Aura ed emicrania

In questo articolo cercheremo di comprendere i meccanismi che stanno alla base dell’emicrania e dell’aura.

L’emicrania appartiene alla famiglia delle cefalee ed è una forma ricorrente di mal di testa, caratterizzata da un dolore pulsante ed intenso che va da moderato a grave.

In Italia si stima che ne soffrano circa 8 milioni di persone. L’organizzazione Mondiale della Sanità la inquadra come la seconda patologia più disabilitante e la terza più frequente. La prevalenza dell’emicrania è più alta nelle donne (dal 5 al 25%) rispetto agli uomini (dal 2 al 10%) e ciò sembrerebbe essere causato dall’aumento o fluttuazione dei livelli di estrogeni, i principali ormoni femminili.

Aura ed emicrania: rappresentazione del dolore che caratterizza l'emicrania
Figura 1 – Immagine rappresentativa del dolore emicranico [https://ictuscerebrale.com]

Etimologia del termine emicrania e caratteristiche della patologia

La parola emicrania deriva dal greco ἡμι- “mezzo” e κρανίον “testa” ed infatti il disturbo emicranico insorge più spesso unilateralmente, anche se una distribuzione maggiormente diffusa caratterizza le fasi successive dell’attacco.

La durata del mal di testa emicranico è estremamente variabile ed un’emicrania comune dura mediamente dalle otto alle ventiquattro ore, protraendosi talvolta per giorni o per più di una settimana. L’intensità del dolore è assai variabile e può manifestare una violenza invalidante oppure presentarsi come lieve fastidio transitorio. Durante lo stesso attacco essa può aumentare o diminuire e, soprattutto nelle emicranie mestruali, si possono verificare remissioni e riacutizzazioni molto più protratte. Per quanto riguarda la qualità del mal di testa emicranico, il dolore pulsante si osserva in meno della metà dei casi e caratterizza solo le fasi iniziali dell’episodio, che poi lascia spazio ad un dolore costante. Quando presente, il dolore pulsante è sincronizzato con le pulsazioni arteriose e può essere accompagnato da pulsazione visibile delle arterie extracraniche.

La fisiopatologia dell’emicrania prevede un’alterata elaborazione neuronale centrale, che consiste nell’attivazione dei nuclei del tronco encefalico, ipereccitabilità corticale e cortical spreading depression (CSD – depressione corticale). Quest’ultima è una temporanea modificazione eccitatoria dei neuroni della corteccia occipitale a seguito di una variazione del flusso ematico locale. Inoltre si ha il coinvolgimento del sistema trigemino-vascolare, con rilascio di neuropeptidi che provoca un’infiammazione dolorosa dei vasi cranici e della dura madre.

Le forme più comuni di emicrania rientrano in due categorie principali: quella senza aura, che caratterizza circa l’80% dei pazienti, e quella con aura.

Cos’è l’aura emicranica?

L’aura consiste in anomalie temporanee e reversibili della vista, della sensibilità, dell’equilibrio, del coordinamento muscolare o dell’eloquio. Le sue manifestazioni sono le più varie, comprendono allucinazioni sensoriali semplici e complesse, ma anche stati emotivi intensi, deficit e disturbi del linguaggio e dell’ideazione (attività psichica mediante la quale singoli atti del pensiero vengono ordinati), dislocazioni delle percezioni spaziale e temporale.

L’aura è quindi un sintomo particolarmente acuto e drammatico, che si associa all’emicrania o la precede, ed occasionalmente può costituire l’unica manifestazione di un attacco emicranico. La variante visiva rappresenta la tipologia di aura più comune.

Aura visiva

Nota anche come aura oftalmica, è un disturbo neurologico transitorio che si presenta con percezioni visive luminose o scomatose dalla durata variabile. Le allucinazioni visive più semplici assumono la forma di scintille, lampi o forme geometriche che attraversano il campo visivo, oppure increspature ed ondulazioni dello stesso, descritte da chi ne soffre come un drappo di seta marezzata.

Aura ed emicrania: visualizzazione del fenomeno dell'aura.
Figura 2 – Campi visivi condizionati dall’aura [https://www.mdsaude.com]

Nella maggior parte dei casi, nel proprio campo visivo, il paziente sperimenta lo scotoma emicranico, un’allucinazione molto più elaborata e di lunga durata. Lo scotoma negativo si riferisce all’area di parziale o totale cecità che può precedere o seguire uno scotoma scintillante. Quest’ultimo è la percezione di una macchia dal colore variabile e luminosità intermittente. Tutta la parte luminosa di uno scotoma mostra una scintillazione e la frequenza del suo ritmo è stata stimata tra le otto e le dodici scintillazioni al secondo. Il margine dello scotoma avanza a velocità costante ed impiega solitamente una decina-ventina di minuti per passare dal punto di fissazione al margine del campo visivo. Questo fenomeno può insorgere anche perifericamente nel campo visivo.

Cosa possiamo fare in concreto?

Non essendo completamente chiare le cause, non esiste una terapia specifica. La cura per aura ed emicrania si basa sulla prevenzione dell’attacco emicranico. Si può agire in modi differenti: l’approccio più immediato è quello farmacologico, che prevede una terapia preventiva con utilizzo di anticonvulsivanti, antidepressivi o antipertensivi, oppure una terapia dell’attacco con analgesici o triptani. Attualmente la terapia in fase sperimentale di studio è rappresentata dagli anticorpi monoclonali anti-CGRP (Calcitonin Gene Related Peptide).

Si può considerare anche l’integrazione di elementi come il magnesio, la cui carenza può scatenare la diffusione corticale della spreading depression. La dieta è un altro fattore che può incidere sulla patologia, infatti sarebbero da escludere tutti gli alimenti pro-infiammatori, come quelli ricchi di zuccheri, gli alcolici, il cioccolato, i formaggi e i latticini. Mancanza di sonno, sforzi fisici e stress psichici sono altri possibili fattori scatenanti.

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Giulia Guarisco

La biologia è la mia passione più grande. Spaziando tra immunologia, neurobiochimica e patologia, sono molto interessata alla fisiologia del sistema nervoso.

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