La leptina e l’obesità

La leptina (dal greco, leptòs, cioè “snello”) è un ormone secreto dal tessuto adiposo con un ruolo importante nella regolazione dell’ingestione e della spesa calorica. I suoi livelli dipendono dalla quantità di adipociti e da diversi fattori endocrinologici come l’insulina. La leptina regola non solo l’assunzione alimentare, ma anche il consumo energetico, il peso corporeo e anche le funzioni riproduttive. La produzione di leptina è correlata allo stato nutrizionale dell’individuo; viene prodotta dopo un pasto e inattiva durante il digiuno.

Obesità

L’obesità è una malattia cronica, eterogenea e multifattoriale, influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici, che contribuisce in modo significativo alle più importanti malattie non trasmissibili: il 44% dei casi di diabete di tipo 2, il 23% dei casi di cardiopatia ischemica, e fino al 41% di alcuni tumori. Esistono varie forme di obesità, ma l’apporto alimentare svolge un ruolo rilevante nella determinazione e terapia della patologia. Uno dei motivi per cui il numero di persone obese ha subito un continuo aumento nel corso degli ultimi decenni è da attribuire al fatto che sono aumentati i livelli di calorie assunte quotidianamente, che vanno oltre il fabbisogno energetico giornaliero.

L’obesità si misura tramite il BMI (indice di massa corporea). Vedere la tabella, in figura 1.

BMI (Indice di Massa Corporea)
Figura 1- BMI. [Fonte: https://www.who.int/]

Esistono varie forme di obesità, come l’obesità mendeliana e sindromica, che rappresentano fino al 10% dei casi di obesità grave in tutto il mondo. Sicuramente nella popolazione con obesità e obesità grave, la componente genetica del BMI dipendente per età e sesso è importante. Infatti esiste una componente genetica nella variabilità del peso corporeo e adiposità.

L’obesità raramente deriva da un singolo locus, ma è causata dalla convergenza delle vulnerabilità trascinate da più siti genomici ed epigenomici, quindi si parla di predisposizione comportamentale all’obesità.

Quindi possiamo classificare l’obesità in due tipologie:

  1. Forme multifattoriali (molto frequenti, genetica complessa, l’ambiente è determinante).
  2. Forme monogeniche o mendeliane (molto rare, genetica semplice). Un esempio è proprio dato dalla mutazione del gene LEP che codifica perla leptina.

Forme monogeniche di obesità

La forma monogenica di obesità ha un esordio precoce, ed è caratterizzata da mutazioni di singoli geni. La maggior parte di queste forme di obesità hanno un pattern di ereditarietà autosomico recessivo. I principali geni mutati sono:

  • LEP (leptina);
  • LEPR (recettore della leptina);
  • MC4R (recettore 4 della melanocortina);
  • POMC (proopiomelanocortina).

L’obesità da deficit di pro-opiomelanocortina è una forma mendeliana rara di obesità, ed è caratterizzata da capelli rossi, cute chiara, obesità e insufficienza surrenalica. Quando il gene mutato è POMC, non funzionano varie vie metaboliche come quelle della formazione di adrenocorticotropina (ACTH), l’ormone stimolante i melanociti (MSH) e il recettore del ligando per le beta-endorfine.

Un’altra forma rara è data dalla mutazione del gene MC4R, che codifica per il recettore della melanocortina. Porta a forme di obesità severa ad eredità autosomico-dominante/recessiva e sono state identificate oltre 180 mutazioni. L’attivazione di questo gene contribuisce a mantenere l’omeostasi energetica e si associa alla soppressione della fame.

Leptina

La leptina è una citochina prodotta dagli adipociti, legandosi al suo recettore LEPR induce la sintesi di POMC, un pre-pro-ormone che viene processato producendo diversi peptidi che interagiscono con i recettori della melanocortina (MCR) e con quello degli oppioidi. Quindi il legame della leptina al suo recettore, riduce lo stimolo ad alimentarsi con un azione anoressigena.

Funzioni della leptina

Le funzioni della leptina sono:

  • Azione anoressigena: aumento della massa grassa che causa l’aumento della produzione di leptina, comunicando al cervello che i depositi di grasso sono sufficienti;
  • Azione infiammatoria: è una citochina importante nel sistema immunitario;
  • Azione angiogenica: è secreta dal tessuto adiposo e promuove la crescita di nuovi vasi sanguigni;
  • Regola l’appetito controllando il metabolismo dei grassi;
  • Regola massa ossea;
  • Regola la sintesi degli ormoni tiroidei;
  • Regola il ciclo mestruale.
Neuroni che esprimono pro-opiomelanocortina
Figura 2 – Neuroni che esprimono pro-opiomelanocortina. [Fonte: https://www.nature.com/articles/s41576-021-00414-z]

La Figura 2 rappresenta un pathway molecolare a livello neuronale, per dimostrare la funzione della leptina, cioè quella di controllare l’appetito attraverso il nucleo paraventricolare dell’ipotalamo (PVN).

Conclusioni

Quindi la leptina è un importante regolatore del bilancio energetico negli esseri umani, e un suo malfunzionamento può portare all’obesità.

Il rischio genetico dell’obesità è determinato da centinaia e migliaia di varianti del DNA. Quindi il fatto che l’obesità è anche su base genetica, rende la prevenzione e il trattamento una sfida importante.

Per la prevenzione dell’obesità si devono necessariamente continuare ad implementare le iniziative a tutti i livelli. Per esempio l’ADI ha sempre svolto numerosi interventi con campagne nazionali di sensibilizzazione per la prevenzione dell’obesità:

  • creare una rete di collaborazione tra i centri italiani coinvolti nello studio e nella gestione clinica dei pazienti affetti da obesità e patologie endocrino-metaboliche trattati con diverse terapie dietetiche;
  • favorire studi epidemiologici delle correlazioni esistenti tra dieta e patologie endocrine (food frequency – aderenza alla dieta mediterranea);
  • studiare gli effetti di nuovi approcci dietetici su patologie endocrine e malattie croniche non trasmissibili, promuovendo studi multicentrici italiani sull’efficacia, la tollerabilità e la sicurezza di diverse terapie dietetiche in diversi contesti clinici;
  • studiare gli effetti delle molecole segnale contenute nei diversi cibi (cibo come ormone) e delle combinazioni di macronutrienti sul sistema endocrino e sullo stato di salute;
  • sostenere studi di ricerca traslazionale e di base nel campo dell’endocrinologia dell’alimentazione;
  • coordinare pubblicazioni, testi, position papers e altre fonti di divulgazione scientifica sulle diverse terapie dietetiche in setting clinici emergenti, come patologie dermatologiche, degenerative, oncologiche, per migliorare lo stato delle conoscenze in questo ambito.

Importante anche il ruolo della nutrigenomica e nutrigenetica, andando ad analizzare i SNPs (poliformismi). Questo è fondamentale per contribuire a una dieta personalizzata e indagare la suscettibilità alla malattia.

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Marta Ricchiuto

Sono Marta, una biologa e scrivo da Lecce. Ho scelto biologia come percorso di studi, non per interesse, ma per amore e passione per la ricerca, per la clinica di laboratorio, per la diagnostica, per l’ambiente e per la nutrizione.

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