Caratteristiche
Il Virus Dengue, conosciuto anche come DENV, è un virus a RNA a singolo filamento facente parte della famiglia dei Flaviviridae, tra cui ricordiamo altri importanti virus come l‘HCV, il virus della febbre gialla, il West Nile virus ed il virus Zika. Tale virus, di cui si conoscono quattro sierotipi differenti (DENV-1, DENV-2, DENV-3, DENV-4), è conosciuto per essere l’agente eziologico della febbre Dengue. L’infezione è trasmessa all’uomo dalle zanzare del genere Aedes, la cui specie vettore è l’Aedes aegypti, anche se la trasmissione in alcuni casi registrati è stata riconducibile alla specie Aedes albopictus.
La Dengue è endemica nei paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Centro-Meridionale (Fig.1) ed il DENV, come il virus Zika ed il Chikungunya, rientra tra i virus considerati emergenti.
È stata inserita, inoltre, da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel gruppo delle Neglected tropical diseases (NTDs), in cui vengono raggruppate tutte quelle patologie che colpiscono le popolazioni più povere che vivono a stretto contatto con vettori infettivi, senza adeguate norme igieniche e soprattutto senza alcun tipo di prevenzione. A livello mondiale è causa di circa 50 milioni di casi ogni anno, riscontrati principalmente nelle zone tropicali e subtropicali.
Filogenesi
Dominio | Acytota |
Gruppo | Gruppo IV (ssRNA+) |
Famiglia | Flaviviridae |
Genere | Flavivirus |
Specie | Dengue virus |
Morfologia stutturale
Il virus Dengue presenta una forma sferica il cui diametro non supera i 60 nm, provvisto di un genoma a RNA a singolo filamento a polarità positiva (Fig.2) di circa 11.000 basi che codifica per tre proteine strutturali: C, prM ed E, facenti parte dell’involucro virale. Il genoma è caratterizzato da una singola ORF (open reading frame) fiancheggiata da due regioni non tradotte, 5′ e 3′ UTR.
Le proteine non strutturali, riscontrabili anche in altri flavivirus, esplicano la propria funzione nella replicazione virale e sono NS1, NS2a, NS2b, NS3, NS4a, NS4b, NS5. Quest’ultima, è la proteina RNA polimerasi RNA dipendente. L’RNA del virus è racchiuso in un capside icosaedrico il cui diametro è di circa 20 – 30 nm.
Il virus, una volta entrato nell’organismo, infetta i globuli bianchi. Attraverso il riconoscimento di alcune proteine di membrana della cellula come CLE-C5A e DC-SIGN, DENV presenta un particolare tropismo per le cellule di Langerhans. Assieme a quest’ultime, vengono infettati anche monociti e macrofagi, innescando in breve tempo alterazioni ematologiche.
Patogenesi
La Dengue, in base al sierotipo infettante, viene solitamente divisa in due manifestazioni cliniche, la cui classificazione si basa principalmente sulla gravità. Ad esempio, la forma più grave della patologia avviene in caso di infezioni secondarie da sierotipo DENV-1, in un soggetto precedentemente infettato da DENV-2 o DENV-3. Di solito il periodo di incubazione varia da 3 a 14 giorni.
L’OMS classifica così la malattia da DENV:
- febbre dengue conosciuta anche come dengue non complicata, in cui il quadro clinico non è particolarmente grave e le manifestazioni dei sintomi (Fig.3) sono generalmente leggere, con dolori muscolari, eruzioni cutanee e mal di testa. In questo caso non sono presenti alterazioni ematologiche importanti con conseguenti fenomeni emorragici;
- febbre emorragica dengue o dengue grave in cui l’aggravamento del quadro clinico è dovuto ad un interessamento del fegato e del midollo osseo, in cui il virus attua una attiva replicazione virale. In questo caso la sintomatologia comprende epatomegalia, fenomeni emorragici dovuti ad una alterata conta piastrinica i cui livelli si abbassano di molto (piastrinopenia) e conseguente insufficienza circolatoria. La dengue grave può essere complicata da uno stato di shock, conosciuto come sindrome da shock della dengue, con tachicardia, ipotensione e comparsa di sanguinamento anche a livello gastro-intestinale. Questa sindrome si verifica di solito nei bambini, ma il meccanismo patogenetico non è ancora del tutto chiaro. In rari casi è stato visto anche un interesse del sistema nervoso con alterazione dello stato di coscienza e comparsa di mielite trasversa.
Metodi di identificazione
L’infezione da virus Dengue può essere diagnostica attraverso tecniche sierologiche, tecniche di biologia molecolare ed attraverso l’isolamento del virus in colture cellulari.
In biologia molecolare, la tecnica di elezione è la RT-PCR, utilizzata per ricercare direttamente il genoma virale. Rientra tra le tecniche più attendibili.
Ulteriori metodi di identificazione prevedono l’utilizzo della MAC-ELISA (Fig.4), (IgM antibody capture enzyme-linked immunosorbent assay), finalizzata al rilevamento delle IgM specifiche per DENV, in grado di distinguere l’infezione primaria dalla secondaria. Nell’infezione primaria, infatti, il rapporto IgM/IgG è superiore a 1,5.
L’isolamento del virus, invece, dal siero o dai leucociti del paziente, viene eseguito in colture cellulari specifiche (C6 / 36 e AP-61).
Molto importante è inoltre la diagnosi differenziale da virus influenzali, dalle fasi precoci della malaria e dalla febbre gialla di grado lieve.
Terapia
Attualmente non esiste né una terapia specifica contro DENV né un vaccino per prevenirne l’infezione. La terapia è generalmente di supporto in base alla gravità delle manifestazioni cliniche, ed in caso di severe alterazioni ematologiche con comparsa di anemia, è richiesto il ricovero con successive emotrasfusioni e somministrazione di liquidi.
Priscilla Caputi
Fonti
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