La dieta occidentale

Negli ultimi decenni i casi di obesità sono aumentati nel mondo. E’ una triste realtà con la quale la sanità deve fare i conti ogni giorno, essendo una delle principali cause di morte. Anche l’obesità infantile è in via di aumento. Diversi fattori contribuiscono all’alto tasso di obesità, uno fra questi la dieta occidentale. Questo tipo di regime influenza anche la diffusione di patologie non trasmissibili. Le malattie non trasmissibili quali malattie cardiovascolari, tumori e diabete, rappresentano oggi le principali cause di morte nel mondo. Sono responsabili di ben circa il 70% delle morti e sono correlate allo stile di vita scorretto. Per stile di vita scorretto si intendono cattivi abitudini (fumo di sigaretta e abuso di alcol), sedentarietà e cattive scelte alimentari, come quelle che caratterizzano la dieta occidentale.

Cosa è la dieta occidentale?

La dieta occidentale, nota come “western diet” o dieta americana, è un regime alimentare nato negli Stati Uniti per poi diffondersi in altri paesi. Purtroppo si sta diffondendo in molte aree del mondo, inclusa l’Italia, il che desta notevoli preoccupazioni. Di certo, un aspetto importante sono le conseguenze della western diet sulla salute. Tuttavia non è l’unica ad essere compromessa! La dieta occidentale non è sostenibile per la salute quanto per il nostro pianeta. Oltre al fatto che va anche ad intaccare le storie culinarie dei paesi, togliendo ad ognuno di essi l’unicità che li contraddistingue.

Quando è iniziato tutto questo? A partire dagli anni ’80, gli usi alimentari sono molto cambiati. Uno degli avvenimenti che ha contribuito e contribuisce ancora alla diffusione della dieta occidentale è l’apertura dei “fast food”. La diffusione di cibi già pronti e molto elaborati, anche tramite i supermercati, contribuisce a sostenere stili alimentari dannosi. Si sono sviluppate abitudini alimentari che rendono la vita dell’uomo più comoda, ma la compromettono in termini di salute e benessere.

Caratteristiche della dieta occidentale

E’ caratterizzata da un basso consumo di alimenti “vantaggiosi” per la salute, come frutta, verdura e legumi. Mentre è alto il consumo di cibi “svantaggiosi”, soprattutto se consumati in eccesso, come cibi ricchi di sodio e zuccheri semplici.

Un segno distintivo è l’eccessivo consumo di carne rossa, insaccati e salumi. Altrettanto elevato è il consumo di grassi saturi e trans. Questi grassi, oltre ad essere molto calorici, aumentano il rischio di patologie. Gli acidi grassi saturi e trans sono correlati ad alti i livelli di colesterolo totale e colesterolo LDL, che a loro volta sono associati a problemi cardiovascolari.

Nella dieta occidentale c’è un eccesso di dolci e bevande dolci, ricchi di zuccheri semplici e anche di additivi, come i coloranti. E’ inoltre basso l’apporto di fibra, di cui frutta, verdura, legumi e cereali ne sono ricchi. Infine è povera di micronutrienti, come vitamine e minerali, abbondanti in frutta e verdura.

Patatine fritte, panini elaborati (in stile fast food), bibite dolci, dolciumi, merendine, salumi e cibi fritti sono abitualmente consumati nella dieta occidentale. Questi cibi sono noti anche come cibo spazzatura o “junk food” (Vedi Figura 1).

Cibo spazzatura
Figura 1 – Dimostrazione visiva di alcuni cibi usualmente consumati nella dieta occidentale [Fonte: Wikipedia/Engin Akyurt]

E’ un regime alimentare “povero” se si considera la qualità degli alimenti. E’ una dieta in cui è tipico il consumo di porzioni abbondanti, pertanto anche la quantità di cibo ingerito la rende una minaccia per la salute. L’eccesso di cibo e di calorie ingerite, rispetto al nostro fabbisogno, causano l’aumento di peso.

Nella figura sotto (Vedi Figura 2) sono mostrare le principali differenze tra dieta occidentale, in quanto stile insano di vita, e dieta mediterranea, in quanto stile sano di vita.

Caratteristiche a confronto della dieta occidentale e mediterranea
Figura 2 – Confronto tra dieta occidentale e dieta mediterranea [Fonte: Immagine creata tramite l’uso di Canva]

Zuccheri semplici

Gli zuccheri semplici, come glucosio e fruttosio, sono presenti in abbondanza in dolci, bibite e succhi di frutta. Lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio è molto presente nella quotidianità di vita degli americani.

Il fruttosio è più dolce del glucosio e questo sembra creare dipendenza. Quando mangiamo cibi dolci il cervello si sente appagato e questo meccanismo sviluppa dipendenza. Oltre ad essere più dolce, sembra sia anche più dannoso. Tuttavia l’uomo ha sempre usato piante e frutti nella sua dieta, dunque il fruttosio è un componente importante della nostra dieta. Quello che è dannoso è il consumo eccessivo di fruttosio e di zuccheri semplici, soprattutto se contenuti in cibi elaborati, come i dolci. Gli zuccheri inoltre determinano un rapido aumento della glicemia (= concentrazione di glucosio nel sangue), il che si associa ad un ridotto senso di sazietà. Il risultato è il richiamo di altro cibo.

Anche la frutta contiene molti zuccheri, tra cui fruttosio. Per esempio fichi, datteri, mango e pere, ne contengono molto. Qual è la differenza rispetto ai dolci? La differenza è che frutta e verdura contengono anche fibre, vitamine, minerali e sostanze antiossidanti (come i polifenoli). Viceversa i dolci ne sono poveri, mentre sono ricchi anche di grassi e spesso di coloranti.

Farine raffinate

I dolci non solo sono ricchi di zucchero, ma anche di farine raffinate. Le farine raffinate, come la farina 00, subiscono processi di lavorazione che le impoveriscono. Sono difatti farine povere da un punto di vista nutrizionale, ad esempio in termini di fibre e micronutrienti. Farine che vengono usate anche per la produzione di pane bianco. Sarebbe quindi auspicabile seguire regimi salutari, come la dieta mediterranea. Quest’ultima prevede un apporto giornaliero di carboidrati complessi (pane e pasta), ma che siano prodotti con farine non raffinate o poco raffinate. Un esempio di farina non raffinata è quella integrale, mentre quella di tipo due ha un grado di raffinazione molto basso.

Carne e cancro al colon

Il cancro al colon-retto è un tumore molto comune. Il consumo di carne rossa è notevole nei paesi dove la western diet ha preso piede. Esiste una forte associazione tra abuso di carne rossa e lavorata (come insaccati e salumi) e rischio di cancro al colon-retto. Tuttavia anche altri tipi di cancro sono associati all’eccesso di carne come cancro a: stomaco, seno, prostata ed endometrio. Ciò non vuol dire che la carne rossa non debba essere consumata. Piuttosto deve essere consumata in modo moderato e all’interno di un regime ricco di frutta, verdura e cereali.  

I possibili fattori fattori alla base di questa forte associazione sono:

  • i composti derivati da nitriti e nitrati. Secondo IARC, sono probabili cancerogeni per l’uomo. Possono essere presenti nella carne o formarsi nell’organismo dopo il consumo di carne rossa e lavorata. Si formano nel colon a partite da altri composti e ad opera dei batteri;
  • le ammine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici. Potenti agenti cancerogeni prodotti durante la cottura ad alta temperatura della carne (ad esempio alla brace);
  • il ferro eme. Può promuovere il cancro stimolando la produzione di: composti derivati da nitriti e nitrati, sostanze cancerogene e specie reattive dell’ossigeno;
  • gli acidi grassi e gli acidi biliari. La carne contiene molti grassi che aumentano la secrezione di acidi biliari nell’intestino. Gli acidi biliari in eccesso a loro volta determinano una serie di conseguenze, tra cui danno ossidativo del DNA. A ciò si aggiunge il fatto che i grassi saturi e trans aumentano i livelli di colesterolo totale e colesterolo LDL, come accennato già.

La carne bianca (pesce e pollame) non è associata al rischio di cancro al colon-retto.

Additivi coloranti

L’aspetto del cibo e il suo colore attirano il consumatore stimolando acquisto e consumo. La dieta occidentale fa leva anche su questo! Ciò spiega il motivo per il quale i coloranti sono molto usati dalle industrie alimentari. Per definizione un colorante alimentare è “qualsiasi colorante, pigmento o sostanza che, quando aggiunto o applicato a un alimento, farmaco o cosmetico, o al corpo umano, è in grado di conferire colore”. Viene indicato in etichetta con la lettera E seguita da un numero. Fate attenzione alle etichette!

Gli studi hanno mostrato che coloranti artificiali, come E102, E110, E122, E123, E124 ed E129, possono causare problemi di salute. L’alterativa sarebbe usare composti naturali, spesso ma non sempre più sicuri dei “cugini” sintetici. Le quantità necessarie di additivi naturali sono maggiori rispetto ai sintetici. Pertanto il loro uso potrebbe causare cambiamenti nell’aspetto, nel gusto e nella consistenza del cibo. Sono in corso ulteriori studi al riguardo.

Conclusione sulla dieta occidentale

In un regime alimentare sano tutto può far parte della nostra alimentazione. L’importante è dare priorità a ciò che fa bene e limitare il consumo di tutto ciò che potrebbe rappresentare una minaccia per la nostra salute. D’altronde, come diceva già Paracelso nel 1500, “Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.”

Bibliografia

  • Aykan N. F. (2015). Red Meat and Colorectal Cancer. Oncology reviews9(1), 288. https://doi.org/10.4081/oncol.2015.288
  • Chandel N. S. (2021). Carbohydrate Metabolism. Cold Spring Harbor perspectives in biology13(1), a040568. https://doi.org/10.1101/cshperspect.a040568
  • Febbraio, M. A., & Karin, M. (2021). “Sweet death”: Fructose as a metabolic toxin that targets the gut-liver axis. Cell metabolism33(12), 2316–2328. https://doi.org/10.1016/j.cmet.2021.09.004
  • García-Montero, C., Fraile-Martínez, O., Gómez-Lahoz, A. M., Pekarek, L., Castellanos, A. J., Noguerales-Fraguas, F., Coca, S., Guijarro, L. G., García-Honduvilla, N., Asúnsolo, A., Sanchez-Trujillo, L., Lahera, G., Bujan, J., Monserrat, J., Álvarez-Mon, M., Álvarez-Mon, M. A., & Ortega, M. A. (2021). Nutritional Components in Western Diet Versus Mediterranean Diet at the Gut Microbiota-Immune System Interplay. Implications for Health and Disease. Nutrients13(2), 699. https://doi.org/10.3390/nu13020699
  • Monteiro, C. A., Moubarac, J.-.-C., Cannon, G., Ng, SW e Popkin, B. (2013), Ultra-processed products: global dominance. Obes Ap, 14: 21-28. https://doi.org/10.1111/obr.12107
  • Novais, C., Molina, A. K., Abreu, R. M. V., Santo-Buelga, C., Ferreira, I. C. F. R., Pereira, C., & Barros, L. (2022). Natural Food Colorants and Preservatives: A Review, a Demand, and a Challenge. Journal of agricultural and food chemistry70(9), 2789–2805. https://doi.org/10.1021/acs.jafc.1c07533
  • Rakhra, V., Galappaththy, S. L., Bulchandani, S., & Cabandugama, P. K. (2020). Obesity and the Western Diet: How We Got Here. Missouri medicine, 117(6), 536–538.
  • Te Morenga, L., & Montez, J. M. (2017). Health effects of saturated and trans-fatty acid intake in children and adolescents: Systematic review and meta-analysis. PloS one12(11), e0186672. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0186672

Sitografia

Link immagini

Foto dell'autore

Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

MICROBIOLOGIAITALIA.IT

Marchio®: 302022000135597

CENTORRINO S.R.L.S.

Bernalda, via Montegrappa 34

Partita IVA 01431780772