa biodisponibilità che può influenzare significativamente il loro valore nutrizionale. Li ritroviamo principalmente nei seguenti alimenti:

  • flavonoli e catechine (es. catechina ed epicatechina) nel tè verde, nel cacao, nella banana e anche nel melograno;
  • flavoni (es. apigenina e luteolina) in cereali, prezzemolo e sedano;
  • flavanoni (es. naringenina ed esperitina) in agrumi e pomodori;
  • flavonoli (es. quercetina, miricetina e kaempferolo) in cipolla, cavolo, spinaci, broccoli e vino rosso;
  • isoflavoni (es. daidzeina e genisteina) nella soia e nei legumi;
  • antocianidine (es. malvidina e delfinidina) nel vino rosso e nei frutti di bosco.

Proprietà biologiche e farmacologiche dei flavonoidi

I flavonoidi possiedono un’ampia gamma di attività biologiche e farmacologiche quali quella antiossidante, antitumorale, antidiabetica, antimicrobica, cardioprotettiva e, in aggiunta, neuroprotettiva. Un elevato consumo di flavonoidi è associato, ad esempio, alla cura dell’ipertensione come anche ad una riduzione di tutti i fattori di rischio che causano patologie cardiovascolari in generale.

L’NO (ossido nitrico endoteliale) è un elemento chiave nella regolazione della pressione arteriosa. Una volta sintetizzato, diffonde nelle cellule muscolari lisce vascolari dove attiva il sistema cGMP-PKG( GMP ciclico-fosfochinasi G), che stimola i canali del potassio voltaggio e calcio-dipendenti. Si ha così iperpolarizzazione della membrana e blocco dell’ingresso di calcio dall’ambiente extracellulare attraverso i canali CaV1.2. L’attivazione di PKG inibisce inoltre il rilascio di Ca2+ dal reticolo sarcoplasmatico e determina la fosforilazione della fosfatasi della catena leggera della miosina, riducendo così la contrattilità delle cellule muscolari lisce vascolari. Il gasotrasmettitore NO possiede anche attività antiinfiammatoria, antipiastrinica e antiproliferativa, che favoriscono il normale funzionamento dell’endotelio. Infatti, la riduzione della biodisponibilità di NO, rappresenta un evento critico nella patogenesi di numerose malattie cardiovascolari.

Alcuni flavonoidi sono capaci di aumentare i livelli di NO endoteliale favorendo così la vasodilatazione. I flavonoidi possono essere quindi considerati una cura dell’ipertensione, o comunque possono ridurre questo problema.

Fonti

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  • Fusi, F., Trezza, A., Tramaglino, M., Sgaragli, G., Saponara, S., & Spiga, O. (2020). The beneficial health effects of flavonoids on the cardiovascular system: Focus on K+ channels. Pharmacological research, 152, 104625. https://doi.org/10.1016/j.phrs.2019.104625
  • Lago, J. H., Toledo-Arruda, A. C., Mernak, M., Barrosa, K. H., Martins, M. A., Tibério, I. F., & Prado, C. M. (2014). Structure-activity association of flavonoids in lung diseases. Molecules (Basel, Switzerland), 19(3), 3570–3595. https://doi.org/10.3390/molecules19033570

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