Virus di Marburg: allarme epidemia internazionale dopo i focolai in Africa

Un nuovo studio ha rivelato che l’influenza e l’infarto possono aumentare il rischio di malore di sei volte dopo sette giorni dall’infezione. Nonostante non sia prevista una pandemia, i ricercatori avvertono che la diffusione del virus Marburg in alcune parti dell’Africa potrebbe diventare una significativa epidemia internazionale. Lo stesso è avvenuto con l’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale nel 2014.

Questa febbre emorragica, che ha avuto origine dai pipistrelli, è nella lista delle malattie infettive dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che potrebbero causare epidemie regionali. Attualmente, il virus simile all’Ebola ha raggiunto la capitale commerciale della Guinea Equatoriale, che ha una popolazione di circa 200.000 abitanti, e gli esperti di malattie infettive sono preoccupati. Tuttavia, l’eliminazione di un’epidemia di Ebola in Uganda alla fine dell’anno scorso ha dimostrato che con una solida sorveglianza e tracciamento dei contatti, le epidemie possono essere stroncate rapidamente sul nascere.

Sintomi del Virus di Marburg

Il periodo di incubazione della malattia presenta una durata media di 5-10 giorni, ma in alcuni casi può variare da 2 a 21 giorni. I primi sintomi della malattia non sono specifici e includono febbre alta (39-40 °C), grave cefalea, brividi, malessere e dolori muscolari. Dopo circa tre giorni dall’inizio della malattia, possono comparire crampi e dolori addominali, nausea, vomito e diarrea che possono durare fino a una settimana. Tra il quinto e il settimo giorno, può comparire un rash maculopapulare e il quadro clinico può aggravarsi con la comparsa di manifestazioni della febbre emorragica, come petecchie, emorragie mucosali e gastrointestinali e sanguinamento dai siti di prelievo venoso. Successivamente, possono manifestarsi anche sintomi e segni neurologici, come disorientamento, agitazione, convulsioni e stato comatoso. Entro una settimana dall’inizio della malattia, possono comparire coagulazione intravascolare disseminata, linfocitopenia e trombocitopenia.

Prevenzione

Nel caso di un focolaio di MVD, la priorità è interrompere la trasmissione del virus tra gli individui. La strategia di controllo del virus si basa sull’individuazione tempestiva dei casi e il loro rapido isolamento, il tracciamento accurato dei contatti, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale adeguati, riti funebri condotti in sicurezza e una comunicazione adeguata per sensibilizzare la popolazione sui fattori di rischio di infezione e le misure preventive. Queste strategie hanno dimostrato di essere efficaci nel controllo di precedenti focolai di Ebola e della malattia di Marburg.

Trasmissione

La maggior parte dei focolai di malattia da virus Marburg si verifica quando gli esseri umani frequentano ambienti popolati da pipistrelli, come caverne e miniere, suggerendo un ruolo chiave dell’animale nella trasmissione del virus. Nel 2007, l’isolamento del virus nei pipistrelli della specie R. aegyptiacus ha dimostrato che questa specie costituisce uno dei principali serbatoi naturali del virus. Non sono ancora chiare le dinamiche di mantenimento del virus nella popolazione serbatoio, né come avvenga il passaggio del virus dall’animale all’uomo.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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