Il clima può influenzare il comportamento delle zanzare

Clima e comportamento delle zanzare

Il clima può influenzare il comportamento delle zanzare. Un team di ricercatori, in uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Current Biology, ha mostrato che le caratteristiche climatiche sembrano giocare un ruolo importante nel determinare l’attrazione di questi insetti verso gli esseri umani.

Una varietà di appetiti

Esistono circa 3.500 specie di zanzare sul nostro pianeta. La maggior parte di esse si nutre del sangue di vari mammiferi, uccelli e rettili. Tuttavia poche specie mostrano una spiccata attrazione verso gli esseri umani e una predilezione per il loro sangue. Tra queste, la zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti) è un esempio emblematico. Questo insetto è il più importante vettore di arbovirosi tra cui Dengue, Zika e Chikungunya (oltre alla già citata febbre gialla) nelle zone tropicali e subtropicali.

Preferenza sì…ma non troppo

Ae. aegypti è il perfetto esempio di zanzara di ambiente domestico e peridomestico e mostra una stretta associazione con l’uomo. Essa prospera infatti nelle aree urbane, dove si riproduce utilizzando una varietà di contenitori e ambienti artificiali dove si accumula l’acqua (Fig. 1). Questo vettore normalmente predilige l’uomo per il suo pasto di sangue (fino al 95% delle volte), sebbene alcune popolazioni sembra preferiscano gli animali. Il rapporto trofico nei confronti dell’ospite quindi non è fisso in questa specie, ma piuttosto plastico.

La zanzara Aedes aegypti e gli ambienti artificiali dove si riproduce
Figura 1 – La zanzara Aedes aegypti depone le uova in una grande varietà di contenitori artificiali di origine umana. Questi ambienti diventano fondamentali durante la stagione secca quando le precipitazioni scarseggiano. [Fonte: hindawi.com]


Come si genera questa plasticità comportamentale? Perchè alcune zanzare hanno sviluppato una maggiore attrazione verso gli umani rispetto agli animali?

Alcuni scienziati hanno ipotizzato che quando la specie umana è diventata più sedentaria, circa 10.000 anni fa, un’elevata densità di popolazione avrebbe garantito una fonte di nutrimento duratura e di facile accesso per le zanzare. Altri studiosi ritengono che le raccolte d’acqua “artificiali” fornite dagli esseri umani consentano alle zanzare di sopravvivere anche in zone molto aride.

Lo studio

Gli scienziati hanno raccolto le uova di Ae. aegypti in 27 località dell’Africa subsahariana. Questi siti variavano sia come numero di persone presenti che come condizioni climatiche. Il team ha infatti campionato sia aree con una forte stagionalità (alternanza di una stagione secca e una umida ben definite) che aree perennemente aride o umide.

Dopo aver creato le diverse colonie in laboratorio, i ricercatori hanno quindi verificato la preferenza delle femmine verso l’odore umano o animale utilizzando un olfattometro a due porte. All’interno di questo strumento alle zanzare viene offerta la possibilità di volare verso due estremità, una con il braccio di un volontario umano e l’altra contenente un animale (in questo caso una cavia o una quaglia). I ricercatori hanno poi contato quante zanzare si erano spostate nelle due aree.

Il team ha poi testato se la preferenza delle zanzare verso un determinato ospite fosse associata alle caratteristiche del loro luogo di origine (in particolare densità di abitanti e condizioni climatiche).

Questione di…clima?

I ricercatori hanno prima confermato che la preferenza dell’ospite variava molto tra le diverse colonie: alcune erano attratte quasi esclusivamente dall’odore animale, altre non mostravano una particolare preferenza, e altre ancora mostravano a una chiara predilezione per l’odore umano.  

In secondo luogo, il team ha osservato un’associazione significativa tra il numero di abitanti nella località di origine e una maggior attrazione verso l’odore umano: la densità di popolazione spiegava infatti circa il 18% della variazione comportamentale osservata nelle zanzare. In sostanza, le zanzare nelle aree a più elevata densità umana erano attratte più dall’odore delle persone che da quello degli animali.

Tuttavia, il risultato più interessante riguarda le caratteristiche climatiche. Infatti i ricercatori hanno scoperto un’associazione ancora più significativa tra due variabili climatiche (variabilità mensile delle precipitazioni e livello delle precipitazioni nel trimestre più caldo dell’anno) e la preferenza verso l’odore umano. Questi due fattori spiegavano fino al 65% della variazione osservata in questo comportamento. Fondamentalmente, le zanzare che hanno mostrato una maggiore attrazione per l’uomo provenivano da aree in cui la pioggia era più scarsa, e quindi con una stagione secca più intensa.

La ricerca continua

Questi risultati suggeriscono, quindi, che il clima può influenzare il comportamento delle zanzare. In particolare, la prolungata mancanza d’acqua nella stagione secca può fornire una spiegazione sul perchè diverse popolazioni di Ae. aegypti mostrano una maggiore o minore attrazione verso gli esseri umani.  Questo potrebbe essere dovuto alla necessità per le zanzare di sopravvivere in condizioni sfavorevoli attraverso l’utilizzo delle raccolte d’acqua create dagli esseri umani.  

Gli autori sottolineano la necessità di ulteriori ricerche. Altri fattori, infatti, tra cui la scarsa disponibilità di animali o di vegetazione durante la stagione secca, potrebbero costringere le zanzare a riprodursi e ad alimentarsi in associazione con agli esseri umani. Inoltre, sarà fondamentale ampliare lo studio utilizzando insetti raccolti in un numero più elevato di ambienti (per includere un numero maggiore di variabili ambientali).

Queste ipotesi dovrebbero essere testate anche in altre specie di zanzare con una forte attrazione per gli esseri umani e plasticità comportamentale, ma una diversa ecologia. Particolarmente interessanti potrebbero essere i risultati ottenuti studiano le zanzare Anopheles, i vettori della malaria.

Il fatto che il clima possa influenzare il comportamento delle zanzare ha una serie di ricadute pratiche. Una migliore comprensione del ruolo dell’ambiente e del clima sulla plasticità comportamentale delle zanzare può essere di grande aiuto per prevedere l’effetto che le attività umane e i cambiamenti climatici possono avere sui vettori e, in ultima analisi, sull’epidemiologia dei patogeni che trasmettono.

Corrado Minetti

Fonti

  • Rose NH, Sylla M, Badolo A, Lutomiah J, Ayala D, Aribodor OB, Ibe N, Akorli J, Otoo S, Mutebi JP, Kriete AL, Ewing EG, Sang R, Gloria-Soria A, Powell JR, Baker RE, White BJ, Crawford JE, McBride CS. Climate and Urbanization Drive Mosquito Preference for Humans. Curr Biol. 2020 Sep 21;30(18):3570-3579.e6. doi: 10.1016/j.cub.2020.06.092.
  • Getachew D, Tekie H, Gebre-Michael T, Balkew M, Mesfin A. Breeding Sites of Aedes aegypti: Potential Dengue Vectors in Dire Dawa, East Ethiopia. Interdiscip Perspect Infect Dis. 2015; 2015:706276. doi: 10.1155/2015/706276.
  • Immagine 1: https://www.hindawi.com/journals/ipid/2015/706276/fig1/
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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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