Polmonite: tutto ciò che c’è da sapere sulla malattia di Berlusconi
La polmonite è una malattia seria che ha colpito anche Silvio Berlusconi, ma nella maggior parte dei casi un trattamento adeguato consente una completa guarigione. Circa l’80% dei casi di polmonite può essere gestito a casa, ma è spesso necessario il ricovero ospedaliero per le persone anziane e fragili.
Le cause della polmonite sono di solito di natura infettiva e causano un processo infiammatorio nei polmoni. Il batterio più comune che la causa è lo Streptococcus pneumoniae (detto anche pneumococco). Anche virus, microrganismi atipici come il Mycoplasma e la Chlamydia, e molto raramente funghi possono esserne la causa. Sebbene esistano forme virali, i virus agiscono soprattutto da “facilitatori” di sovrainfezioni batteriche, come accade, ad esempio, con l’influenza che può complicarsi con una polmonite batterica.
I sintomi della polmonite che ha colpito Silvio Berlusconi
I sintomi più comuni sono la febbre, una tosse secca (più tipica della polmonite virale) o una tosse produttiva (più frequente nella polmonite batterica), malessere generale, stanchezza e, soprattutto, mancanza di fiato. Le polmoniti causate da germi atipici come il Mycoplasma pneumoniae hanno un esordio più graduale e sono spesso accompagnate da sintomi non polmonari come mal di testa, dolori muscolari e nausea. Invece, nel caso di altre polmoniti batteriche, l’auscultazione dei polmoni con lo stetoscopio rivela rumori che indicano la presenza di liquidi anomali negli alveoli polmonari. In caso di polmoniti atipiche, questi rumori sono meno pronunciati.
La diagnosi della polmonite
La diagnosi di polmonite viene generalmente effettuata con una radiografia del torace. In alcuni casi una visita accurata e l’auscultazione dei polmoni con lo stetoscopio possono essere sufficienti per avviare una terapia mirata. Se il paziente risponde bene alla terapia, non sono necessari ulteriori esami. In caso di dubbi, può essere necessaria una TAC, soprattutto se la radiografia risulta negativa.
Qual è la terapia?
La terapia della polmonite prevede l’utilizzo di antibiotici per le forme batteriche e quelle causate da microrganismi atipici. Nel maggior parte dei casi, il farmaco più adatto viene individuato in base alle caratteristiche del paziente, ai germi circolanti e alla gravità dei sintomi, perché spesso non è possibile identificare l’agente infettivo. I farmaci sintomatici per mitigare la febbre e la tosse possono essere utili. È importante seguire attentamente le istruzioni del medico per l’assunzione dell’antibiotico affinché la terapia abbia successo. Interrompere la terapia in modo prematuro espone al rischio di sviluppare resistenze, mentre protrarla oltre le linee guida può favorire gli effetti collaterali, dalla diarrea alla nausea, a seconda del tipo di antibiotico utilizzato.
In genere, un trattamento di 5-7 giorni è sufficiente per la maggior parte dei casi di polmonite. La malattia può colpire chiunque, ma le persone anziane o con malattie croniche come il diabete, le patologie cardiorespiratorie o i fumatori hanno maggiori probabilità di svilupparla e di necessitare di supporto ventilatorio e ricovero in terapia intensiva per le complicanze.
Come ridurre il rischio di polmonite?
Per ridurre il rischio di sviluppare la polmonite, possono essere utili alcune vaccinazioni. I vaccini consigliati sono quelli contro lo pneumococco (sia il 23 sia il 13-valente), il batterio più spesso responsabile di polmonite, e quello contro l’influenza, in quanto il virus dell’influenza può aprire la strada a sovrainfezioni batteriche che possono causare polmonite.
In Italia, ogni anno circa 150.000 persone vengono ricoverate in ospedale per polmonite e si verificano circa 9.000 decessi. Anche se non trascurabile, il tasso di mortalità nel nostro paese è uno dei più bassi in Europa. La polmonite è una delle cause più comuni di morte da malattie infettive.