La pandemia di Covid-19 ha rappresentato una sfida senza precedenti per l’intera umanità. Ha causato la morte di milioni di persone e mettendo in ginocchio le economie di tutto il mondo. Tuttavia, secondo l’OMS, l’emergenza sembra essere giunta al termine, poiché sono stati registrati progressi significativi nella lotta contro la diffusione del virus.
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L’Oms dichiara la fine della pandemia, ma le misure precauzionali rimarranno in vigore: ecco cosa cambia
Ciò non significa, tuttavia, che le misure precauzionali e di contenimento vengano eliminate immediatamente. In Italia, il ritorno alla normalità sarà graduale e dipenderà dalla calibrazione delle valutazioni sanitarie. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, lavora alacremente dal suo insediamento per garantire un ritorno alla normalità quanto prima possibile. E’ importante notare che egli non ha il potere di decidere sul ricorso al lavoro agile (da casa) per i soggetti fragili. Infatti la proroga di tale misura scade il 30 giugno e sembra poco probabile che venga estesa, se non collegata direttamente alla pandemia.
In ogni caso, l’eliminazione delle misure sanitarie contro la pandemia sarà graduale, poiché la semplice dichiarazione della fine dell’emergenza pandemica non elimina dal nulla la malattia e i pericoli che corre un soggetto fragile se contagiato. Si stanno dunque calibrando le valutazioni e ci saranno modifiche, ma non subito.
Mascherine e isolamento: le nuove regole sanitarie in Italia a seguito della fine dell’emergenza pandemica
Ad esempio, la durata dell’isolamento obbligatorio per i casi positivi sarà rivista, ma non è prevista un’eliminazione immediata di tale misura. La circolare del 31 dicembre del Ministero della Salute stabilisce che i soggetti positivi asintomatici possono uscire dall’isolamento dopo 5 giorni anche senza test, mentre i soggetti sintomatici devono attendere la cessazione dei sintomi per due giorni e poi rimanere in isolamento per altri cinque giorni. Per i contatti stretti, l’uso delle mascherine Ffp2 è sufficiente, ma non è obbligatoria la quarantena.
Tuttavia, queste regole influenzano la vita quotidiana e l’economia, poiché un asintomatico rimarrà assente dal lavoro per cinque giorni. Ci si sta dunque interrogando sulla necessità di modificare tali regole, tenendo conto dei possibili impatti sulla vita delle persone e sulle attività economiche.
Le nuove regole sanitarie riducono l’imposizione dei dispositivi di protezione nei reparti ospedalieri, ma non li eliminano del tutto. L’ordinanza del Ministero della Salute impone l’uso della mascherina per lavoratori, utenti e visitatori delle strutture sanitarie, soprattutto nei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi. La mascherina rappresenta uno strumento essenziale per limitare la diffusione del virus, ma comporta anche costi e sforzi per le persone coinvolte.
Infine, la riduzione della raccolta dati non deve essere vista come una riduzione della vigilanza sul virus. Al contrario, il sequenziamento per vigilare sulle varianti rimane una priorità, in modo da poter affrontare eventuali mutazioni del virus che potrebbero rappresentare una minaccia per la salute pubblica.
In sintesi, la fine dell’emergenza pandemica non comporterà l’eliminazione immediata di tutte le misure precauzionali contro la diffusione del virus. Ci saranno modifiche graduali in base alle valutazioni sanitarie, ma alcune misure potrebbero rimanere in vigore anche a lungo termine per limitare la diffusione di malattie respiratorie e garantire la sicurezza del personale sanitario e dei pazienti.