La Legge SalvaMare

Approvata nel 2022, la Legge SalvaMare rappresenta un passo avanti significativo nella tutela dell’ecosistema marino italiano. Contiene, infatti, le disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare.

Cosa è la legge SalvaMare

La Legge SalvaMare (Legge n. 60 del 17 maggio 2022 entrata in vigore il 25 giugno 2022) è un insieme di disposizioni volte a contrastare l’inquinamento da rifiuti in mare e nelle acque interne, promuovendo al contempo l’economia circolare.

I suoi obiettivi principali sono:

  • il recupero dei rifiuti incentivandone la raccolta in mare e nelle acque interne da parte di pescatori e operatori del settore;
  • la prevenzione dell’accumulo di rifiuti in mare mediante la promozione di comportamenti virtuosi e la raccolta alla foce dei fiumi;
  • la promozione di un’economia circolare favorendo il riutilizzo e il riciclo dei materiali e soprattutto riducendo la produzione di rifiuti;
  • la sensibilizzazione e l’educazione mediante la promozione di campagne di comunicazione e programmi educativi nelle scuole per diffondere la consapevolezza sull’importanza della tutela ambientale.
L'obiettivo principale della Legge Salvamare è lo smaltimento dei rifiuti raccolti accidentalmente dai pescatori perché incastrati nelle reti da pesca.
Figura 1 – L’obiettivo principale della Legge SalvaMare è lo smaltimento dei rifiuti raccolti accidentalmente dai pescatori perché incastrati nelle reti da pesca. [Fonte:Pixabay.com]

I vantaggi della Legge SalvaMare

Tra i vantaggi della Legge SalvaMare, a lungo attesa dagli addetti ai lavori, ci sono:

  • la rimozione dei rifiuti dal mare così da contribuire a preservare la biodiversità marina e a proteggere gli ecosistemi;
  • la tutela della salute umana poiché la riduzione dell’inquinamento marino diminuisce il rischio di contaminazione dei prodotti ittici e delle acque di balneazione;
  • il sostegno ai pescatori perché questa legge ne riconosce il ruolo e l’impegno nella raccolta dei rifiuti e in più fornisce loro un quadro normativo chiaro;
  • l’economia circolare ovvero il riutilizzo e il riciclo dei materiali recuperati creando nuove opportunità economiche e riducendone l’impatto ambientale;
  • la realizzazione di impianti di desalinizzazione;
  • la consapevolezza ambientale, promossa attraverso iniziative di comunicazione pubblica e di educazione volte a favorire comportamenti responsabili e la cultura della sostenibilità. Sono altresì permesse campagne di pulizia ambientale.

La Legge SalvaMare autorizza i pescatori a raccogliere i rifiuti dal mare

La legge SalvaMare finalmente autorizza i pescatori a raccogliere e portare a terra tutti i rifiuti intrappolati nelle reti. Tra questi naturalmente sono compresi i rifiuti plastici. Prima di questa Legge, i pescatori erano costretti a riversare in mare tutti i rifiuti pescati accidentalmente durante le attività quotidiane di pesca. Infatti la raccolta di rifiuti, anche se non intenzionale, costituiva un vero e proprio reato definito trasporto illecito di rifiuti.

La Legge Salvamare autorizza i pescatori a raccogliere i rifiuti dal mare
Figura 2 – La Legge SalvaMare autorizza i pescatori a raccogliere i rifiuti dal mare. [Fonte: Pixabay.com]

Inoltre, grazie all’installazione di sistemi di raccolta alla foce dei fiumi è possibile intercettare i rifiuti galleggianti, come la plastica, prima che arrivi in mare. Circa l’80% della plastica che inquina i mari deriva proprio dall’entroterra ed è trasportata dai fiumi. Una volta in mare si può scomporre in particelle piccolissime, spesso non visibili ad occhio nudo, che comunque contribuiscono all’inquinamento delle acque. Queste particelle prendono il nome di microplastiche e nanoplastiche (a seconda delle dimensioni) e sono scambiate per cibo dagli animali marini con conseguenze spesso fatali. Una volta ingerite entrano nella catena alimentare e arrivano fino alle nostre tavole.

Ridurre l’inquinamento delle acque non solo aiuta a mantenere in salute gli ecosistemi ma anche chi ci abita, uomo compreso.

La raccolta di rifiuti in mare

Il comandante della nave o il conducente del natante, quando arriva in un porto, conferisce i rifiuti pescati accidentalmente in mare all’im­pianto di raccolta del porto. Il comune, invece, è responsabile dello smaltimento dei rifiuti recuperati dalle imbarcazioni che approdano in aree che non rientrano tra quelle gestite dall’Autorità di sistema portuale. Si possono creare anche dei punti di raccolta temporanei vicino agli ormeggi. Portare i rifiuti pescati accidentalmente all’impianto del porto è gratuito ed è considerato un deposito temporaneo.

Grazie alla Legge Salvamare, il comandante della nave o il conducente del natante quando arriva in un porto conferisce i rifiuti pescati accidentalmente in mare all’im­pianto di raccolta del porto.
Figura 3 – Grazie alla Legge SalvaMare, il comandante della nave o il conducente del natante quando arriva in un porto conferisce i rifiuti pescati accidentalmente in mare all’im­pianto di raccolta del porto. [Fonte: Pixabay.com]

Inoltre, i pescatori che usano materiali meno inquinanti, partecipano a campagne di pulizia o consegnano i rifiuti pescati accidentalmente riceveranno un riconoscimento ambientale. Questo serve ad attestare il loro impegno per l’ambiente e la sostenibilità dell’attività di pesca.

Nasce un tavolo permanente per monitorare e promuovere il recupero dei rifiuti marini

Per rendere attuabili ed efficaci le iniziative approvate contro l’inquinamento del mare, soprattutto quello causato dalla plastica, e controllare come procede il recupero dei rifiuti è stato creato un gruppo di lavoro permanente tra diversi Ministeri. Si incontra almeno due volte all’anno e vede la partecipazione dei rappresentati dei Ministeri della Transizione Ecologica, dell’Agricoltura, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili. Vi prendono parte anche rappresentati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dei gestori delle aree marine protette, delle cooperative e aziende di pesca e acquacoltura, della Guardia Costiera e delle Autorità di sistema portuale oltre che quelli delle regioni.

La Legge SalvaMare rappresenta uno strumento importante per contrastare l’inquinamento marino e promuovere un’economia sostenibile.

Bibliografia:

  • LEGGE 17 maggio 2022, n. 60 – Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare (legge «SalvaMare»). (22G00069) (GU Serie Generale n.134 del 10-06-2022)

Crediti immagini:

  • Immagine in evidenza: https://pixabay.com/it/photos/barca-peschereccio-pescatore-pesca-7021272/
  • Figura 1 : https://pixabay.com/it/photos/pescatore-rete-barca-mare-449280/
  • Figura 2 : https://pixabay.com/it/photos/barca-viaggiare-grecia-turismo-6781469/
  • Figura 3 : https://pixabay.com/it/photos/barca-peschereccio-rete-mare-vasto-8270207/

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