Psicofarmaci e droghe illecite nelle acque

Qual è il rischio causato dagli psicofarmaci e dalle droghe illecite presenti nelle acque europee? Per rispondere a questa domanda, per prima cosa, bisogna identificare le sostanze presenti nelle acque. Poi valutare le concentrazioni e la tossicità per gli organismi acquatici (ovvero il ‘pericolo’). Infine, si valuta il rischio.

Uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Water Research, ha analizzato ben 702 composti tra psicofarmaci e droghe illecite. Solo per 87 di questi (circa il 12%) si sono potuti valutare i rischi. Servono ulteriori studi e molti più dati per avere un quadro completo dei rischi causati dalla presenza di psicofarmaci e droghe illecite nelle acque europee. Tuttavia, questo studio ha identificato quali sono i composti che meritano maggiore attenzione.

Psicofarmaci: cosa sono?

Gli psicofarmaci (o farmaci psicoattivi) sono una classe di prodotti farmaceutici utilizzati principalmente per trattare disturbi e malattie mentali. Sono impiegati anche come analgesici (o antidolorifici) e anestetici. Gli psicofarmaci possono modificare il rilascio, le concentrazioni e l’assorbimento di neurotrasmettitori come serotonina e dopamina.

Il sistema di classificazione anatomico, terapeutico e chimico (ATC) – controllato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)- raggruppa i farmaci in 5 livelli gerarchici. Il primo livello è diviso in 14 gruppi poiché tanti sono i distretti anatomici principali. Gli psicofarmaci fanno parte del gruppo N, chiamato ‘sistema nervoso’. Tuttavia, anche sostanze illecite come gli stimolanti, gli allucinogeni, gli oppioidi illeciti e i cannabinoidi possono avere forti effetti sul sistema nervoso. Alcune sostanze illecite sono usate anche per scopi terapeutici come la ketamina, la cannabis e l’MDMA (detto anche ecstasy).

È quindi importante valutare la presenza, la pericolosità e i rischi sia degli psicofarmaci che delle droghe nell’ambiente acquatico.

Impianti di trattamento delle acque reflue e psicofarmaci

Le prime segnalazioni della presenza di prodotti farmaceutici nell’ambiente acquatico risalgono agli anni ’60. Tuttavia, l’interesse è cresciuto a partire dagli anni ’90 e si è orientato sempre di più verso gli psicofarmaci e le droghe.

Gli impianti di trattamento delle acque reflue sono una delle principali fonti di residui di psicofarmaci e droghe illecite. Infatti, sono frequentemente analizzate per rivelare le tendenze del consumo di droga nelle popolazioni di determinate aree.

Gli impianti di trattamento delle acque reflue sono una delle principali fonti di residui di psicofarmaci e droghe illecite. Le acque reflue sono analizzate per rivelare le tendenze del consumo di droga nelle popolazioni di determinate aree.
Figura 1 – Gli impianti di trattamento delle acque reflue sono una delle principali fonti di residui di psicofarmaci e droghe illecite. Le acque reflue sono analizzate per rivelare le tendenze del consumo di droga nelle popolazioni di determinate aree. [Fonte: pixabay.com]

I farmaci e i prodotti derivanti dalla loro trasformazione, che non sono rimossi negli impianti di trattamento delle acque reflue, finiscono nelle acque superficiali. Il destino e la persistenza nell’ambiente possono variare, anche di molto, da composto a composto. Alcuni si degradano così velocemente da non essere proprio rilevati. Al contrario, altre sostanze hanno un’emivita di circa un anno. L’emivita è il tempo che occorre perché la concentrazione di una sostanza si riduca della metà rispetto a quella iniziale. Ad esempio, la carbamazepina ha un’emivita che varia tra 100 e 415 giorni circa. Il paracetamolo, invece, impiega da un giorno e mezzo a 14 giorni per dimezzare la propria concentrazione. Tuttavia, questo resta un campo ancora poco studiato.

Psicofarmaci e droghe illecite nelle acque europee: gli impatti ecologici

Gli psicofarmaci e le droghe illecite sono progettati appositamente per interagire con il sistema nervoso umano. Tuttavia, possono influenzare anche il sistema nervoso di altri organismi con conseguenti impatti ecologici negativi. Ad esempio, gli antidepressivi influenzano il comportamento predatorio della spigola. Inoltre, possono compromettere le risposte adattative della trota.

Questi composti imitano la struttura chimica delle sostanze responsabili delle comunicazioni intraspecie, chiamate ‘infochimiche’. Le sostanze infochimiche sono segnali usati per gli spostamenti, per l’accoppiamento e per la predazione.

La presenza di psicofarmaci e droghe illecite nelle acque europee preoccupa soprattutto per le possibili conseguenze sulla salute umana. Quando gli psicofarmaci si accumulano nell’acqua potabile entrano di conseguenza nella catena alimentare dell’uomo. Basti pensare al consumo dell’acqua di rubinetto o degli ortaggi coltivati utilizzando proprio l’acqua contaminata.

È quindi della massima importanza analizzare le conseguenze ecologiche degli psicofarmaci e delle droghe illecite nelle acque europee. Solo una corretta valutazione del rischio ambientale permette di affrontare, prevenire o ridurre possibili conseguenze negative.

Le valutazioni del rischio ecologico servono anche per determinare quali composti meritano maggiore attenzione.

Diffusione di psicofarmaci e droghe illecite nelle acque europee

Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Water Research ha analizzato 343 composti sui 702 conosciuti (circa il 49%). Tuttavia, di questi composti, 194 sono presenti in concentrazioni molto basse e trascurabili. Solo 149 composti, quindi, sono quelli attenzionati. Ma non per tutti si è potuto valutare i rischi.

Il Litio è il composto presente in concentrazioni più alte (ha una media di 0,016 mg/l). Probabilmente l’elevata concentrazione è dovuta anche alla sua naturale presenza nell’ambiente. Il litio, infatti, è un minerale. Inoltre, anche alcuni solventi normalmente usati nell’industria – come il dietiletere, il tricloroetilene e il fenolo- sono presenti in concentrazioni elevate.

Nelle acque europee, sono presenti in grandi quantità alcuni analgesici comuni, come il paracetamolo, la salicilamide, l’acido salicilico, l’aspirina e l’ibuprofene, nonché la carbamazepina.

In particolare, cinque composti (caffeina, carbamazepina, cloroformio, tricloroetilene e ibuprofene) rappresentano oltre il 50% delle sostanze trovate nelle acque. La caffeina, da sola, rappresenta quasi il 20%.

Inoltre, sembra ci sia una corrispondenza positiva tra il numero di prescrizioni di una data sostanza e la concentrazione rilevata nell’ambiente. Quindi, più un composto viene prescritto maggiore è la sua concentrazione nelle acque. Al contrario, per le droghe illecite non si hanno dati a disposizione riguardo le prescrizioni. Non è quindi possibile eseguire un confronto simile a quello effettuato per gli psicofarmaci.

Ecotossicità acquatica degli psicofarmaci e delle droghe illecite

Tutti gli ecosistemi sono vulnerabili agli psicofarmaci. Le sostanze stimolanti sono quelle più tossiche per l’ambiente, seguite dagli anestetici.

Se un composto è molto studiato, si hanno più dati a disposizione e il rischio ambientale calcolato può essere elevato. Molte altre sostanze, invece, sono poco analizzate e la loro pericolosità può essere sottostimata. Sono necessarie ulteriori ricerche sulla presenza e sui rischi di psicofarmaci e droghe illecite nelle acque europee, così da conoscerne anche eventuali rischi nascosti.

Gli ecosistemi sono vulnerabili agli psicofarmaci e alle droghe illecite.
Figura 2 – Gli ecosistemi sono vulnerabili agli psicofarmaci e alle droghe illecite. [Fonte: pixabay.com]

Secondo questo studio, ogni psicofarmaco andrebbe valutato individualmente. Infatti, non tutti gli psicofarmaci che appartengono ad una stessa classe hanno strutture chimiche simili. Sarebbe utile applicare l’approccio “una sostanza – una valutazione” per valutare la singola sostanza chimica e non un’intera classe di psicofarmaci.

Nell’Unione europea, gli psicofarmaci come tutti i prodotti farmaceutici sono regolamentati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l’Agenzia farmaceutica dell’UE. Tuttavia, l’attuale legislazione sui farmaci non considera le conseguenze ambientali, a differenza di quella riguardante i prodotti chimici industriali.

Psicofarmaci e droghe illecite nelle acque europee: i limiti dello studio

La prescrizione, il consumo e l’eliminazione degli psicofarmaci variano in base alle aree geografiche. Può esserci anche una differenza temporale: le prescrizioni possono variare a seconda del periodo dell’anno. Anche la densità di popolazione e l’efficienza degli impianti di depurazione influenzano la concentrazione degli psicofarmaci e delle droghe illecite nelle acquee.

Inoltre, gli eventi naturali possono influenzare sia la prescrizione che i modelli di consumo degli psicofarmaci.

Poiché le sostanze tendono a subire delle trasformazioni, bisognerebbe analizzare l’ecotossicità anche dei composti risultanti. Tuttavia, la presenza dei prodotti di trasformazione è spesso trascurata così come la loro ecotossicità.

Inoltre, non si considerano neanche gli effetti tossici delle miscele di psicofarmaci.

Nonostante siano necessari molti altri studi sull’argomento, è chiaro che gli psicofarmaci e le droghe illecite determinano un rischio ecologico per gli ambienti acquatici.

Bibliografia:

  • Davey CJE, Kraak MHS, Praetorius A, Ter Laak TL, van Wezel AP. Occurrence, hazard, and risk of psychopharmaceuticals and illicit drugs in European surface waters. Water Res. 2022 Aug 15;222:118878. doi: 10.1016/j.watres.2022.118878. Epub 2022 Jul 18. PMID: 35878520.

Crediti immagini:

  • Immagine in evidenza: https://pixabay.com/it/illustrations/pillole-medicinale-prescrizione-3673645/
  • Figura 1 : https://pixabay.com/it/illustrations/mondo-carta-geografica-pillole-1185076/
  • Figura 2 : https://pixabay.com/it/illustrations/pillola-capsula-medicinale-medico-1884775/
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Elisabetta Cretella

Elisabetta Cretella Dopo la laurea magistrale in Genetica e Biologia molecolare conseguita presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza e l'abilitazione alla professione di biologo, si appassiona alla divulgazione scientifica. Consegue il Master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza presso l'Università degli studi di Ferrara e inizia a scrivere per il webmagazine 'Agenda17' del Laboratorio DOS (Design of Science) dell'Università di Ferrara. Intanto intraprende la strada dell'insegnamento. Ad oggi è docente di Matematica e Scienze presso le Scuole Secondarie di primo grado e di Scienze naturali alle Scuole Secondarie di secondo grado. Nel suo curriculum c'è anche un tirocinio svolto in un laboratorio di ricerca dell'Istituto di Biologia e Patologia molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBPM-CNR) e due pubblicazioni su riviste scientifiche peer reviewed.

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