La resistenza antimicrobica è invisibile. Io no.

“Antimicrobial resistance (AMR) is invisible. I am not” è lo slogan della campagna di informazione appena lanciata dalla Task Force dei sopravvissuti all’antimicrobico-resistenza (Task Force of Antimicrobial Resistance survivors) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Una Task Force di dodici persone

Nel 2023, l’OMS ha pubblicato un documento in cui sottolinea l’importanza di un approccio focalizzato sulle persone per affrontare la resistenza antimicrobica nella salute umana.

Accanto a questa iniziativa, nello stesso anno l’OMS ha istituito la Task Force dei sopravvissuti all’antimicrobico-resistenza, con lo scopo di dare visibilità a quelle persone (e ai loro caregiver) che sono riuscite a sopravvivere e a guarire da gravi infezioni causate da germi resistenti agli antimicrobici, riuscendo a vincere la loro battaglia.

Il gruppo è presieduto da Vanessa Carter ed è formato da altre undici persone. Donne e uomini che rappresentano tutto il mondo: Anthony Darcovich (USA), Bhakti Chavan (India), Brandon Jaka (Zimbabwe), Felix Liauw (Indonesia), Gabriella Balasa (USA), John Kariuki Muhia (Kenya), Mashood Lawal (Nigeria), Nour Shamas (Lebanon), Rob Purdie (USA), Sue Charles (United Kingdom) e Tori Kinamon (USA).

antimicrobica
Figura 1. Antimicrobial resistance (AMR) is invisible. I am not
[Fonte:
World Health Organization].

Pazienti e caregiver al centro

Infatti, per contrastare la minaccia dell’antimicrobico-resistenza, il ruolo dei pazienti sopravvissuti e dei loro caregiver è prezioso, fondamentale. La loro prospettiva è unica, diversa da quella degli operatori sanitari.

Il concetto di resistenza antimicrobica è complesso e per questo motivo spesso risulta difficile da comprendere, “invisibile”. Tuttavia, pazienti e caregiver, mostrandosi direttamente e in prima persona, riescono a dare un “volto umano” alle loro storie e alle loro testimonianze.

Usando un linguaggio semplice, attraverso la loro narrazione, possono aumentare la consapevolezza del pubblico verso questo problema e promuovere un autentico cambiamento di comportamento in linea con le evidenze scientifiche.

La loro testimonianza veicola un messaggio potente e aiuta a capire che la resistenza antimicrobica riguarda tutti e può colpire chiunque in qualsiasi momento, indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla ricchezza o dalla nazionalità.

Una campagna di informazione e sensibilizzazione

Riconoscendo l’importanza di umanizzare il problema dell’antimicrobico-resistenza, nel mese di maggio l’OMS ha lanciato una speciale campagna di informazione e sensibilizzazione.

Lo slogan della campagna è “Antimicrobial resistance (AMR) is invisible. I am not”. Il suo scopo è portare in primo piano le storie dei pazienti sopravvissuti, esortando le persone a riflettere e incoraggiando un’azione globale contro la resistenza antimicrobica.

All’interno di una pagina dedicata del sito internet dell’OMS è possibile trovare molto materiale informativo.

Innanzitutto, è disponibile una guida, scaricabile gratuitamente, che fornisce indicazioni semplici e specifiche affinché tutti possano dare il proprio contributo. I contenuti di questa guida sono indirizzati ai Governi dei Paesi, alle organizzazioni non governative, ai gruppi della società civile, agli operatori sanitari e alle organizzazioni giovanili.

Un video poi spiega in maniera molto semplice ma efficace che cos’è la resistenza antimicrobica, le sue conseguenze sui pazienti e il suo impatto sui sistemi sanitari e sull’economia globale.

Inoltre, è possibile ascoltare le testimonianze di Gabriella Balasa, Brandon Jaka e Vanessa Carter. Ogni storia è raccontata con un linguaggio semplice, ma autentico, sincero: le loro sensazioni, le loro emozioni, le paure e le speranze vengono condivise apertamente davanti alla telecamera, senza timore o barriere di alcun tipo.

Infine, dal sito è possibile scaricare anche materiale infografico, poster, calendari, brochure per operatori sanitari e risorse grafiche per social media.  

La resistenza antimicrobica è invisibile. Le sue vittime no.

La resistenza antimicrobica è direttamente responsabile di 1,3 milioni di decessi e contribuisce a 5 milioni di decessi ogni anno. Sono numeri spaventosi.

Ma ricordiamo che dietro ogni numero c’è una vita umana. Per questo ognuno di noi può e deve dare il proprio contributo in questa dura battaglia.

Fonti

World Health Organization. Antimicrobial resistance (AMR) is invisible. I am not. Disponibile a: https://www.who.int/campaigns/world-amr-awareness-week/2024/amr-is-invisible-i-am-not#. Accesso: 13 maggio 2024.

Fonti immagini

Figura in evidenza e Figura 1. Antimicrobial resistance (AMR) is invisible. I am not. Fonte: World Health Organization. Disponibile a: https://www.who.int/campaigns/world-amr-awareness-week/2024/amr-is-invisible-i-am-not#. Accesso: 13 maggio 2024.

Foto dell'autore

Francesco M. Labricciosa

Sono laureato in Medicina e Chirurgia, specialista in Igiene e Medicina Preventiva. Dal 2016 partecipo ai progetti di ricerca promossi dalla Global Alliance for Infections in Surgery e come medical writer collaboro con diverse agenzie di comunicazione scientifica del settore healthcare. Per Microbiologia Italia scrivo articoli e conduco interviste nell'ambito delle mie principali aree di interesse: non solo antimicrobial resistance e uso dei farmaci antimicrobici, ma anche storia della microbiologia. linkedin.com/in/francescomarialabricciosa/

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