Toxoplasmosi e schizofrenia: esiste davvero un pericolo per l’uomo?

Schizofrenia e infezione da Toxoplasma gondii sono correlate? Un’ipotesi scientifica per un disordine complesso in cui la genetica gioca a scacchi con l’influenza ambientale. In questo contesto i gatti, ospiti definitivi di questo parassita e agenti infettanti della toxoplasmosi, potrebbero avere un ruolo di diffusione importante. Ma rappresentano davvero un pericolo per la nostra “salute psichica”? Per poter rispondere a questa domanda bisogna addentrarsi più a fondo nel meccanismo biologico che ne è alla base.

Assenza di paura, alterata cognizione del pericolo, incremento della libido, deficit di attenzione e risposta alterata a stimoli esterni hanno tutti un comune denominatore: alterazione dei livelli di dopamina a livello cerebrale.

Questo elenco di meccanismi biologici è stato ampiamente osservato in topi da laboratorio infetti dal parassita Toxoplasma gondii: in presenza di ferormoni felini, questi topi preferiscono arrendersi al nemico piuttosto che darsi alla fuga, come avverrebbe normalmente. Sorprendentemente si è visto che i livelli di dopamina nel cervello di questi ultimi erano più elevati.

A livello sociologico, lo stesso modello comportamentale osservato nei topi, indice di un evidente meccanismo biologico alterato, si ritrova in diversi disturbi mentali, tra cui la schizofrenia. Diverse ipotesi scientifiche, tra cui quella del neuroscienziato Robert Sapolsky, attribuiscono a questo parassita un ruolo di “burattinaio della mente”, secondo il quale dietro a patologie complesse come la schizofrenia si nascondino in realtà infezioni latenti di cui sappiamo ancor ben poco. Ma basta l’associazione tra un evento biologico (livelli cerebrali di dopamina alterati) e un comportamento sociale (la schizofrenia) per attribuire in qualche modo la “colpa” dello schizofrenico al parassita T. gondii?

Lo scorso mese è stato pubblicato il primo studio clinico in umani che ha valutato questa probabile associazione, relazionando la comparsa del disturbo mentale ad un’infezione previa e latente del parassita T. gondii, in una popolazione caso-controllo di circa 80000 danesi.

Lo studio epidemiologico condotto dai ricercatori dell’Ospedale Universitario di Copenaghen, ha coinvolto individui diagnosticati tanto per disordini psichiatrici come per tentato suicidio o soggetti precedentemente interessati da incidenti stradali. Allo stesso tempo, le analisi di associazione statistica, si sono avvalse di una popolazione controllo, priva delle precedenti condizioni.

I numeri ottenuti dai risultati di questo studio ci dicono che persone esposte al parassita T. gondii hanno un 47% di probabilità in più di essere diagnosticati per schizofrenia in un futuro. Il trend osservato in questa popolazione danese è simile a quello osservato in altri studi popolazionali, come afferma Robert Yolken, coautore dello studio danese e virologo nella John Hopkins University a Baltimore.

Bisogna però fare attenzione a non cadere in una spiegazione semplicistica di un disordine mentale ben più complesso. Infatti, come suggerisce Yolken, una probabile infezione latente potrebbe spiegare solo una percentuale di casi di schizofrenia e sempre nel caso in cui sia contemporaneamente presente una componente genetica di predisposizione all’insorgenza della malattia, anche molti anni dopo il primo contatto con il parassita.

Allarmismo zero quindi? Effettivamente, si tratta di associazioni di tipo epidemiologico il cui obbiettivo non è quello di costruire una congettura causale di un disordine così complesso come la schizofrenia, piuttosto quello di valutare e indagare la microbiologia che si nasconde dietro a fenomeni comportamentali deviati, per i quali, fino ad ora, la maggior imputata responsabile è stata la mente e la sua relazione con l’ambiente circostante.

Serena Galiè

Bibliografia

  • https://www.sciencemag.org/news/2019/02/reality-check-can-cat-poop-cause-mental-illness;
  • Large-scale study of Toxoplasma and Cytomegalovirus shows an association between infection and serious psychiatric disorders (Burgdorf et al., 2019).
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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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