Un herpes virus oncolitico nel trattamento del Rabdomiosarcoma

Il Rabdomiosarcoma è tumore maligno dei tessuti molli che si sviluppa dalle cellule dei muscoli striati. Si tratta di un tumore raro che rappresenta circa il 3-4% di tutti i tumori infantili. Il nome è formato dalla combinazione di tre parole: rabdo (a forma di bacchetta), mio (muscolo) e sarcoma, ovvero il gruppo di neoplasie a cui appartiene.

Colpisce soprattutto bambini, con età media di insorgenza intorno ai 6 anni, ma si manifesta anche negli adolescenti e, più raramente, negli adulti. Complessivamente in Italia vi sono 4-5 nuovi casi all’anno ogni 1.000.000 di bambini.

Il Rabdomiosarcoma è un tumore molto aggressivo che ha origine più frequentemente a livello di testa e collo (inclusa l’orbita), apparato genito-urinario (vescica-prostata, vagina, area paratesticolare), arti e altre sedi come tronco e addome.

Si distinguono principalmente due sottotipi:

  • Embrionale: insorge soprattutto nell’area della testa e del collo o negli organi genito-urinari ed è il tipo più comune.
  • Alveolare: insorge maggiormente a livello degli arti. E’ associato a traslocazione cromosomica (2;13) e rappresenta il tipo istologico a prognosi più sfavorevole.

A seconda dei casi, nella cura del Rabdomiosarcoma si ricorre alle seguenti terapie, singole o combinate:

  • Chirurgia mirata all’asportazione della massa tumorale.
  • Chemioterapia a cicli ricorrenti, somministrata per un periodo che generalmente va dai 6 ai 12 mesi. Vengono utilizzati vari farmaci in associazione, fra cui antracicline e alchilanti (ifosfamide o ciclofosfamide).
  • Radioterapia sull’area interessata dal tumore.

Una strategia innovativa nella cura del cancro è rappresentata dai virus oncolitici. Lo scopo è quello di distruggere selettivamente le cellule tumorali, senza danneggiare le cellule normali.

FIGURA 1. Meccanismo di azione dei viru
FIGURA 1. Meccanismo di azione dei virus oncolitici

Il primo virus oncolitico approvato da una agenzia di regolamentazione è un adenovirus geneticamente modificato, nominato H101 dalla società cinese Shanghai Sunway Biotech. Nel 2005 ottenne l’approvazione della China Food and Drug Administration per il trattamento del tumore della testa e del collo.

In una recente ricerca condotta dall’Università dell’Ohio, in collaborazione con l’ospedale pediatrico Nationwide Children’s Hospital, è stato valutato l’effetto terapeutico di un herpes virus oncolitico nel trattamento del Rabdomiosarcoma.

La terapia oncolitica mediante herpes virus (oHSV) è stata combinata con il blocco immunogenico della proteina PD (proteina della morte programmata) in modelli murini di Rabdomiosarcoma.

Normalmente le cellule mutate che possono dare origine a un tumore vengono attaccate dai linfociti T natural killer del sistema immunitario, che le riconoscono come estranee all’organismo. Tuttavia, le cellule tumorali possono sfuggire a questo controllo grazie alla produzione di una particolare proteina che va a collocarsi sulla loro superficie cellulare, la proteina PD-L1. Quest’ultima è in grado di legarsi a un recettore specifico dei linfociti T natural killer, chiamato PD-1. Tale interazione impedisce sia l’attivazione dei linfociti, quindi la distruzione della cellula cancerosa, sia la proliferazione, quindi la moltiplicazione delle cellule immunitarie rivolte alla ricerca e all’eliminazione selettiva di quello specifico tipo di cellule tumorali.

FIGURA 2. L'interazione tra la proteina PD-L1 e il RECETTORE PD-1 causa un blocco nelle cellule T. La mancata interazione, dovuta a blocco immunogenico di PD e PD-L1, stimola la proliferazione delle cellule T
FIGURA 2. L’interazione tra la proteina PD-L1 e il RECETTORE PD-1 causa un blocco nelle cellule T. La mancata interazione, dovuta a blocco immunogenico di PD e PD-L1, stimola la proliferazione delle cellule T

Studi recenti hanno dimostrato che il blocco anticorpo-mediato della proteina PD-1 e del suo ligando PD-L1 induce la regressione durevole del tumore e la stabilizzazione prolungata della malattia nei pazienti con tumori avanzati.

Ancor più efficace è risultata, quindi, questa innovativa terapia combinata oHSV-Blocco PD che stimola il sistema immunitario determinando un aumento dell’incidenza di CD4 + e CD8 +. In topi atimici non si è riscontrato lo stesso risultato, a sostegno del fatto che l’effetto antitumorale sia dovuto alla stimolazione dei linfociti T, in seguito ad inibizione di PD anticorpo-mediata.

Questo studio pone le basi per ulteriori approfondimenti circa l’utilizzo di herpes virus oncolitici in terapia combinata per il trattamento di neoplasie.

Laura Oriunno

Fonti

Chen CY, Wang PY, Hutzen B, Sprague L, Swain HM, Love JK, Stanek JR, Boon L, Conner J, Cripe TP. Cooperation of Oncolytic Herpes Virotherapy and PD-1 Blockade in Murine Rhabdomyosarcoma Models. Sci Rep. 2017 May 24;7(1):2396.

Garber K. China Approves World’s First Oncolytic Virus Therapy for Cancer Treatment. JNCI Journal of the National Cancer Institute. 2006; 98 (5): 298–300.

http://www.ospedalebambinogesu.it/rabdomiosarcoma

https://www.smartpatients.com/pathways/pd-1

https://www.viratherapeutics.com/technology/

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino, creatore ed amministratore di Microbiologia Italia, primo sito di divulgazione microbiologica in Italia. Sono laureato in biologia e molto appassionato di tecnologia, cinema, scienza e fantascienza. Sono Siciliano ma vivo e lavoro in Basilicata come analista di laboratorio microbiologico presso una nota azienda farmaceutica. Ho creato il portale di Microbiologia Italia per condividere conoscenza ed informazioni a chiunque fosse interessato a questa bellissima scienza. Potete trovare tutti i miei contatti al seguente link: https://linktr.ee/fcentorrino.

1 commento su “Un herpes virus oncolitico nel trattamento del Rabdomiosarcoma”

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