Parvovirus Felino: Tutto Ciò Che Devi Sapere

La parvovirosi felina o panleucopenia (FPV) è una malattia infettiva molto diffusa nel gatto: con un tasso di mortalità del 90% nei cuccioli è una delle principali cause di decesso in strutture come i gattili e in contesti come le colonie feline. E’ causata dal parvovirus felino.

Figura 1 - La parvovirosi è una malattia infettiva estremamente diffusa nei cuccioli e nei gatti giovani. E' causata dal Parvovirus felino.
Figura 1 – La parvovirosi è una malattia infettiva estremamente diffusa nei cuccioli e nei gatti giovani. E’ causata dal parvovirus felino. [Fonte: https://www.pexels.com/]

Che cos’è la parvovirosi felina?

La parvovirosi è una malattia infettiva: si trasmette per via oro-fecale ed è causata da un virus estremamente contagioso e resistente nell’ambiente. Questo virus è strettamente correlato al parvovirus canino (CPV) ed è altrettanto pericoloso e temuto. La trasmissione di questo virus può avvenire anche attraverso parassiti come le pulci.

Il parvovirus felino può resistere fino a 1 anno nell’ambiente domestico e fino a 10 mesi all’esterno. Inoltre esso è particolarmente resistente alla maggior parte dei comuni prodotti disinfettanti, come l’alcool e l’ammonio quaternario, e viene inattivato solo dal sodio ipoclorito al 5.25% (candeggina). Può essere inattivato anche dal calore, ad almeno 90°C per 10 minuti.

Quali sono i sintomi?

I segni clinici sono severi nei cuccioli e nei gatti giovani, specialmente se non vaccinati:

  • forma iperacuta: shock settico, ipotermia, coma; morte dopo 12-24 ore;
  • forma acuta: ipertermia (40-41°C), depressione e anoressia; episodi di vomito non correlati con i pasti, disidratazione, diarrea profusa (talvolta con sangue); alla palpazione si rilevano anomalie intestinali e ingrossamento dei linfonodi mesenterici; ipotermia in fase terminale, morte dopo 4-5 giorni.

I cuccioli possono contrarre l’infezione dalla madre in utero e nelle prime ore di vita presentano incoordinazione, atassia, ipermetria, tremori e quando cercano di alimentarsi “picchiettano” il cibo, tutti sintomi indicativi di un danno cerebellare. Nella stessa cucciolata è possibile che non tutti i cuccioli presentino i sintomi. I gattini con sintomi neurologici, che con lo sviluppo diminuiscono, non sono infettivi per gli altri e spesso riescono a sopravvivere, seppur presentando qualche handicap.

Altri possibili sintomi di parvovirosi sono:

  • inappetenza
  • infiammazione delle prime vie respiratorie.

Come si cura?

Non esistono farmaci specifici contro la panleucopenia: un gatto affetto da parvovirosi deve essere ricoverato presso una struttura ospedaliera che sia in grado di eseguire le terapie sull’animale in condizioni di isolamento. Le terapie di sostegno hanno lo scopo di aiutare il sistema immunitario a combattere l’infezione in corso:

  • fluidoterapia
  • antiemetici
  • antibiotici, per contrastare le infezioni secondarie
  • trasfusione
  • alimentazione parenterale.

Una buona prevenzione nei confronti del parvovirus felino

L’azione più efficace che può essere fatta nei confronti del parvovirus felino è la vaccinazione: trattandosi di un patogeno estremamente difficile da gestire, una buona profilassi vaccinale è indispensabile, dal momento che il virus può essere veicolato anche da indumenti e scarpe infetti.

Ai gattini è possibile somministrare vaccini trivalenti CRP, che conferiscono protezione nei confronti di coronavirus, rinotracheite infettiva/herpesvirus e panleucopenia. Ai cuccioli viene fatta una prima somministrazione, seguita da una seconda entro 25-30 giorni; per i soggetti adulti è sufficiente una singola somministrazione. Il primo richiamo viene fatto a un anno di distanza, successivamente i richiami si effettuano ogni due anni.

Figura 2 - L'arma più efficace contro la parvovirosi è una buona prassi vaccinale.
Figura 2 – L’arma più efficace contro la parvovirosi è una buona prassi vaccinale. [Fonte: https://www.royalcanin.com/]

In contesti dove è presente un numero elevato di animali, soprattutto esemplari giovani, è importantissimo mantenere degli standard igienico-sanitari alti per limitare la forte contagiosità del parvovirus felino: i soggetti infetti devono essere isolati e occorre tutelare al meglio i soggetti più a rischio, tra cui non solo i gattini ma anche adulti con patologie debilitanti o soggetti che seguono terapie farmacologiche che abbassano l’azione del sistema immunitario.

Fonti

Crediti immagini

  • Figura 1: https://www.pexels.com/photo/closeup-up-photography-of-tri-color-kitten-691583/
  • Figura 2 e Immagine in evidenza: https://www.royalcanin.com/be/cats/kitten/cat-vaccination-schedule
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Annachiara Grasso

Sono laureata in Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Produzioni Animali e da sempre mi occupo di benessere e comportamento animale. Attualmente sono iscritta a un Master Internazionale sull'ecologia del cambiamento climatico. Coltivo diverse passioni, tra cui la scrittura e la divulgazione scientifica.

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