I Briozoi

Generalità

Il phylum dei Briozoi è composto da invertebrati acquatici, quasi esclusivamente marini e rappresenta uno dei gruppi tassonomici più abbondanti in alcune associazioni bentoniche, specialmente in quelle di fondo duro. Sono distribuiti in tutti i mari di ogni latitudine e i loro scheletri sono presenti come fossili in quasi tutte le rocce sedimentarie, dalle più antiche epoche geologiche ad oggi. In particolare, nel Mediterraneo, la fauna a briozoi comprende oltre 450 specie, delle quali 341 unità sistematiche distinte (specie o sottospecie) sono state segnalate nei mari italiani. Il taxon di gran lunga più rappresentato è l’ordine dei Cheilostomata, con 262 specie segnalate.

Morfologia dei briozoi

I briozoi sono organismi coloniali sessili. La colonia, detta zoarium, assume molteplici forme: si può presentare sottoforma d’incrostazione sulle conchiglie, sulle rocce, sulle alghe. In alcuni casi, per sovrapposizione di vari strati scheletrici, può assumere un aspetto globoso, nodulare o mammellonare. Talvolta, gli zoari, possono avere una morfologia arborescente/ramificata dalle forme elegantissime, che sorgono dal substrato ove si fissano per la base (Fig.1).

Pentapora fascialis è un briozoo comune nella biocenosi del coralligeno del mar Mediterraneo. Presenta una caratteristica forma a "corna di cervo"
Immagine 1 – Fotografia illustrativa del briozoo Pentapora fascialis. Le colonie hanno un aspetto piuttosto arbustivo con lembi appiattiti e ramificati a forma di corna di cervo. Il colore della colonia è arancio ma talvolta può tendere al rosso. Nel Mediterraneo, si trova prevalentemente sui fondali rocciosi del coralligeno e può raggiungere i 2 metri di diametro [Fonte: Rose de mer (Pentapora fascialis) (ifremer.fr)].

Classificazione dei Briozoi

I Briozoi comprendono due sottoclassi: gli ectoprocti e gli endoprocti. Gli Endoprocti, tuttavia, si allontanano molto dai Briozoi propriamente detti per profonde differenze nella loro organizzazione, quali l’assenza di un vero celoma e la presenza di organi escretori simili a quelli dei platelminti. L’apparato escretore, infatti, negli endoprocti si apre all’interno della corona dei tentacoli mentre, negli ectoprocti, all’esterno.

Descrizione anatomica

I briozoi sono animali celomati: presentano una cavità corporea ed un intestino semplice dotato di bocca e ano. Tuttavia, mancano di sistemi circolatori, motori o respiratori, a causa delle loro piccole dimensioni e dello stile di vita sessile. Il sistema di respirazione è molto semplice e l’ossigeno si diffonde direttamente nelle cellule dell’animale.

L’unità funzionale della colonia: lo zooide

L’unità base di una colonia è chiamata zooide. In particolare, ogni colonia può essere costituita da normali zooidi tutti uguali fra loro nelle forme meno evolute oppure, nelle forme più evolute, si ha l’organizzazione in unità poli-funzionali. In tali unità, si differenziano gli autozooidi costituiti dai classici polipidi e gli eterozooidi, costituiti dai polipidi che espletano altre funzioni (funzione di difesa, di riproduzione ecc.).

Ogni zooide, quindi, consta di:

  1. un individuo tentacolato (il polipide);
  2. un involucro allungato nel quale il polipide è racchiuso (lo zoecio), il quale, può essere paragonato ad un sacco di sezione ovoidale limitato da una doppia parete membranosa o calcarea contenente la cavità del corpo o celoma.

La doppia parete dello zoecio, in particolare, consta di due strati:

  • Strato esterno: costituito da una cuticola spessa di natura chitinosa, talora impregnata abbondantemente di sali calcarei;
  • Strato interno: costituito, a sua volta, da due strati di tessuto differente. Il tessuto ectodermico (epidermide), uni-stratificato e a cellule cubiche e il tessuto mesodermico che forma la tunica muscolare della parete del corpo costituita esternamente da fibrille lisce a decorso circolare ed internamente da fibrille a decorso longitudinale. Il tessuto mesodermico di uno zooide, inoltre, mette in relazione la parete del corpo con l’intestino e, nelle forme ove questo è presente, l’ovario.

Il polipide

Il polipide (Fig. 2) è costituito da:

  • Una massa viscerale: costituita da un canale alimentare a forma di U (che si apre in una bocca e sfocia in un ano) nel quale si distinguono un esofago, uno stomaco ed un intestino.
  • Dagli organi riproduttori;
  • Da un abbozzo di sistema nervoso: costituito da un ganglio (ganglio cerebroide), situato tra la bocca e l’ano di ciascun polipide. Da esso si dipartono dei rami nervosi che giungono ai tentacoli e alla parete dell’esofago;
  • Dal lofoforo: formato da una corona di tentacoli cavi, sottili e ciliati: dal movimento delle ciglia vibratili si creano correnti che convogliano il cibo alla bocca;
  • Dai fasci muscolari (muscoli retrattori): legati alla parete del corpo che, contraendosi, ritraggono i tentacoli all’interno dello zoecio lasciando un’apertura (orificio) che può essere provvista o meno di un apparato di chiusura (opercolo).
Rappresentazione schematica della struttura anatomica di un briozoo. L'unità funzionale è lo zooide costituito principalmente dal polipide (contenente il canale alimentare, i fasci muscolari e il lofoforo) e dall'involucro che racchiude il polipide stesso, lo zoecio.
Figura 2 – Immagine rappresentativa della struttura anatomica dei Briozoi. Il singolo individuo è definito polipide che a sua volta è costituito da un lofoforo formato da una corona di tentacoli e dal canale alimentare. Quest’ultimo è distinto in tre regioni: esofago, stomaco ed intestino. La bocca comunica mediante una faringe ciliata, per l’esofago, con lo stomaco. L’intestino è rivestito internamente da ciglia vibratili molto sviluppate e in continuo movimento che favoriscono l’espulsione degli alimenti digeriti, attraverso il retto, dall’ano. [Fonte: Presentazione di PowerPoint (units.it)].

Biologia dei briozoi

Alimentazione

I Briozoi sono organismi filtratori e si nutrono principalmente di fitoplancton (specialmente di diatomee) e di materia organica in sospensione. Per la loro strategia di alimentazione, i briozoi tendono a crescere lungo le pareti rocciose verticali e, in generale, in zone dove sono presenti correnti che permettono la captazione del plancton.

Riproduzione

Gli elementi germinali maschili e femminili si sviluppano in varie parti della cavità del corpo sullo stesso zooide o in zooidi diversi.

Negli Endoprocti i sessi sono separati e gli organi riproduttori sono provvisti di condotti che consentano di riversare gli elementi germinali maturi nel vestibolo.

Gli Ectoprocti, invece, sono ermafroditi e le gonadi si originano nel mesoderma che riveste la cavità del corpo: gli spermi inferiormente e le uova nella parte superiore del celoma. Tanto gli spermi quanto le uova si originano dalle cellule dell’epitelio celomatico, i primi in grandi quantità, mentre le uova poche alla volta, spesso uno soltanto. I gameti vengono, quindi, liberati all’interno del celoma stesso dove avviene la fecondazione.

Dall’uovo fecondato nasce una larva molto simile alla trocofora dei molluschi, che affronta un periodo di esistenza pelagica, la cui durata può andare da poche ore a molti mesi. Al termine della fase pelagica, la larva aderisce sul fondo e si fissa al substrato (roccia o altro) ed effettua la metamorfosi, trasformandosi in uno zoide. Quest’ultimo, poi, per gemmazione origina l’intera colonia.

Riproduzione nei briozoi d’acqua dolce

Diversamente dai briozoi marini, quelli di acqua dolce si riproducono asessualmente producendo larve dormienti, gli statoblasti, in grado di resistere a condizioni ambientali estremamente avverse, come il gelo, l’essiccamento, il surriscaldamento. Gli statoblasti, si originano come gemme interne dello zoecio e sono rivestite da una speciale capsula chitinosa resistente.
Solo quando le condizioni ambientali tornano favorevoli, gli statoblasti tornano in attività riproduttiva e generano una gemma. Da questa, si origina il primo abbozzo del polipide da cui, per gemmazione, si originerà successivamente la nuova colonia. Durante lo stadio dormiente, gli statoblasti possono essere trasportati lontano dal vento, dalle correnti o aderendo alla cute degli animali acquatici. Queste strategie, oltre ad assicurare la sopravvivenza delle specie, favoriscono la distribuzione delle specie anche in aree più lontane rispetto al luogo di origine.

Distribuzione geografica ed ecologica

Attualmente i Briozoi sono ampiamente distribuiti in tutti gli ambienti e a tutte le profondità. Alcune specie possono vivere in ambienti di estuario e molte specie possono anche vivere come epifite su organismi vegetali. Altre specie possono anche crescere in ambienti confinati, come grotte sottomarine, lagune, stagni costieri e porti.

La massima diffusione dei Briozoi marini si ha, tuttavia, in acque temperate e tropicali. In particolare, attualmente, tali invertebrati, sono ben rappresentati in alcune comunità della piattaforma continentale, su substrato duro e detritico (fondi a “praline” e a “maerl”). In particolare, nella biocenosi di fondo duro del “coralligeno” tipica del Mediterraneo, alcune specie svolgono un importante ruolo di bio-costruttori. Contribuiscono, cioè, alla tridimensionalità dell’ambiente creando nuovi habitat colonizzabili da molti altri organismi. Data la somiglianza e il ruolo funzionale all’interno della biocenosi del coralligeno, molto spesso alcune specie di briozoi (Fig. 3) vengono erroneamente confusi con gli octocoralli.

Myriapora truncata o falso corallo rosso è un briozoo tipico della biocenosi del coralligeno del Mediterraneo. La sua struttura arborescente arricchisce l'ambiente creando nicchie e habitat per molte altre specie
Figura 3 – Myriapora truncata è un briozoo caratterizzato da scheletro molto robusto, eretto e ramificato dicotomicamente, con sezione circolare e apici tronchi. Può raggiungere i 10-12 cm di altezza e 18-20 cm di larghezza. Le colonie si ancorano a substrati rocciosi, spesso caratterizzati da coralligeno. Possono essere presenti anche in zone ombreggiate a partire da 1-2 metri estendendosi fino ai 100 di profondità. Il briozoo Myriapora truncata appartiene alla famiglia Myriaporidae ed è comunemente noto come falso corallo per la sua somiglianza con il corallo rosso. Tuttavia, si distingue da quest’ultimo per il colore degli zoidi di colore rosso analogo a quello dello scheletro. Diversamente, il corallo rosso presenta polipi di color biancastro che si stagliano nel rosso acceso dello scheletro. [Fonte: Myriapora truncata | DORIS (ffessm.fr)].

Curiosità

I Briozoi possono essere considerati utili indicatori paleo-ambientali: la variabilità delle loro forme di crescita può, infatti, fornire importanti indicazioni sulla profondità, sul tipo di substrato, sull’ idrodinamismo, sulla direzione delle correnti e sulla velocità di sedimentazione.

Fonti

Fonti immagini

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Adriana Colucci

Ciao a tutti! sono Adriana Colucci laureata in Biologia Ambientale. Attualmente lavoro a Bari presso L'istituto agronomico mediterraneo (CIHEAM Bari). Effettuo analisi chimiche su alimenti a scopo scientifico/ricerca. Sono appassionata di tutto ciò che concerne la biologia e spero di riuscire a trasmettere la mia passione attraverso la pubblicazione dei miei articoli

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