L’importanza dell’olfatto: il senso dimenticato

L’importanza dell’olfatto: introduzione

L’olfatto, spesso considerato un senso accessorio rispetto alla vista, all’udito e al gusto, riveste un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana. È solo a seguito dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 che ci siamo resi conto di quanto la perdita o l’alterazione dell’olfatto possa influenzare negativamente la nostra salute e il nostro benessere. Numerosi studi hanno dimostrato che le persone affette da disturbi dell’odorato tendono ad avere una qualità di vita ridotta e incontrano difficoltà nell’alimentazione. Questo articolo esplorerà l’importanza dell’olfatto per il nostro gusto, le possibili conseguenze di un olfatto compromesso e alcune strategie per recuperare la capacità di apprezzare gli odori.

Importanza dell’olfatto ed Il legame col gusto

Secondo una ricerca condotta dall’Università danese di Aarhus, il 39% dei partecipanti che avevano problemi di odorato ha riportato una perdita di peso a causa dell’incapacità di alimentarsi correttamente. Questo evidenzia l’importanza dell’olfatto nel processo di nutrizione. Molti studi stimano che l’olfatto sia responsabile di circa il 70% del sapore che percepiamo. Se il nostro naso non funziona correttamente, non siamo in grado di distinguere appieno i sapori perché mancano le indicazioni olfattive che contribuiscono a creare l’esperienza sensoriale complessiva del cibo.

Alimenti che stimolano l’olfatto

Perdere la capacità di annusare gli odori dei cibi può portare a un’alimentazione povera e squilibrata. Tuttavia, secondo i ricercatori danesi, è possibile ritrovare il piacere della tavola e recuperare la capacità di percepire gli odori attraverso l’adozione di alcuni alimenti specifici. Alexander Wieck Fjældstad, coordinatore dell’indagine, suggerisce di concentrarsi su altri input sensoriali per godere nuovamente del cibo, migliorando così la qualità dell’alimentazione e la vita in generale. Alcuni cibi consigliati includono la frutta secca e la menta, poiché sono in grado di stimolare sensazioni gradevoli che compensano l’alterazione dell’odorato. Al contrario, alimenti che stimolano in modo molto specifico i recettori sensoriali, come il caffè, lo zenzero e il pepe nero, potrebbero risultare poco piacevoli da consumare in assenza della percezione del loro aroma, sottraendo così l’appetito.

Recuperare l’olfatto: strategie e sperimentazioni

Rieducare il naso

Secondo gli esperti, nonostante la mancanza di un protocollo convalidato per allenare l’olfatto perduto o alterato a causa di virus o altre cause, è possibile riabituare gradualmente il naso a percepire gli odori attraverso la cosiddetta rifamiliarizzazione. Questo processo coinvolge l’utilizzo di kit di odori da annusare nel corso del tempo. Tuttavia, non è ancora chiaro quanto tempo sia necessario per il recupero e quale sia la strategia migliore. Secondo un recente documento dell’American Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery, l’olfatto può essere suddiviso in sei categorie di odori: floreale, fruttato, speziato, resinoso, bruciato e marcio. Nella pratica di allenamento olfattivo, vengono inclusi odori gradevoli come rosa, limone, chiodi di garofano ed eucalipto, che appartengono alle prime quattro categorie. Parte dell’esercizio consiste nel concentrarsi sul ricordo degli odori. Infatti il senso dell’olfatto è strettamente correlato alle memorie, soprattutto quelle piacevoli, e richiamarle alla mente aiuta nel recupero dell’odorato.

Gli esperimenti post-Covid

Studi recenti hanno dimostrato che il sistema olfattivo umano ha la capacità di adattarsi e rigenerarsi nel tempo. L’esposizione agli odori sembra potenziare questi processi e favorire il recupero dell’odorato. Secondo Martin Kronenbürger dell’Università di Heidelberg, annusare aromi intensi come rosa, limone, chiodi di garofano ed eucalipto raddoppia la probabilità di recuperare la perdita dell’olfatto nell’arco di un anno, nel caso di deficit post-infettivi. Anche se il miglior protocollo per il training olfattivo non è ancora definito, l’annusare odori in sequenza più volte al giorno è un’attività semplice, gratuita e priva di effetti collaterali. Pertanto, molti esperti raccomandano di provare questa metodologia per recuperare l’olfatto compromesso.

L’olfatto come segnale di patologie

Deficit olfattivi e patologie

La perdita o l’alterazione dell’olfatto può essere causata da problemi otorinolaringoiatrici. Tra questi ci sono sinusiti croniche o polipi nasali, ma può anche essere un segnale di malattie del sistema nervoso centrale. Studi hanno evidenziato che fino al 38% dei pazienti affetti da sclerosi multipla e circa la metà delle persone con diagnosi di demenza hanno sperimentato una perdita dell’olfatto circa cinque anni prima dell’insorgenza dei sintomi neurologici. Nel caso del morbo di Parkinson, le anomalie olfattive si riscontrano nel 45-96% dei casi. Infatti esistono progetti di ricerca per verificare se i test olfattivi possano anticipare di anni la diagnosi di questa patologia.

L’influenza dell’età sull’olfatto

È importante considerare che, con l’avanzare dell’età, l’olfatto tende a peggiorare. Dopo i 70 anni, si stima che una persona su 5 non sia più in grado di identificare l’odore del fumo. Questo declino olfattivo legato all’età può influire sulla qualità della vita e sulla sicurezza delle persone anziane.

Conclusione sull’importanza dell’olfatto

L’olfatto, spesso sottovalutato, riveste un ruolo essenziale nella nostra vita quotidiana. La perdita o l’alterazione dell’olfatto può comportare conseguenze negative per la salute e il benessere generale. Tuttavia, attraverso il training olfattivo e l’utilizzo di specifici odori, è possibile stimolare e recuperare gradualmente la capacità di percepire gli odori. È importante anche prestare attenzione ai segnali che l’olfatto può inviare riguardo a possibili patologie, come malattie neurologiche. Inoltre, con l’avanzare dell’età, è necessario considerare il declino naturale dell’olfatto e adottare misure preventive per garantire una buona qualità di vita.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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