Geloni: definizione, caratteristiche, diagnosi e gestione

I geloni sono lesioni infiammatorie della cute. Di solito compaiono sulle dita delle mani. Ma possono comparire anche su dita dei piedi, naso e orecchie. Le lesioni sono scatenate dell’esposizione al freddo. I geloni si presentano per lo più in caso di clima ventoso e umido, ma non gelido.

I geloni

Definizione

I geloni sono una condizione infiammatoria della cute. Tale condizione è legata ad una risposta vascolare anormale scatenata dal freddo.

Il gelone fa parte delle acrosindromi, in quanto è un’alterazione del microcircolo della cute. Il microcircolo non è altro che la circolazione del sangue nei vasi minori ed esso è importante in quanto assicura lo scambio di nutrienti tra sangue e liquido interstiziale. Ne consegue che se è alterato, anche lo scambio di nutrienti lo è.

Il termine anglosassone che indica i geloni è “chilblain“. Dove “Chil-” sta per freddo, mentre “-blain” sta per dolente.

Un altro termine con il quale sono conosciuti i geloni è perniosi. La perniosi non deve però essere confusa con il “lupus pernio”, il quale indica la sarcoidosi cutanea.

Epidemiologia e fattori di rischio dei geloni

Il freddo umido non è il solo fattore di rischio dei geloni, ma anche la genetica può influire. Spesso infatti si hanno più casi nella stessa famiglia. Le donne e gli adulti giovani o di mezza età sono colpiti più spesso dai geloni, soprattutto da chi è solito lavorare all’aria aperta, mentre è rara la diagnosi nei bambini. Infine è alto il numero di diagnosi di gelone tra i fumatori e tra chi ha un basso indice di massa corporea.

Caratteristiche

I geloni si presentano con lesioni doloranti. Il dolore è accompagnato da prurito e bruciore. Inoltre le lesioni appaiono di colore rosso, a volte con un viraggio al blu o viola. Nei casi più gravi si formano geloni con vesciche e ulcere (Figura 1).

I geloni colpiscono la parte dorsale delle dita delle mani e dei piedi. Più di rado la parte dorsale delle orecchie e del naso. Infine si possono formare sui fianchi, se ci si espone al freddo usando jeans attillati.

Le lesioni dei geloni compaiono 12-24 ore dopo l’esposizione al freddo. Di solito si risolvono dopo qualche settimana, ma spesso si ripresentano l’inverno seguente.

Caratteristiche geloni
Figura 1 – Caratteristiche dei geloni. [Fonte: immagine creata con l’uso di Canva]

Tipi di geloni

Più di frequente il gelone è primario, detto anche idiopatico. A sua volta può essere acuto, il più delle volte, oppure cronico, cioè persiste dopo la stagione fredda.

Il gelone può essere secondario se associato ad altre condizioni, ciò spiega il motivo del termine. Secondario a cosa? A infezioni, leucemia, farmaci e processi infiammatori mediati dal sistema immunitario. Ad esempio tra quest’ultimi processi vi è il lupus eritematoso sistemico. Tra le infezioni invece l’epatite B e C e la Covid-19. Inoltre, il gelone può essere secondario a traumi o gravidanza. Questo tipo di gelone colpisce di più gli anziani, a differenza del primario. Inoltre, mentre quello idiopatico colpisce di più le donne, in quello secondario non ci sono differenze di sesso.

Cosa accade in caso di esposizione al freddo?

Quando ci si espone al freddo, viene stimolata una risposta fisiologica: il riflesso vasodilatatorio. È una risposta che l’organismo usa per proteggersi. Il riflesso vasodilatatorio porta alla riperfusione, cioè alla ripresa del flusso di sangue. La riperfusione evita l’ischemia della cute. Quest’ultima causerebbe un basso apporto di sangue alla cute, nonché riduzione dell’apporto sia di ossigeno sia di nutrienti.

È probabile che, in chi soffre di geloni, il freddo causi il vasospasmo, ovvero una contrazione (un restringimento) della parete dei vasi, persistente o prolungata. La conseguenza del vasospasmo è la riduzione del flusso di sangue che porta a mancanza o a carenza di ossigeno nel sangue, cioè ipossiemia. Quest’ultima causa la risposta infiammatoria. In chi soffre di geloni, è possibile che vi sia un’alterazione nelle risposte stimolate in caso di cambiamento di temperatura. Infine, è possibile che i processi che regolano la temperatura del corpo siano alterati (Figura 2).

conseguenze dell'esposizione al freddo e cause dei geloni
Figura 2 – Conseguenze dell’esposizione al freddo. [Fonte: immagine creata con l’uso di Canva]

Diagnosi e istologia dei geloni

Diagnosi

La diagnosi dei geloni è fatta in base ai sintomi e alle lesioni della cute.

Al momento della diagnosi dei geloni è importante escludere altre condizioni. Per fare ciò possono essere fatti degli esami del sangue. È altresì importante distinguere i geloni da condizioni simili, tipo l’orticaria da freddo e la cancrena. La prima non colpisce solo le estremità del corpo, mentre la seconda presenta tessuto necrotico

Ci sono casi in cui si può ricorrere alla biopsia. Quando? Quando i geloni resistono al trattamento o se durano oltre l’inverno. Lo scopo è escludere altri processi infiammatori in corso, come il lupus eritematoso sistemico.

II gelone lupus eritematoso è diverso da quello idiopatico, soprattutto da un punto di vista istologico. Inoltre si manifesta con placche viola e rigonfiamenti della cute, soprattutto nelle estremità del corpo.

Istologia

Come variano i tessuti colpiti dai geloni? Questi mostrano edema del derma, ovvero un gonfiore causato da accumulo di liquido, con infiltrazioni di cellule immunitarie. Le cellule immunitarie sono per lo più linfociti. Le infiltrazioni invadono sia il derma papillare sia quello reticolare, o solo uno dei due. All’edema dermico si associa poi edema della parete dei vasi. Gli infiltrati hanno un ruolo infiammatorio. Inoltre, un segno distintivo dei geloni è la presenza di infiltrati intorno alle ghiandole eccrine. L’istologia serve a distinguere i geloni da altre diagnosi, con le quali si potrebbe fare confusione.

Prevenzione e trattamento dei geloni

Per prevenire i geloni, le estremità del corpo devono essere protette dal freddo. In caso di esposizione, devono essere tenute al caldo e asciutte. Inoltre, dato che il fumo aumenta il rischio, smettere di fumare potrebbe prevenirli.

Fatta la diagnosi dei geloni si procede al trattamento dei sintomi. Gli steroidi topici sembra siano molto utili. Nei casi più gravi si ricorre ai calcio-antagonisti, come la nifedipina. Il betametasone può essere usato come rimedio topico. Non tutti gli studi hanno dato prova del suo effetto. Altri rimedi contro i geloni, che hanno dato benefici solo in alcuni pazienti, comprendono: pentossifillina, idroclorochina e nitroglicerina topica. Infine, sembra che l’agopuntura abbia dei benefici sui geloni.

Fonti

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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