Ansia e depressione: un legame patologico

Caratteristiche

La sindrome ansioso depressiva, definita anche come disturbo ansioso depressivo, è una condizione psicopatologica molto complessa, che si manifesta attraverso la combinazione di ansia e depressione. Diversi studi dimostrano che circa il 70% dei pazienti con un disturbo depressivo, nel corso della vita, svilupperà un disturbo ansioso e che, viceversa, quasi l’80% di chi soffre di disturbi d’ansia avrà nella sua vita almeno un episodio depressivo. Sebbene la sindrome depressiva e l’ansia abbiano caratteristiche cliniche differenti, esiste una sovrapposizione dei sintomi, come agitazione, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione.

Eziopatogenesi della Sindrome ansioso depressiva

Le cause che portano allo sviluppo della sindrome ansioso depressiva sono oggi ancora poco chiare, non a caso in passato esistevano due scuole di pensiero, una che attribuiva maggiore importanza alle cause genetiche-biologiche, l’altra a quelle ambientali-psicologiche. Le ricerche condotte sino ad oggi ci suggeriscono che la sindrome ansioso depressiva sia dovuta soprattutto ad una combinazione multifattoriale di fattori genetici, psicologici-ambientali e biologici.

Fattori genetici

Diversi studi genetici effettuati su gemelli dimostrano che il 76% dei bambini depressi abbiano almeno un genitore affetto da una patologia analoga.

Fattori psicologici-ambientali

Lunga è la lista di fattori psicologici e ambientali che concorrono allo sviluppo della sindrome ansioso depressiva. Eventi di vita avversi come lutti, traumi, abusi, problemi lavorativi, separazioni, sono tutte fonti di stress che aumentano il rischio di sviluppare tale disturbo.

Fattori biologici

Numerosi studi clinici hanno dimostrato che serotonina e adrenalina sono principalmente coinvolte nel trattamento della depressione. Anche l’ansia presenta una forte componente biologica, che vede coinvolta principalmente l’amigdala, una piccola regione del cervello simile ad una mandorla, che controlla le emozioni ed altri numerosi aspetti del comportamento umano.

Il forte legame tra la fisiologia del cervello e le patologie mentali è un filone di ricerca molto sostenuto dagli scienziati. Infatti è stato dimostrato che i soggetti che soffrono di sindrome ansioso depressiva mostrano un aumento del volume dell’amigdala. Ulteriori studi avevano già in precedenza dimostrato che la depressione è spesso accompagnata da un restringimento dell’ippocampo, un’altra parte fondamentale del cervello con un ruolo chiave nella memoria e nell’apprendimento.

ansia e depressione
Figura 1 – Una scansione PET confronta l’attività cerebrale nei periodi di depressione con quelli nella norma. [Fonte: https://www.mayoclinic.org/tests-procedures/pet-scan/multimedia/-pet-scan-of-the-brain-for-depression/img-20007400k]

Epidemiologia

Da un punto di vista epidemiologico, si stima che nel mondo siano circa 264 milioni le persone che soffrono di disturbi d’ansia, molti dei quali associati alla depressione. Pare che il fenomeno sia molto più diffuso tra le donne e non sembra ci siano grosse variazioni nelle fasce di età, anche se tra gli anziani l’incidenza è molto più bassa.

Sintomatologia della Sindrome ansioso depressiva

E’ proprio la sintomatologia che permette di associare insieme l’ansia e la depressione. Affinché si possa parlare di sindrome ansioso depressiva, è necessario che ci sia una sovrapposizione di determinati sintomi, come la tachicardia, i tremori, l’irritabilità. i sintomi della depressione sono:

  • umore depresso nell’arco della giornata
  • marcato disinteresse per le attività quotidiane
  • significativa perdita o aumento di peso
  • affaticamento e mancanza di energia

I sintomi dell’ansia comprendono sia la sfera psicologica che somatica. A livello psicologico i principali segni sono legati all’irritabilità, alla memoria, al sonno e alla concentrazione. I sintomi somatici riguardano:

  • problemi respiratori
  • rigidità muscolare
  • dolore toracico
  • vertigini
  • dolori gastrointestinali

Diagnosi

La sindrome ansioso depressiva non prevede un quadro diagnostico specifico nel DSM-5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), per tanto la diagnosi è abbastanza complessa, ma la si può configurare tra i disturbi depressivi con marcati tratti ansiosi. Affinché si possa parlare di disturbo ansioso depressivo è necessario che perdurino, per almeno un mese insieme all’atteggiamento depressivo, almeno quattro dei seguenti sintomi:

  • difficoltà di concentrazione
  • alterazione del sonno
  • affaticamento
  • mancanza di energia
  • irritabilità e preoccupazione
  • facilità al pianto
  • previsioni negative
  • disperazione e bassa autostima

Terapia

I trattamenti terapeutici prevedono un approccio psicologico in aggiunta a quello farmacologico.

Il trattamento psicologico è il primo approccio che viene proposto. Le sedute di psicoterapia possono essere particolarmente rilevanti per aiutare il paziente a gestire le proprie emozioni, lavorando sui pensieri e sugli stati d’animo. La psicoterapia non è in grado solo di indurre dei cambiamenti nella sfera psichica di un individuo, ma è stato dimostrato come abbia un forte impatto anche sull’attività funzionale del cervello.

RMN cerebrale di pazienti affetti da particolari stress di tipo ansioso depressivo.
A: prima del trattamento di psicoterapia. B dopo il trattamento. Si nota un significativo incremento di alcune aree cerebrali.
Figura 2 – RMN cerebrale di pazienti affetti da particolari stress di tipo ansioso depressivo.
A: prima del trattamento di psicoterapia. B dopo il trattamento. Si nota un significativo incremento di alcune aree cerebrali.[Fonte: https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/1071/articoli/11733/]

Se il disturbo persiste in modo abbastanza grave, ci si avvale della terapia farmacologica che comprende farmaci che agiscono su recettori differenti, molti dei quali comuni sia all’ansia che alla depressione. I farmaci maggiormente utilizzati sono:

  • benzodiazepine: con forti proprietà soprattutto ansiolitiche
  • farmaci che agiscono sulla serotonina e noradrenalina: importanti neurotrasmettitori che giocano un ruolo fondamentale sull’umore

Fonti

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Rosaria Laudiero

Mi chiamo Rosaria. Sono laureata in Scienze Biologiche ed ho proseguito gli studi in Biotecnologie mediche. Amo la divulgazione scientifica e mi appassiona in particolare la ricerca medica, in quanto penso che essa si nutra di speranza per l'umanità e la speranza è credere che in tutto ciò che esiste sia nascosto un bene!

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