Nuovi virus nei ghiacciai
Mentre la Cina si trova a dover fronteggiare l’epidemia del nuovo coronavirus, una nuova minaccia sembra incombere sulla nazione: sono stati scoperti nuovi virus intrappolati nel ghiacciaio di Guliya, sull’altopiano tibetano nord-occidentale.
Lo studio dei nuovi virus sui ghiacciai
Lo studio, pubblicato sulla rivista bioRxiv ed effettuato da ricercatori delle Università dell’Ohio, del Nebraska e del Joint Genome Institute (JGI) del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (JGI), ha portato a una scoperta sorprendente: ben 33 nuovi gruppi virali.
Il team ha analizzato due campioni di ghiaccio risalenti a 15.000 anni fa, prelevati a 50 metri di profondità dall’Altopiano tibetano.
Gli abitanti dei ghiacciai
Di questi 33 gruppi virali, 28 sembrano essere sconosciuti. Tra quelli noti, 3 appartengono alla famiglia Siphoviridaee e un altro alla famiglia Myoviridae; Siphoviridae e Myroviridae, insieme a Podoviridae fanno parte dell’ordine Caudovirales.
Le famiglie di virus appartenenti a questo ordine, si caratterizzano per alcune strutture peculiari: una testa, un capside, un acido nucleico, un collare, una guaina, una coda con annesse fibre e una base.
Le tre famiglie si differenziano tra loro perchè i Myoviridae hanno lunghe code contrattili, i Podoviridae hanno code corte non contrattili e i Siphoviridae (famiglia a cui appartiene anche il fago lambda) hanno lunghe code non contrattili.
Identificati poi alcuni dei batteri che abitano i ghiacciai tibetani, tra cui Methylobacterium, dell’ordine Rhizobiales; Sphingomonas, un gruppo di batteri Gram-negativi, chemoetereterotrofi, aerobici, appartenenti all’ordine Sphingomonadales; e Janthinobacteriu, anch’essi Gram-negativi.
Studiare i microrganismi che abitano i ghiacciai è fondamentale per poterli contenere e contrastare nel caso in cui si verificasse il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai, diretta conseguenza del surriscaldamento globale.
Il caso del 2016 in Russia
Già nel 2016 si era verificata una situazione simile. A Salekhard, città situata sul circolo polare artico, nell’estremo nord della Russia, in seguito allo scioglimento di un ghiacciaio, scattò l’allarme per un’epidemia di antrace che uccise un bambino di 12 anni e infettò 72 pastori nomadi.
L’antrace, o carbonchio, è un’infezione causata dal batterio Gram-positivo Bacillus anthracis. Il bacillo infesta soprattutto animali erbivori selvatici o domestici motivo per cui, nell’epidemia del 2013, esso sembrò derivare dal cadavere di una renna contaminata.
Elena Panariello