La necessità di nuovi vaccini per il virus Ebola
Il virus Ebola continua a mietere vittime e incessante prosegue la sua avanzata nei paesi più poveri del mondo. Da ciò nasce la necessità sempre più impellente non solo di attuare terapie efficaci, ma anche di mettere a punto nuovi vaccini per una valida prevenzione su larga scala.
L’agente eziologico del virus Ebola
La malattia da virus Ebola (EVD), anche nota come febbre emorragica da virus Ebola, è una malattia spesso fatale per l’uomo con un tasso di mortalità che può oscillare tra il 50 e il 90%. Il genere Ebolavirus fa parte della famiglia Filoviridae dell’ordine dei Mononegavirales.
Sono state identificate sei diverse specie di virus Ebola, delle quali le prime quattro sono patogene per l’uomo:
- Zaire ebolavirus (EBOV), caratterizzata dal più alto tasso di letalità e responsabile del maggior numero di epidemie, è la specie di riferimento per il genere Ebolavirus;
- Bundibugyo ebolavirus (BDBV);
- Sudan ebolavirus (SUDV);
- Taї Forest ebolavirus (TAFV);
- Reston ebolavirus (RESTV);
- Bombali ebolavirus (BOMV).
I virioni generalmente hanno una struttura tubolare variabile e misurano solitamente 80 nm di diametro. Posseggono al centro il nucleocapside, una struttura elicoidale costituita dalla proteina del nucleocapside virale 30 (VP30), la proteina virale 35 (VP35), una molecola di RNA genomico (di circa 18.959 nucleotidi) e infine la RNA polimerasi-RNA dipendente. All’interno della matrice si trovano inoltre le proteine virali VP40 e VP24.
Trasmissione del virus Ebola
L’Ebola è una malattia zoonotica e in quanto tale viene trasmessa agli uomini dagli animali. In Africa è stata documentata l’infezione a seguito di contatto con scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta ed antilopi. La trasmissione interumana avviene attraverso i fluidi corporei come sangue, saliva e secrezioni naso faringee.
Sintomi della malattia e decorso clinico
Inizialmente la malattia prevede febbre alta, cefalea, mialgia, artralgia, dolori addominali, astenia, faringite, nausea e vertigini. Successivamente si sviluppano sintomi più gravi, come diarrea, feci sanguinolente, presenza di aree emorragiche sulla sclera, rash maculo-papulare e porpora. La malattia prevede inoltre una necrosi sistemica disseminata a danno di vari organi.
Diagnosi
Il primo passaggio per la diagnosi della malattia consiste nell’ ELISA (Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay) necessario per la ricerca di antigeni virali. Vengono anche utilizzati saggi di RT-PCR e i saggi di rilevazione di anticorpi specifici IgG e IgM.
Trattamento
Attualmente non esiste un trattamento specifico per la malattia ma molti sono gli studi atti alla ricerca di vaccini efficaci. Il vaccino rVSV-ZEBOV, venduto con il nome commerciale di Ervebo, è attualmente il più utilizzato. Esso è un vaccino ricombinante costituito da un virus della stomatite vescicolare (VSV) geneticamente ingegnerizzato per esprimere una glicoproteina dello Zaire ebolavirus capace di provocare una risposta immunitaria neutralizzante.
La necessità di proseguire però con lo studio di nuovi vaccini deriva dalle epidemie che anno per anno si sono susseguite. Tra il 2013 e il 2016 si è verificata l’epidemia più grave che incominciò la sua avanzata dalla Guinea del sud. 28.652 casi confermati e 11.325 decessi in dieci Paesi.
La seconda più grande epidemia da Zaire ebolavirus risale invece al 1 agosto 2018 e ha avuto sede nella Repubblica democratica del Congo. Il 17 luglio 2019, il Direttore generale dell’Oms, ha dichiarato questa epidemia una emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.
Un nuovo probabile vaccino
Un team di scienziati con a capo il professor Karnail Singh del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center ha riportano risultati preclinici su un nuovo possibile vaccino sul Journal of Virology, pubblicato dalla American Society for Microbiology.
Il vaccino protagonista dello studio consiste in un vaccino sferico bivalente che incorpora glicoproteine dello Zaire ebolavirus (EBOV) e del Sudan ebolavirus (SUDV). L’immunizzazione di conigli con il vaccino bivalente ha prodotto anticorpi che hanno neutralizzato tutte le specie patogene per l’uomo di virus Ebola e suscitato risposte di citotossicità cellula mediata da anticorpi (ADCC) contro EBOV e SUDV. La vaccinazione dei macachi Rhesus ha poi generato forti risposte immunitarie umorali lasciando così ben sperare.
Il nuovo vaccino “Potrebbe ampliare ed estendere la durata dell’immunità protettiva indotta dagli attuali vaccini vivi già in fase di sperimentazione in studi clinici contro singole specie di virus Ebola”, ha affermato il professor Singh. Infatti, il nuovo probabile vaccino non si propone di sostituire i precedenti ma di fungere da coadiuvante per la debellazione di più specie patogene di virus Ebola. Sebbene il nuovo vaccino utilizzi glicoproteine di due specie di virus Ebola, esso potrebbe funzionare contro tutti e quattro i virus patogeni per l’uomo poiché le risposte a una delle glicoproteine già presenti nel vaccino generano risposte cross-reattive contro le altre due specie di virus Ebola.
Tutto ciò si inserisce in un’ampia e continua ricerca da parte della comunità scientifica per la scoperta di armi sempre più potenti per sconfiggere malattie ancora feroci e minacciose.
Fonti
- https://www.agi.it/estero/ebola_epidemia-5858675/news/2019-07-17/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Ebolavirus
- https://www.epicentro.iss.it/ebola/
- https://www.news-medical.net/news/20200416/241/Italian.aspx
- https://www.medimagazine.it/sviluppato-un-vaccino-universale-contro-ebola-e-tutte-le-specie-ebolavirus/?fbclid=IwAR25VZ24pafIw8w3S6U_DRE3wbmnxl945GiUM4vqDxFs0p1zbENjHJwCdfs
- https://www.epicentro.iss.it/ebola/epidemia-africa-2014
- https://www.epicentro.iss.it/ebola/epidemia-africa-2018-2019